Dimensionare lo spazio
La mostra invita a riflettere su una idea di scultura intesa come rimodulazione dello spazio fisico attraverso opere la cui tridimensionalità nasce dalla alterazione della percezione visiva.
Comunicato stampa
La galleria A arte Invernizzi inaugura mercoledì 18 settembre 2024 alle ore 18 la mostra Dimensionare lo spazio, a cura di Lorenzo Madaro, che invita a riflettere su una idea di scultura intesa come rimodulazione dello spazio fisico attraverso opere la cui tridimensionalità nasce dalla alterazione della percezione visiva.
La mostra si concentra sui perimetri e gli ambiti di ricerca di una scultura in grado di generare riflessioni sulla forma e lo spazio. Gli artisti protagonisti del progetto espositivo hanno lavorato e lavorano investigando le radici proprie del linguaggio, esplorando la luce e il dinamismo, ma anche il rapporto tra la bidimensionalità della parete e lo sguardo espanso dell’architettura, esplicitando le specificità che la scultura ingloba costantemente.
La scultura serve a riconoscere i luoghi, a viverli e a osservarli.
All’interno di questa dicotomica e persistente relazione di connessione che sussiste tra forma e spazio, si estende un dibattito destabilizzante e straordinario, anche sul piano propriamente teorico. L’artista che in Italia ha avuto un ruolo prioritario in quest’ambito - anche sotto il profilo teorico e in anni pionieristici - è stato Nicola Carrino, da cui è preso in prestito il titolo della mostra e secondo il quale «Scultura è operazione del mutare, strumento indispensabile del continuo occupare e dimensionare lo spazio». Come evidenzia Franco Sossi nel suo Luce Spazio Strutture (1967), i presupposti di tali esperienze vanno rintracciati nel Costruttivismo degli anni Dieci del XX secolo.
La scultura pertanto diviene un linguaggio generativo di esperienze, preludio di un’architettura ulteriore rispetto a quella con cui si relaziona, ma è anche un linguaggio che esiste solo in rapporto a un ambiente. È l’opera stessa che contiene lo spazio, creandolo. Confermano tali linee teoriche le opere in mostra e i percorsi di Gianni Asdrubali, Nicola Carrino, Gianni Colombo, Lesley Foxcroft, Igino Legnaghi, François Morellet, Arcangelo Sassolino, Mauro Staccioli, David Tremlett, Antonio Trotta, Grazia Varisco e Michel Verjux.
In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo bilingue con un testo di Lorenzo Madaro, docente di Storia dell’Arte Contemporanea all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano, e la riproduzione delle opere esposte.