Dialogue
Raffaele Fiorella, Leandro Summo e Alessandro Vangi “dialogano” con il museo con differenti pratiche artistiche che si appropriano degli spazi attraverso storie, narrazioni e immagini catturate in contesti diversi. Per il curatore Alexander Larrarte la mostra è “figlia della realtà contemporanea”.
Comunicato stampa
L’ex Carcere Mandamentale di Corato, ora sede del Museo della Città e del Territorio, diventa terreno di ricerca e scena di un'indagine aperta e in progress sul rapporto tra arte e spazio espositivo e su come la funzione di entrambe si intrecci al territorio e alla "socialità" dell'arte. Dal 16 dicembre al 29 gennaio prossimo il Museo di Corato ospita “DIALOGUE”, mostra collettiva di Raffaele Fiorella, Leandro Summo e Alessandro Vangi a cura di Alexander Larrarte e realizzata in collaborazione con la Società Cooperativa Sistema Museo, CoArt Gallery e con il patrocinio del Comune di Corato. La mostra sarà inaugurata venerdì 16 dicembre alle ore 19.30.
La mostra sperimenta un nuovo rapporto contenitore/contenuto, un dialogo tra la prima destinazione d’uso dello spazio, l’attuale collezione permanente del Museo e interventi site-specific dove le barriere linguistiche, i medium, il video, la pittura, la scultura, l’installazione smettono di essere campi separati e tutto concorre alla destinazione di un senso negli occhi di chi osserva. E allora, l'arte dialoga con i suoi abitanti e frequentatori, si interroga sulla sua funzione e pone al contempo domande. Se Raffaele Fiorella muove scene in “equilibrio” tra realtà e finzione, Leandro Summo e Alessandro Vangi danno luce e voce alle sale del Museo. Differenti le pratiche artistiche che si appropriano degli spazi con storie, narrazioni e immagini catturate in contesti diversi.
Per il curatore della mostra Alexander Larrarte: “Dialogue è figlia della realtà contemporanea dove tutti siamo invitati ad essere testimoni dei grandi cambiamenti e delle profonde contraddizioni del nostro tempo. La crisi economica, le guerre, gli attentati e le catastrofi naturali disegnano un futuro incerto e contribuiscono ad alimentare un senso di fragilità e incertezza dell’uomo contemporaneo. Questo continuo clima di cambiamento, di frammentazione culturale e ideologica ispira gli artisti alla realizzazione di opere con una continua ibridazione fra tecniche diverse e con una decisa forza espressiva. Gli artisti riattivano le forme abitandole: gli spazi, le sale di questo Museo, in origine luogo del vissuto quotidiano nell’espiazione di una pena, ora dimora della storia di una comunità, divengono scenario di un atto sperimentale, di un tentativo di dialogo tra arte e vita con la volontà di eliminare il limite che le separa”.