Dialogo con il corpo

Informazioni Evento

Luogo
CACT - CENTRO D'ARTE CONTEMPORANEA DEL TICINO
Via Tamaro 3, Bellinzona, Switzerland
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
03/03/2018

ore 17,30

Generi
arte contemporanea, collettiva

Disquisire di corpo equivale a parlare, per taluni, dell’incarnazione tra la dimensione spirituale e misterica della nascita e quella altrettanto misterica ed enigmatica della morte: un percorso breve tra un evento a tratti inspiegabile e un altro dai tratti infiniti. Così ci piacerebbe credere di fronte alla Fine entro un percorso di sofferenze psico-corporali.

Comunicato stampa

DIALOGO CON IL CORPO

Massimiliano Baldassarri, Stefania Beretta, Jérémie Blanes, Carlo Buzzi, Giuseppe Chiari, Mat Collishaw, Martin Disler, Lior Herchkovitz, Ivan Lupi, Gunnar Müller, Aldo Patocchi, Paolo Ravalico Scerri, Sonja Maria Schobinger, Valter Luca Signorile, Daniel Tsal, Massimo Vitangeli, Erga Yaari.

Vernissage: sabato 3 marzo 2018 alle 17:30

3 marzo – 27 maggio 2018

Disquisire di corpo equivale a parlare, per taluni, dell’incarnazione tra la dimensione spirituale e misterica della nascita e quella altrettanto misterica ed enigmatica della morte: un percorso breve tra un evento a tratti inspiegabile e un altro dai tratti infiniti. Così ci piacerebbe credere di fronte alla Fine entro un percorso di sofferenze psico-corporali. Un lasso di tempo che vede nell’identificazione con lo spirito fattosi carne un momento di sperimentazione della coscienza ed una prosecuzione biologica.

La mistica, ancora oggi, non si risparmia nel cercare di trovare risposte, laddove di risposte – proprio perché di fede si tratta – non ne ha. La fede esiste e non si discute. Così il corpo come incarnazione dello spirito.

Questo assioma ci porta alle diverse e differenziate diatribe tra dogma e filosofia, dove nel primo caso gli assunti non vengono discussi, mentre, per quanto riguarda il secondo, la filosofia – per definizione – mette giustamente in discussione ogni nostro gesto e pensiero entro una dimensione analitica. Il corpo, nell’ambito di questi innumerevoli dialoghi con l’Universo, agisce come una lente che ci fa intravvedere un’esistenza spirituale connessa al peso della costrizione fisica.

Essa rappresenta, tuttavia, anche il corpo sensuale e sessuale, il corpo sociale attraverso tutti i suoi codici di manifestazione e di affermazione, il corpo politico, il corpo che cerca di sopravvivere agli anni e alla malattia, il corpo che diventa anche codice esistenziale. Non esiste annullamento del corpo, senza che ciò comporti l’annientamento dello spirito culturale ch’esso contiene e possiede. La violenza sul corpo rappresenta la negazione della persona psichica e filosofica che lo abita, proprio attraverso il suo assassinio o la sua dominazione. Ogni concetto mentale passa attraverso il corpo e la sua espressione emotiva e passionale; in esso abita l’anima e in fondo ad essa la vera definizione d’identità. Oggi è più facile essere visti per l’esibizione del proprio corpo che per quella della ricchezza spirituale.

Le opere e gli autori all’interno di questa mostra si diversificano.

I temi, come detto pocanzi, sono legati al corpo sessuale, politico, civile, a quello dolce o a quell’altro più violento; al corpo geografico, alla radice, non senza esimersi dall’approfondire il concetto di ‘rapporto di forza’, che quasi sempre, prende corpo – entro una società visibile, estetica ed effimera come la nostra –, nella guerra e nello scontro fisico. Il rapporto di forza è l’unione e lo sposalizio, ma anche la separazione e il divorzio. È incontro, ma anche conflitto per la propria particolare individualità ed eterna solitudine.

Ogni cosa tocca il corpo, inteso come luogo dell’impeto e delle passioni; una forma di realtà che si contrappone alla meta-realtà, all’ideale altrimenti chiamato verità. Ogni verità è unica, personale e personalizzata.

La verità ci appartiene, la realtà no: lo spirito ci appartiene, il corpo, invece, no.

È un tempo, in cui una Vita ci strappa a sé, mentre nell’istesso tempo un’altra esistenza ci chiede la sua presenza: una dimensione che chiamiamo erroneamente Morte.

Ogni autore all’interno di questa esposizione ha espresso con modi e in epoche diverse questo strepitoso disagio, che rende l’esistenza umana unica nel suo splendore scenografico e coreografico.

Mario Casanova, Bellinzona, 2017.