Di fronte al collezionista. La collezione di Uli Sigg di arte contemporanea cinese

Informazioni Evento

Luogo
CASTELLO DI RIVOLI - MUSEO D'ARTE CONTEMPORANEA
Piazza Mafalda Di Savoia , Rivoli, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

il giovedì dalle ore 10 alle ore 17 e da venerdì a domenica dalle ore 10 alle ore 19. La Collezione Cerruti sarà aperta il sabato e la domenica dalle ore 10 alle ore 19.

Vernissage
19/05/2020

NO

Curatori
Marcella Beccaria
Generi
arte contemporanea, collettiva

Il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea presenta per la prima volta in Italia la mostra Di fronte al collezionista. La collezione di Uli Sigg di arte contemporanea cinese, prestigiosa collezione di Uli Sigg (Lucerna, 1946), riconosciuta come la più importante al mondo.

Comunicato stampa

Il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea presenta per la prima volta in Italia la mostra Di fronte al collezionista. La collezione di Uli Sigg di arte contemporanea cinese, prestigiosa collezione di Uli Sigg (Lucerna, 1946), riconosciuta come la più importante al mondo.

Primo imprenditore a recarsi in Cina nel 1979 per la Schindler a seguito della dichiarazione della Open Door Policy, Uli Sigg ha intessuto relazioni economiche e ha stilato il modello per le imprese adottato dalla Cina, aprendo la porta agli investimenti e sostanzialmente inventando il modello cinese di capitalismo di Stato. Artefice della prima joint-venture tra la Cina e l’Occidente, nel corso degli anni trascorsi nel paese asiatico Sigg ha intrecciato relazioni e amicizie con numerosi artisti, individuando nell’arte uno straordinario strumento per conoscere in profondità la cultura cinese. In un contesto privo di istituzioni culturali dedicate all’arte contemporanea, Sigg ha fatto di del collezionismo un’opportunità di approfondimento personale. Frequentando assiduamente le gallerie private e gli studi degli artisti, Sigg ha incoraggiato i percorsi creativi della Cina contemporanea, acquisendo direttamente molteplici opere d’arte.

La collezione, che conta circa 2.500 opere di oltre 500 artisti, non si limita al solo gusto estetico del collezionista bensì rispecchia una visione enciclopedica che mira a documentare l’evoluzione dell’arte cinese dalla fine degli anni settanta a oggi.

Successivamente al periodo iniziale da imprenditore in Cina dal 1979 al 1995, Sigg torna in Cina come Ambasciatore svizzero per la Cina, Corea del Nord e Mongolia dal 1995 al 1998, periodo in cui ha avuto anche un fondamentale ruolo come ambasciatore culturale, promuovendo la conoscenza dell’arte cinese in ambito internazionale. Nel 1997 ha istituito il Chinese Contemporary Art Award (CCAA), premio annuale destinato ad artisti contemporanei cinesi che vivono in Cina e che, attraverso il coinvolgimento di direttori e curatori internazionali nella giuria, ha contribuito alla successiva diffusione dell’arte cinese in molti musei nel mondo. Grazie ai contatti favoriti da Sigg, Harald Szeemann, che era tra i giurati della prima edizione, ha poi invitato diciannove artisti cinesi alla Biennale di Venezia del 1999, esponendone per primo le opere in Europa.

Nel 2012 Sigg, con una donazione di 1.450 opere della sua collezione al M+ Museum for Visual Arts di Hong Kong, che sarà parzialmente aperto al pubblico nel dicembre 2020, ha restituito alla Cina un’importante parte della sua storia culturale recente.

La mostra, che accoglie i visitatori con opere allestite nell’atrio del Castello, lungo la scala d’onore e nelle sale al secondo piano, è sviluppata a stretto contatto con il collezionista e gli artisti e presenta una precisa selezione della Collezione Sigg e M+ Sigg Collection, documentandone alcuni tra i caratteri distintivi attraverso una scelta di sale tematiche e monografiche. La prima sala è una sorta di “archivio” in cui sono allestite alcune tra le prime opere acquistate e solitamente installate presso la sua casa in Svizzera e alcuni tra i numerosissimi ritratti che gli artisti gli hanno dedicato. A testimoniare le strette relazioni amicali intessute da Sigg, il centro della sala è occupato dal monumentale Fragments (2005) di Ai Weiwei, uno tra gli artisti a lui più vicini e presente in collezione con numerose opere, mentre l’importante lavoro di Feng Meng Bo testimonia il contributo di Sigg quale committente di nuove opere.

L’attenzione di Sigg nei confronti delle profonde trasformazioni sociali e politiche che hanno attraversato la Cina negli ultimi decenni è rilevabile in più opere presenti in mostra, tra cui quelle di Peng Yu & Sun Yuan, Liu Ding e Mao Tongqiang. L’interesse nei confronti della ricca tradizione culturale e il confronto tra l’idea di Occidente e quella di Oriente è riscontrabile nelle sale rispettivamente dedicate a Shao Fan e a Liu Wei. Tema ricorrente nella storia dell’arte cinese, il paesaggio accomuna più opere in collezione, dai pattern che delineano i nuovi orizzonti digitali di aaajiao, arrivando a includere profonde note spirituali come nel caso delle opere monocrome, al limite del visibile, di Qiu Shihua.

