Dino Cucinelli – Perchè la bicicletta
Biciclette abbandonate, ammucchiate, sovrapposte, rovesciate in terra in in quel colore, elementi immobile sull’eternità di un momento senza fine.
Comunicato stampa
...la furia finale del dinamismo, l’avrebbe chiamata lo stesso Boccioni. Quasi un secolo dopo nel 2010 Dino Cucinelli, in un rinnovato impasto essenzialmente tricromatico dove il colore centrale si organizza come movimento fuggente che attraversa, quasi del tutto estraneo ai colori primari del cielo della terra, un tempo statico e immortale. Qui al posto della furia dinamica che scompone lo spazio tempo si percepisce una delicata armonia di assonanze che sintetizza il suono dello spettro cromatico in fram- menti sparsi casualmente nel tempo; e parti della bicicletta e sfondo sono la mede- sima musica: “attesa”, “ballata”, “sosta"... opere che sembrano essere il malinconico canto dell'angelo, un ululare alla luna per la sua inutile corsa nel cielo, nella sua triste meccanica tragedia. Biciclette abbandonate, ammucchiate, sovrapposte, rovesciate in terra in in quel colore, elementi immobile sull'eternità di un momento senza fine.
Gaetano M.Bonifati professore filosofo