Di-versi Di-segni
Mostra collettiva Di-versi Di-segni a cura di Laura Turco Liveri.
Comunicato stampa
Martedì 25 ottobre 2016, alle ore 18,00 a Roma, presso lo Studio Arte Fuori Centro, via Ercole Bombelli 22, si inaugura la collettiva Di-versi Di-segni a cura di Laura Turco Liveri.
L’esposizione rimarrà aperta fino all’11 novembre, secondo il seguente orario: dal martedì al venerdì dalle 17,00 alle 20,00.
L’evento è il terzo appuntamento di Spazio Aperto 2016 ciclo di quattro mostre in cui l’associazione culturale Fuori Centro ha invitato gallerie e critici a segnalare artisti per tracciare i percorsi e gli obiettivi che si vanno elaborando nei multiformi ambiti delle esperienze legate alla sperimentazione.
La collettiva Di-versi Di-segni, curata da Laura Turco Liveri, che ne scrive il testo critico, e organizzata allo Studio Arte Fuori Centro vuole sottolineare come l’interazione creativa tra poesia, prosa e arti visive formi un’unica opera, più ricca e completa, al di là della semplice contaminazione tra arti da sempre esistita.
Alessandra Bilotta, Stefania Di Filippo, Franco Durelli, Sabrina Carletti, Alessandro Piccinini, Rosella Quintini, Claudia Sabellico, Sara Savini, sono artiste e artisti di diversa generazione e formazione che operano nel campo dell’incisione, della pittura, dell’installazione, della performance e del murales - non escludendo escursioni nel video d’artista.
Dedicandosi da tempo alla realizzazione di libri d’artista anche in collaborazione, intendono oggi segnalare come ricerche individuali possano interagire creativamente, rafforzando la portata informativa di ogni lavoro in una mostra-installazione nuova e densa di significato.
In tal modo, la ricerca accurata del segno inciso e dipinto di Bilotta si raccorda ai graffi delle lacerazioni di Carletti e all’affabulazione dei graffi(a)ti – come recita il titolo di una sua recente mostra – di Durelli, mentre le sagome di Piccinini stemperano i toni isolando forme ritagliate da foto, forme che Di Filippo ricava da percorsi fotografici in terre lontane. Come in una peculiare Torah, Sabellico stratifica pagine, lettere e note rimandando agli echi di parole che risuonano nelle pagine del libro-installazione di Savini, concludendosi nelle mappe di carta fatta a mano dei Pensieri geometrici di Quintini.
Al finissage, reading di poesie e musica dal vivo.