Defendente Ferrari – L’incoronazione della Vergine

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO CIVICO D'ARTE ANTICA - PALAZZO MADAMA
Piazza Castello , Torino, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Il
Vernissage
12/12/2013

ore 18

Artisti
Defendente Ferrari
Generi
presentazione

Palazzo Madama presenta al pubblico una grande tavola inedita di uno dei più sottili e intriganti protagonisti della pittura rinascimentale in Piemonte, Defendente Ferrari, documentato tra il 1509 e il 1535.

Comunicato stampa

Giovedì 12 dicembre alle 18 Palazzo Madama presenta al pubblico una grande tavola inedita di uno dei più sottili e intriganti protagonisti della pittura rinascimentale in Piemonte, Defendente Ferrari, documentato tra il 1509 e il 1535.

Nato a Chivasso, Defendente si formò nella bottega di Martino Spanzotti, elaborando ben presto una propria personale cifra stilistica intrisa di suggestioni nordiche, attenta alla ricchezza e alla preziosità della materia e dotata di spiccati valori emotivi e devozionali.

Approfondimento sull’opera:

Le opere di Defendente Ferrari, spesso grandi macchine d’altare, ancora conservate nelle chiese piemontesi o smontate e disperse in diversi musei italiani, d’Europa e d’America, documentano l’attività di una vivace bottega, con collaboratori in grado di rispondere alle richieste di una vasta committenza, concentrata soprattutto negli antichi domini sabaudi, e anche in grado di mantenere, sotto il coordinamento del caposcuola, uno standard elevato, sia dal punto di vista della narrazione vivace delle storie sacre (a volte grazie anche alla conoscenza di stampe nordiche), sia da quello della realizzazione tecnica dei dipinti.

L’Incoronazione della Vergine, che per la prima volta si presenta al pubblico, è un’opera dell’ultima attività del pittore, databile intorno al 1530. Una grande tavola alta 180 cm con una composizione monumentale che raffigura la Trinità, con Dio Padre, la colomba dello Spirito Santo, e Gesù che pone la corona sul capo della Vergine. Si tratta un’iconografia piuttosto rara, dove il ruolo di Maria come Regina del cielo non assume una posizione centrale ma tende piuttosto a sottolineare l’umiltà della Vergine in preghiera. La composizione, concepita per grandi blocchi di colore si sviluppa davanti allo sfondo dello spettacolare manto rosso del Dio padre, che domina maestoso.

Non abbiamo purtroppo notizie sulla originaria destinazione di questa Incoronazione, che risulta proprietà di una prestigiosa e antica famiglia piemontese già nei primi decenni dell’Ottocento. È probabile che la tavola fosse l’elemento centrale di una grande macchina d’altare, smembrata con le soppressioni degli ordini religiosi di epoca napoleonica, e solo successivamente isolata come un dipinto adatto a un ambiente privato.
Venduta di recente, è stata dal nuovo proprietario restaurata e dotata di una cornice moderna che riprende, nei profili essenziali, il disegno delle pale cinquecentesche.

Grazie alla collaborazione prestata da Palazzo Madama alle operazioni di restauro, l’Incoronazione della Vergine viene ora temporaneamente depositata nel museo per essere esposta al pubblico in dialogo con i 17 dipinti di Defendente Ferrari già presenti nel percorso della Sala Acaia, tra cui la prima opera sicuramente datata del pittore, la Natività notturna del 1510. Sarà così possibile ammirare e studiare il dipinto nel contesto del prezioso nucleo di tavole, raccolte nel secondo Ottocento da Leone Fontana ed entrate nelle collezioni di Palazzo Madama nel 1909 grazie al dono dei figli Maria e Vincenzo.

Il restauro ha permesso di recuperare i valori di una gamma cromatica intensa: i verdi della veste e del manto del Cristo, il blu dedicato alla Madonna, il rosso brillante dell’Eterno. Come di consueto, la pittura di Defendente si sofferma sui dettagli preziosi, come i decori dorati delle vesti, le perle e le pietre preziose. Un’altra scoperta sorprendente, una volta eliminato il tono bruno determinato dallo sporco e dalle ridipinture che offuscavano le superfici, è stata quella del colore chiaro dello sfondo, su cui si riconoscono ancora, anche se parzialmente perdute, ricche decorazioni in oro con festoni e raggi.