Different Things from Different Places
Different Things sono quelle cose o quei materiali che sebbene siano del tutto ordinari e di facile reperibilità quotidiana, vengo nobilitati dal gesto artistico.
Comunicato stampa
Il video di Reid Ramirez (California 1979) intitolato Hooch’s Houses può essere considerato il manifesto di questa mostra collettiva intitolata “Different Things from Different Places”.
Il video è basato sulla tecnica cinematografica del morphing, una tecnica digitale nata alla fine degli anni 80 che non è altro che l'uso in contemporanea di una dissolvenza incrociata e di un effetto di deformazione chiamato warping che consente la trasformazione fluida, graduale tra due immagini diverse che nel caso del video di Ramirez, sono foto di desolati interni di case appartenenti alla working class. Il senso di squallore che questi luoghi ispirano, viene però sublimato dalla “magia” dell’effetto digitale per cui si ha un profondo effetto ipnotico che spinge l’osservatore a seguire le successive trasformazioni delle immagini, effetto che viene amplificato anche dallo straniante commento audio realizzato dall’artista utilizzando un sintetizzatore vocale.
Different Things sono quindi a ben guardare quelle cose o quei materiali che sebbene siano del tutto ordinari e di facile reperibilità quotidiana, vengo nobilitati dal gesto artistico e quindi rese ARTE a tutti gli effetti. In mostra troviamo infatti i lavori del canadese Mike Goldby (Toronto 1991) il quale utilizza pezzi di tessuto tecnico, quello che per intenderci è usato nell’abbigliamento sportivo, per realizzare opere che ricordano la color field painting americana. Oppure lo statunitense Nicholas Pilato (1986) che dipinge usando il cemento. L’artista copre le sue tele che ha in precedenza dipinto ad olio, con uno strato di cemento liquido mescolato ad un leggero collante che una volta asciugato sarà sapientemente grattato via scoprendo le zone di colore sottostante. Una diversa tecnica è invece quella usata dall’artista Nico Colon (San Francisco 1982) il quale realizza i suoi dipinti impregnando di colore larghe foglie di piante come quelle del ficus o del banano, per poi lasciare la loro impronta su pezze di tessuto commerciale. Il risultato è una fitta vegetazione colorata che si erge come una foresta di segni. Infine l’artista Reid Ramirez (che come Colon è di chiare origini latine) già citato perché autore del video, ha realizzato appositamente per questa sua partecipazione alla mostra, tre sculture intitolate Hoodies fatte appunto utilizzando delle felpe bianche con cappuccio. L’artista ha colorato ciascuno capo immergendolo rispettivamente nell’aranciata, nel succo d’uva e in una bibita messicana a base di cola. Le tre felpe così tinte sono poi esposte appoggiandole su una armatura fatta di filo d’acciaio sagomato dall’artista al fine di conferire a ciascun indumento una particolare forma.