Renzo Buttazzo / Daniele Dell’Angelo Custode – Dialoghi Lunari

Informazioni Evento

Luogo
CONVITTO PALMIERI
piazzetta Carducci, Lecce, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

tutti i giorni dalle 9:00 alle 20:00

Vernissage
20/06/2019
Contatti
Telefono: +39 3296036440
Artisti
Daniele Dell’Angelo Custode, Renzo Buttazzo
Curatori
Maria Agostinacchio
Generi
doppia personale, collettiva

Mostra di sculture

Comunicato stampa

Giovedì 20 giugno 2019 presso il Convitto Palmieri di Lecce verrà inaugurata la mostra-dittico Dialoghi Lunari: sculture di Renzo Buttazzo e Daniele Dell’Angelo Custode, a cura di Maria Agostinacchio. La mostra è organizzata dall’Associazione Culturale Festinamente in occasione del 150° Anniversario del Museo Castromediano di Lecce, all’interno del cartellone Muse, Musei, Musiche, la programmazione estiva del Polo Biblio-Museale Regionale di Lecce. L’esposizione chiuderà il 20 luglio, giorno dell’anniversario dello sbarco sulla Luna. A distanza di 50 anni dalla “passeggiata così prosaica e anche un po’ stupida degli americani” come ricordò Pasolini, nulla hanno potuto quei 384.400 km di distanza per rarefare la dimensione onirica e surreale della Luna, sia essa poetica, avventurosa, riflessiva, lunatica: l’uomo insegue ancora questa sfera lattea sospesa e confidenziale.

La Luna, “figlia di Latona incensa” per Dante, “immagine lucente, quando piena più risplende, bianca. Sopra la terra” dai frammenti di Saffo, non ha mai assottigliato la sua traslucida sostanza di sogno, mai rinunciato alla magica dimensione della fuga dove decantare speranze, desideri e dolori, tanto vicina da trascinarla in giardino come fa Leopardi in “Ode a Melisso”. La Luna, testimone del volo d’amore nel blu dipinto di blu per Bella e Marc Chagall, accecante negli occhi sperduti di Van Gogh, è violata dal cannocchiale di Galileo per amore della conoscenza e accecata da Georges Méliès nel volto surreale, profondamente struggente in Beethoven e colorata da tocchi picchiettati nella celebre suite di Debussy. Alla Luna dedicano una riflessione creativa i maestri Renzo Buttazzo e Daniele Dell’Angelo Custode, due artisti che hanno scelto la scultura come cifra narrativa della loro poetica.

E’ un dialogo a distanza per forme e materiali: pietra leccese e marmo per Buttazzo, ferro, acciaio e corten per Dell’Angelo Custode ma la compenetrazione dialogica è modulata dalla luce: volumetrica e plastica nelle superfici opache e scabre, fuggevole ed evocativa nei territori rilucenti del metallo e nei mondi interiori delle sfere di marmo. Due interrogativi, la stessa soluzione immateriale nell’ecclissi della ragione e nell’alba della poesia. La mostra prenderà avvio da piazzetta Carducci dove Equilibrio Instabile di Daniele dell’Angelo Custode punterà alla Luna un cannocchiale senza lente, una bussola in ferro e corten ad
indicare la sostanza umana, solida come i sogni e fugace come la materia. Due Sentinelle dello stesso scultore abiteranno le arcate nel Chiostro a presidiare la bellezza, l’arte, la musica, la poesia, le parole che animano il luogo.

Più intimo l’approccio con Ego, Sustanzia, Eclisse di Dell’Angelo Custode, “un approfondimento sulla traslucida variabilità del metallo, accecante e specchiante, mai certo del risultato finale in cui ciascuno (Ego) può perdere la sua identità (Sustanzia) per immergersi in una variabile (Eclisse)” sottolinea la curatrice Maria Agostinacchio. E dall’Eclipsis inizia il percorso di Renzo Buttazzo, un dittico bidimensionale in pietra leccese vulcanizzata in cui le forme archetipiche del cerchio e del quadrato sono le facce speculari della riflessione sugli opposti. Giocati sul lirismo luce-materia sono Chandrama e Andromeda, sfere perfette in marmo, astri satelliti testimonianti l’ossimoro del crescendo materia-pieno vuoto- luce. Dopo anni di sperimentazione sulla pietra leccese, l’artista esplora il marmo, sollecitando questo materiale alla trasparenza e alla rarefazione. Per queste opere Buttazzo si è avvalso della collaborazione di Giacomo Rollo, giovane titolare dell’azienda Romar, specializzato nell’utilizzo di macchine a controllo numerico.

Una mostra iniziatica che trasporta in suggestioni oniriche, tralasciando la mera esteriorità della visione per arrivare nell’intimo della ricerca che è personale ma anche collettiva. Sperimentando le inquietudini e i successi degli artisti, titanici creativi al cospetto della materia plasmata e addomesticata, violata ed amata, lo spettatore si identifica nella assiduità del superamento del limite, nell’infrazione poetica del sogno, nel traguardo irraggiungibile più ambito. E ciascuno trova la sua luna nelle effemeridi della vita.