Dialogo 1 – Mirella Bentivoglio / Serena Gamba
NP-ArtLab presenta, in collaborazione con Martelli Fine Art, una selezione di opere delle artiste Mirella Bentivoglio e Serena Gamba in dialogo tra loro.
Comunicato stampa
NP-ArtLab presenta, in collaborazione con Martelli Fine Art, una selezione di opere delle artiste Mirella Bentivoglio e Serena Gamba in dialogo tra loro. La mostra vuole mettere in relazione due artiste di generazioni differenti ma che utilizzano la pratica verbo visiva come medium. Il lavoro di Mirella Bentivoglio (Klagenfurt, 1922) si svolge in ambito totalmente poetico: tra linguaggio e immagine, linguaggio e materia, linguaggio e oggetto, linguaggio e ambiente. In particolare, le sue opere in mostra sono strettamente legate alla rappresentazione dell’uovo, riconnesso alla lettera O, che, secondo l’artista, è simbolo dell’Universo, del nulla e del tutto, del vuoto e del pieno, ma anche della creazione e della maternità, concetto fondamentale per l’artista che ha più volte identificato come esperienza che l’ha profondamente influenzata e guidata nel suo percorso artistico. L’uovo tornerà frequentemente nelle opere dell’artista spesso legato ai libri, segno specifico della dimensione intellettuale, simbolo della cultura.Un vero e proprio continuum con i lavori della Bentivoglio e in generale delle poetesse della Nuova Scrittura, è rappresentato da Serena Gamba (Moncalieri, 1982). La sua ricerca ruota attorno al significato della pittura e alle sue declinazioni in relazione alle arti visive e applicate. Le immagini della Storia dell’Arte vengono svuotate dal loro significato originario per essere rielaborate in modo da far emergere la loro natura essenziale lontana da forme imperfette e preconcette.
I generi e i materiali della pittura, le basi del linguaggio scritto e parlato, gli elementi costitutivi del disegno vengono condensati in nuove strutture e segni primari attivando un processo di ricostruzione di una nuova immagine. Sono questi elementi strutturali che vanno a definire un’architettura, un alfabeto visivo, lasciando una piena libertà di interpretazione e rielaborazione.
Le opere in mostra riflettono perfettamente la poetica dell’artista dove i concetti di memoria e oblio coesistono. L’atto di scrivere e descrivere il dipinto originale è una riflessione e una testimonianza del ricordo: è il tentativo di creare un incontro intimo tra l’individuo e il proprio atto di ricordare e memorizzare tutta la Storia dell’Arte. Le lettere cucite a mano diventano testimonianza vivida di qualcosa che era presente e che ora sta scomparendo o che presto scomparirà. È la scrittura che diventa il mezzo e il modo per rallentare il processo e accogliere l’oblio. Si viene a creare un archivio, uno strumento per la memoria.