La mostra documenta inoltre la costante attenzione di Sigg nei confronti delle generazioni più giovani e la sua apertura nei confronti di molteplici tecniche artistiche. Le nuove opere di Miao Ying e He Xiangyu, appositamente commissionate dal collezionista per gli spazi del Castello, restituiscono inedite e audaci visioni della Cina odierna. “Grazie al mio viaggio attraverso l’arte – dice Sigg – credo di poter affermare di aver visto più Cina di molti cinesi. Colleziono, ma più che un collezionista preferisco definirmi un ricercatore”.

Lunedì 24 febbraio alle ore 18, l’inaugurazione della mostra sarà preceduta da una conversazione tra Carolyn Christov-Bakargiev, Marcella Beccaria, Uli Sigg, Ai Weiwei.

L’incontro si svolgerà presso il Teatro del Castello di Rivoli.

Uli Sigg (Lucerna, 1946), dopo la laurea in Legge all’Università di Zurigo, tra il 1973 e il 1976 è giornalista di economia per Finanz und Wirtschaft, Ringier AG.

Tre anni dopo la morte di Mao Tse-tung, avvenuta nel 1976, e con l’ascesa al potere di Deng Xiaoping, pioniere della riforma economica cinese, nel 1979, subito dopo che era stata dichiarata la “Open Door Policy”, che avrebbe poi trasformato la Cina in una potenza globale, una delegazione cinese arrivò alla Schindler, la società in cui Sigg aveva iniziato a lavorare e che rappresentava il suo primo incarico di lavoro dopo aver lasciato il giornalismo.

La delegazione cinese invitò l’azienda a presentare una proposta su come modernizzare l’industria cinese degli ascensori. Nessuno aveva esperienza su come relazionarsi economicamente con la Cina dal momento che era una nazione in via di sviluppo, e poiché Sigg era laureato in legge gli venne affidato il compito di trovare un modo per coinvolgere la Cina che all’epoca era un’economia socialista pianificata. Nel mondo occidentale era considerato folle portare denaro e tecnologia in Cina, ma alla fine Sigg riuscì a creare la prima società a capitale misto tra la Cina e il mondo esterno che in seguito è servito da modello per oltre un milione di aziende che investono in Cina. Che cos’è un’azienda, come viene redatto un conto profitti e perdite, come è tassata una società, quali sono le regole per un trasferimento di tecnologia: tutte le soluzioni che dovette negoziare sono diventate protocolli e norme che regolano le aziende private e in seguito buona parte di essi sono diventate la legge cinese.

Recatosi per la prima volta in Cina nel 1979, tra il 1980-1991 Sigg ricopre la posizione di Vice-Presidente della China-Schindler Elevator Co. a Pechino, mentre tra il 1990-1995 è imprenditore e membro dei Consigli di Amministrazione di Ringier, Schindler e altre società internazionali.

Dal 1995 al 1998 è Ambasciatore svizzero in Cina, Corea del Nord e Mongolia, e successivamente tra il 1999-2003 è Presidente di Ringier Media Group. Nello stesso periodo è Presidente Fondatore della Camera di Commercio Svizzero-Cinese e Direttore Onorario della China Foreign Invested Entreprise Association a Pechino. Attualmente è Vice-Presidente di Ringier Media Group, Zurigo.

Artisti in mostra

aaajiao (Xi’an, provincia di Shaanxi, Cina, 1984), Ai Weiwei (Pechino, Cina, 1957), Chen Danqing (Shanghai, Cina, 1953), Fang Lijun (Handan, provincia di Hebei, Cina, 1963), Feng Mengbo (Pechino, Cina, 1966), Fu Hong (Pechino, Cina, 1946), He Xiangyu (Kuandian, provincia di Liaoning, Cina, 1986), Liu Ding (Changzhou, provincia di Jiangsu, Cina, 1976), Liu Wei (Pechino, Cina, 1972), Li Zhanyang (Changchun, provincia di Jilin, Cina, 1969), Lou Shenyi (Hangzhou, provincia di Zhejiang, Cina, 1973), Manuel Salvisberg (Basilea, Svizzera, 1978), Mao Tongqiang (Yinchuan, provincia di Ningxia, Cina, 1960), Miao Ying (Shanghai, Cina, 1985), Ni Youyu (Ganzhou, provincia di Jiangxi, Cina, 1984), Peng Yu & Sun Yuan (Jiamusi, provincia di Heilongjiang, Cina, 1974; Pechino, Cina, 1972), Qiu Shi Hua (Zizhong, provincia di Sichuan, Cina, 1940), Qi Zhilong (Hohhot, Mongolia Interna, Cina, 1962), Shao Fan (Pechino, Cina, 1964), Wang Keping (Pechino, Cina, 1949), Zhang Wei (Pechino, Cina, 1952), Zhang Xiaogang (Kunming, provincia di Yunnan, Cina, 1958), Zhao Bandi (Pechino, Cina, 1966), Yu Youhan (Shanghai, Cina, 1943).

Cover: Liu Ding, The Orchid Room: Cerruti’s Attic and Earthly World, 2019

Courtesy l’artista