Diego Gualandris & Riccardo Sala – Caradrio
Gualandris e Sala tentano di tradurre gli elementi che costruiscono il loro immaginario realizzando dipinti e sculture che si presentano come visioni, parti di racconti non esplicitati ma semplicemente aperti alla lettura.
Comunicato stampa
Il Caradrio è una creatura mitologica, un uccello leggendario citato da Socrate nel dialogo platonico del Gorgia per raffigurare le abitudini dell’uomo lussurioso. Descritto per la sua capacità di defecare durante il nutrimento, nel medioevo l’animale si è caricato di un carattere salvifico perché capace di assorbire i malesseri dei malati sedendosi sui loro letti e volando in contro al sole per liberarli.
Simbolo di purezza e sacrificio, il Caradrio è stato in ultimo associato all’immagine di Gesù Cristo, entrando all’interno di una serie di rappresentazioni cristiane di stampo pagano.
Le diverse storie che questa creatura accoglie su di sé testimoniamo un certo tipo di trasmissione culturale che attraverso la superstizione e il paganesimo ha collegato nei secoli la mitologia e la cultura orale greca al Cristianesimo.
Proprio in questa contaminazione di fonti e iconografie culturali si va a formare un immaginario che accomuna la pratica dei due artisti. Entrambi sono coinvolti in una ricerca sul linguaggio visivo che ha tradotto nel tempo quelle riflessioni sul terreno, sul celeste e sulla loro connessione, che caratterizzano la cultura mediterranea.
Questa ricerca non si sviluppa tanto su uno studio antropologico generico, ma su una riscoperta e su una decostruzione delle proprie storie personali, esse stesse risultato di una mescolanza tra l’educazione cattolica, la cultura anni ‘80-‘90 del fiction fantasy, la fascinazione per il mitologico e il fiabesco, lo studio di teorie cosmologiche e teosofiche.
Gualandris e Sala tentano di tradurre gli elementi che costruiscono il loro immaginario realizzando dipinti e sculture che si presentano come visioni, parti di racconti non esplicitati ma semplicemente aperti alla lettura. Lavorando sulle strutture combinatorie che caratterizzano la mitologia, la fiaba e la letteratura aneddotica rinascimentale, i due artisti sviluppano un linguaggio che, mantenendo una corrispondenza con la realtà, si anima grazie a riferimenti dal mondo onirico e metafisico.
Sculture concepite come scenari portatili, sezioni di cielo, vedute di paesaggi e personaggi grotteschi, sono i diversi elementi che inseriti in un gioco di corrispondenze e di ruoli trasformano la mostra in un ambiente narrativo, uno spazio immaginario.
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Denise Solenghi
Tile Project Space
Via Garian 64, angolo viale Misurata, Milano
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Diego Gualandris & Riccardo Sala
CARADRIO
OPENING March, 12 2018 - 7 PM
March 13 - April 15 2018
The Caradrio is a mythological creature, a legendary bird mentioned by Socrates in the Platonic dialogue “Gorgia” to portray the habits of the lustful man.
Formerly described for its ability to defecate during nourishment, in the Middle Ages the animal was charged with a salvific character because it was able to absorb the diseases of the sick only by sitting on their beds and flying against the sun to set them free.
As a symbol of purity and sacrifice, the Caradrio was then associated with the image of Jesus Christ, appearing in pagan-style Christian representations.
The different stories that linger around this creature, witness a specific kind of cultural transmission that, over the centuries, through superstition and paganism have linked Greek mythology and oral culture to Christianity.
Within this contamination of cultural sources and iconographies, the imaginary that brings together the practice of the two artists takes shape. Both are involved in a research on visual language that has translated over time reflections on the terrain, on the celestial and on their connection, which characterize the Mediterranean culture.
This research has not been developed starting from a generic anthropological study, but from a rediscovery and deconstruction of their personal stories, which are themselves the result of a mixture between Catholic education, the 80s-90s culture of fantasy fictions, the fascination for the mythological and the fairy-tale, the study of cosmological and theosophical theories.
Gualandris and Sala translate the elements that construct their imagination by creating paintings and sculptures that appear as visions, parts of tales not explicit but simply open to being read. Working on the combinatorial structures characterizing the mythology, the fairy tale and the Renaissance anecdotal literature, the two artists develop a language that, maintaining a correspondence with reality, comes alive thanks to references from the oneiric and metaphysical world.
Sculptures conceived as portable scenarios, sections of sky, landscapes and grotesque characters, are the different elements inserted into a game of correspondences and roles that transform the exhibition into a narrative environment, an imaginary space.