Dipinti e Arredi Antichi 2023

Informazioni Evento

Luogo
TORNABUONI ARTE - ARTE ANTICA
Via maggio 40r , Firenze, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
14/12/2023
Uffici stampa
DAVIS & CO
Generi
arte antica

Tornabuoni Arte – Arte Antica inaugura, nelle due sedi di via Maggio, 40r e Via de’ Tornabuoni, 5, a Firenze, la mostra Dipinti e Arredi Antichi 2023, una selezione delle opere più significative del catalogo.

Comunicato stampa

Tra i dipinti a tema sacro e religioso, quali i cosiddetti “fondi oro” del Trecento e Quattrocento, troviamo una splendida tavola della prima maturità di Zanino di Pietro, il più rappresentativo dei pittori del tardogotico veneziano insieme a Gentile da Fabriano. Si tratta di un’opera dedicata all’iconografia della Madonna dell’Umiltà, databile probabilmente all’inizio del XV secolo, che vede la Vergine seduta su un prato, adagiata sopra ad un cuscino dorato.

 

Passando al Cinquecento, tra le opere sacre va ricordata anche la Madonna col Bambino di Giovanni di Niccolò Mansueti (1485-1527), pittore formatosi a Venezia presso Gentile Bellini che nel corso della sua carriera mostrò, tuttavia, anche l'influenza del più celebre fratello del maestro, Giovanni Bellini, e del grande Vittore Carpaccio.

 

Tra le nuove acquisizioni, spicca in particolar modo la Maddalena in estasi, opera inedita di Bernardino Cesari, fratello minore del Cavalier d’Arpino e insieme a lui attivo a Roma negli anni della rivoluzione artistica tra la Maniera e il primo Barocco. La Maddalena, raffigurata di tre quarti, con i lunghi capelli biondi cadenti sulle spalle e un libro chiuso in grembo, è rappresentata, secondo un’iconografia molto diffusa, nel momento della sua estasi, affiancata da un angelo che le porge il vaso degli unguenti.

 

Le muse e Pegaso fra le nuvole del monte Parnaso e Venere e Adone sono le due tele a tema profano di Pietro Liberi (Padova, 1605 – Venezia, 1687), uno dei più validi artisti attivi nel pieno Seicento, molto apprezzato dai collezionisti coevi per il carattere sensuale ed erotico dei suoi lavori. In Venere e Adone, uno dei più tipici e meglio riusciti esempi della sua produzione, la dea della bellezza abbraccia e bacia teneramente il giovane, a mezzo busto, mentre in alto un putto su un carro alato guarda la scena. Dell’artista padovano, i cui punti di riferimento furono i grandi maestri del passato, come Michelangelo e Raffaello, ma anche Annibale Carracci e Pietro da Cortona, si propone anche la Battaglia di Lepanto, una rarissima tela dove l’artista, tratteggiando un luminoso squarcio nel cielo sopra al concitato scontro navale, illustra la vittoria della Cristianità sugli infedeli.

 

Il grande olio su tela Veduta di Roma con capricci architettonici del pittore e scenografo Antonio Joli (Modena, 1700 – Napoli, 1777), esponente del Vedutismo, spicca tra le opere di questo particolare genere pittorico, quello dei capricci architettonici appunto, che troviamo nel percorso espositivo. Rappresenta uno scorcio della Città Eterna in primo piano, preso dai Mercati di Traiano o da Villa Aldobrandini, con le rovine di templi all’antica e, sullo sfondo, la Colonna Traiana e la Chiesa di Santa Maria di Loreto.

 

Molte anche le sculture proposte dall’esposizione. Tra queste, il pezzo più importante è sicuramente la bellissima Madonna col Bambino, raro stucco policromo la cui eccezionale qualità e l’ottima conservazione del colore fanno pensare che sia stato prodotto proprio dalla bottega di Andrea della Robbia, all’inizio del XVI secolo. La presenza dell’antica cornice a tabernacolo testimonia il fatto che questo oggetto fu probabilmente realizzato per il culto domestico. Degna di nota anche la Venere che cavalca un tritone in marmo di Carrara, risalente all’inizio del Seicento, il cui autore è stato identificato in Chiarissimo Fancelli (1588-1632), specializzato nella scultura in marmo all’antica, attivo per tutta la sua carriera a Firenze.

 

Esemplari unici, infine, fanno parte della collezione di mobili e oggetti d’arredo antichi, tra cui segnaliamo il magnifico Paliotto con Sant’Antonio proveniente dall’area emiliana e più precisamente da Carpi. Questo paliotto, termine che indica il rivestimento decorativo del fronte dell’altare, è uno splendido esempio dell’arte della scagliola, tecnica di intarsio a imitazione di marmi e pietre dure nata proprio nella città emiliana all’inizio del XVII secolo, periodo al quale va fatta risalire la realizzazione dell’arredo sacro. Il disegno, circondato da una splendida cornice in porfido, è riccamente elaborato con motivi naturalistici, ed incornicia l’immagine centrale con Sant’Antonio e Gesù Bambino.