Dell’arte delle donne
Una mostra collettiva con opere di Carla Accardi, Renata Boero, Sara Campesan, Dadamaino, Giosetta Fioroni, Maria Lai, sei artiste che si sono contraddistinte per la loro silente tenacia e determinazione nel perseguire un progetto artistico di consapevolezza e di grande spessore.
Comunicato stampa
Sabato 30 Aprile alle ore 18.00, si inaugura presso la Galleria Stefano Forni di Bologna Dell’arte delle donne, una mostra collettiva con opere di Carla Accardi, Renata Boero, Sara Campesan, Dadamaino, Giosetta Fioroni, Maria Lai, sei artiste che si sono contraddistinte per la loro silente tenacia e determinazione nel perseguire un progetto artistico di consapevolezza e di grande spessore.
Vi sono generazioni di donne che si sono fatte largo nell’universo maschile dell’arte con idee e con vocazioni che non hanno smentito la loro provenienza e hanno esaltato proprio alcune caratteristiche che appartengono più al genere femminile. Le artiste presenti in questa raccolta e intensa mostra collettiva, sicuramente hanno saputo mettere in evidenza la capacità analitica e la “pazienza” che contraddistingue le donne.
Carla Accardi, Renata Boero, Sara Campesan, Dadamaino, Giosetta Fioroni e Maria Lai, che hanno operato negli anni ’60/’70, sono state antesignane di quella trasformazione del ruolo sociale della donna, e hanno saputo perseverare nei loro percorsi individuali ottenendo un riconoscimento artistico chiaro e autonomo. Le loro opere non sono frutto dell’impeto o dell’improvvisazione, sono frutto di un lavoro meticoloso in cui l’attenzione e la variabile temporale hanno un peso sostanziale. Non è una questione certamente di linguaggio e di tecnica, si tratta di una disposizione a sviluppare una forte ricerca introspettiva e un’attenzione ai propri archetipi.
Per questo si tratta di una mostra di vere protagoniste dell’arte contemporanea italiana che hanno manifestato la loro poetica con rigore e con essenzialità, tanto da diventare esempi per le generazioni successive.
Se vi è uno “specifico femminile” nell’arte contemporanea e non solo, rimane per molti versi ancora una questione aperta.