Depositi. Immagini dai musei italiani
Una mostra dedicata al ‘museo nascosto’, ovvero il deposito nel quale sono conservate spesso opere considerate di minore importanza rispetto alla ‘prima linea’ ma non per questo meno belle e significative.
Comunicato stampa
Una mostra dedicata al ‘museo nascosto’, ovvero il deposito nel quale sono conservate spesso opere considerate di minore importanza rispetto alla ‘prima linea’ ma non per questo meno belle e significative. Si intitola appunto ‘Depositi. Immagini dai musei italiani’ e, da domani 23 gennaio al 21 febbraio a Villa Bardini (Costa San Giorgio 2 – Tel 055 2638599 – Ingresso 8 euro), racconta in 35 immagini scattate in tutta Italia da Marco Lanza i tesori nascosti del Bel Paese. L’esposizione, curata da Luca Farulli, è promossa dalla Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron in collaborazione col Museo di Storia Naturale dell'Università degli Studi di Firenze, con il contributo di Ente Cassa di Risparmio di Firenze ed il supporto di Banca CR Firenze. Ha il patrocinio del Comune di Firenze. la presentazione, stamani alla stampa, alla presenza del Presidente della Fondazione Bardini Peyron Michele Gremigni (‘’nelle opere di Lanza c’è una forte impronta creativa che le trasforma e le rende vive e comunicanti’’), dell’autore delle fotografie Marco Lanza (‘’ho cercato di trasmettere la storia che questi oggetti sono in grado di raccontare’’), del Referente per gli Archivi Storici del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Milano Paola Redemagni (‘’sono luoghi magici e affascinanti che dovrebbero essere resi tutti visitabili al pubblico’’) e del curatore Luca Farulli.
Questa esposizione, ha detto Farulli, ‘‘è un viaggio nell’altro stato delle cose costituito dal deposito, nel quale le opere d’arte, i reperti archeologici, i prodotti del fare umano in esso riparati si danno a vedere, uscendo dalla vita separata che usualmente li caratterizza. Ecco perché parliamo di ‘cose’ piuttosto che di oggetti, per sottolineare il valore affettivo posseduto da queste tracce di vita passata, le quali divengono, così, immagini attive, in grado di veicolare una esperienza personale, intima del colore del tempo’’. ‘’In tal senso – ha aggiunto - il viaggio assume un valenza educativa della sensibilità, finalizzata ad una fruizione lenta, capace di trasferire, per un attimo, il visitatore nell’orizzonte di vita che segna tali cose. Da qui la confidenza, la quale prende forma di un dialogo. Anche le opere video presenti in mostra – realizzate da Marco Lanza assieme al fratello musicista Saverio Lanza, nella formazione artistica multimediale ‘Pastis’ – si muovono in tale direzione. L’atmosfera del deposito è, qui, realizzata da un montaggio ritmico e musicale, come si trattasse di movenze di danza’’.
La particolarità delle immagini esposte è data dal fatto che esse non si limitano a riprodurre i vari depositi, bensì li creano, li ‘realizzano’ con il linguaggio della fotografia: tramite le inquadrature, tramite la luce che, incontrando la materia, il corpo e la polvere, genera colore. Per questa via, il linguaggio della fotografia assume i caratteri dell’ascolto, in grado di prestar parola alle cose, in modo che esse possano narrare la loro vicenda specifica, facendosi tracce di vita. In questo senso, il linguaggio dell’arte comunica l’arte.
La mostra è corredata dal volume ‘Depositi. Immagini dai musei italiani’ pubblicato da “Gli Ori” di Pistoia (144 pagine, 24 euro) con testo in italiano e in inglese, che riassume in 60 immagini a colori l’ampio lavoro svolto negli anni dal fotografo Marco Lanza su questo tema.
Marco Lanza, fotografo, nasce a Firenze e intraprende gli studi universitari a Bologna, presso il DAMS. A partire dagli anni Ottanta svolge la sua attività in Italia e all'estero. La sua esperienza fotografica ha un forte sviluppo durante il soggiorno lavorativo in Australia dove collabora con agenzie e redazioni internazionali. Da qui si aprono ulteriori opportunità professionali che lo portano a realizzare servizi fotografici in molti paesi. Parallelamente coltiva l'attenzione per i linguaggi artistici ed espone le proprie opere in varie mostre fra cui Westzone Gallery-Londra 2001, Metropolitan Museum of Art-New York 2003, Galleria Zucchi-Milano 2005, Galerie im Einstein-Berlino 2007, Musèe Maillol-Parigi 2010, Macro-Roma 2013. Alcuni suoi lavori sono pubblicati su The Sunday Times, Colors, Die Zeit, Harper's, Creative Review. Nel 2005 fonda, assieme al fratello musicista Saverio Lanza, il gruppo artistico multimediale Pastis. A partire dal 2006 avvia il progetto ‘Depositi’, a cui si affianca la collaborazione con Luca Farulli. E’ autore dei volumi ‘The Living Dead. Inside the Palermo Crypt’ (Westzone Publishing 2000) e ‘Velature’ (Greta Edizioni 2015). www.marcolanza.it
Luca Farulli insegna Estetica presso l'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Laureatosi in filosofia all'Università di Firenze ha proseguito i propri studi filosofici in Germania, presso l'Università di Heidelberg. Ha svolto attività di insegnamento e di ricerca in molte università tedesche, in particolare presso l'Università di Stoccarda dove è attualmente Research Associate dell’Istituto IZKT. I suoi interessi si sono inizialmente concentrati sulla estetica tedesca del Settecento ed Ottocento, pubblicando, in Italia e Germania, studi su Jacob Burckhardt, Friedrich Nietzsche e Johann Wolfgang Goethe. Tali interessi si sono poi sviluppati come approfondimento della tematica relativa al colore, all’estetica della pittura ed alla teoria delle arti. A questi indirizzi di ricerca si è unita l’indagine relativa all’Estetica dei new media, disciplina che ha insegnato in vari atenei italiani ed esteri, tra cui l'Università Bauhaus di Weimar.