Di storie e di arte. Tre secoli di vita a Palazzo Vendramin Grimani

Informazioni Evento

Luogo
FONDAZIONE DELL'ALBERO D'ORO - PALAZZO VENDRAMIN GRIMANI
San Polo 203330125 , Venezia, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
12/04/2025
Uffici stampa
CASADOROFUNGHER
Generi
arte antica, arte moderna, arte contemporanea

Un viaggio nel tempo fra tre secoli di vita veneziana a Palazzo Vendramin Grimani.

Comunicato stampa

Grazie a una ricerca durata quattro anni, la mostra dà l’opportunità di rivivere la vita a Palazzo attraverso la ricostruzione degli ambienti e l’importante riscoperta delle collezioni delle famiglie che lo hanno abitato fino alla fine degli anni Sessanta del Novecento, dai dipinti di Rosalba Carriera e Angelica Kauffmann agli arredi originali

La Fondazione dell’Albero d’Oro a Venezia è lieta di presentare la mostra Di storie e di arte. Tre secoli di vita a Palazzo Vendramin Grimani, con la curatela di Massimo Favilla e Ruggero Rugolo e l’allestimento di Daniela Ferretti, che aprirà al pubblico dal 12 aprile al 23 novembre 2025.
Frutto di una ricerca iniziata nel 2020 e che verrà pubblicata in un corposo volume, la mostra racconta, attraversando tre secoli, la storia del palazzo oggi sede della Fondazione dell'Albero d'Oro, dei suoi abitanti e delle illustri famiglie veneziane che ne furono proprietarie.
La mostra presenta opere d’arte inedite appartenute alle collezioni delle famiglie – tra le quali quattro pastelli di Rosalba Carriera (Venezia, 1673-1757) e un dipinto di Angelica Kauffmann (Coira, 1741 - Roma, 1807) – ma anche documenti d’archivio, libri, arredi (mobili, argenti, ceramiche, porcellane, vetri, tessuti), abiti originali e fotografie storiche.

Collocato nel sestiere di San Polo e affacciato sul Canal Grande, a mezza via fra il ponte di Rialto e la Volta de Canal, il palazzo fu ricostruito agli inizi del XVI secolo nelle forme protorinascimentali che ancora oggi possiamo ammirare, soprattutto nella facciata. I Vendramin, i Grimani Giustinian e i Marcello e altri proprietari nel corso dei secoli lasciarono le proprie tracce attraverso una continua e costante sedimentazione, facendo dell’edificio un “deposito” delle passioni collezionistiche e dei mutamenti di gusto dei suoi proprietari.