Diploma Honoris Causa a Lea Vergine
L’Accademia di Belle Arti di Brera conferisce a LEA VERGINE il Diploma Accademico Honoris Causa in Comunicazione e Didattica dell’arte e il titolo di Accademico d’Italia.
Comunicato stampa
L’Accademia di Belle Arti di Brera conferisce a LEA VERGINE il Diploma Accademico Honoris Causa in Comunicazione e Didattica dell’arte e il titolo di Accademico d’Italia.
¬¬¬
Il prestigioso riconoscimento che le viene attribuito, riverbera il contributo reso da Lea Vergine come critico d’arte, ma anche come intellettuale impegnata sempre in prima persona, nel dibattito culturale e sociale del proprio tempo. Critica militante, il suo libro “Il corpo come linguaggio”, sin da quando appare nel 1974, è subito un successo internazionale. Testimone diretta della nascita e della crescita di uno dei più controversi movimenti artistici del ‘900, la Body Art, Lea Vergine è stata la prima a intuire e teorizzare la nuova corrente artistica. A seguire sono moltissime le mostre da lei curate, che sempre hanno riscosso ammirazione e partecipazione per la sua particolare e personalissima maniera, ultima delle quali, all’inizio del 2013, “Un altro tempo.Tra Decadentismo e Modern Style”, al Mart di Rovereto. La vita professionale di Lea Vergine è costellata da costanti successi nel campo della cura di mostre ed eventi culturali e impreziosita da esperienze di ideazione e cura di convegni internazionali.
La consegna dei due titoli è affidata a Franco Marrocco, direttore dell’Accademia di Belle Arti di Brera; a Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura del Comune di Milano; a Domenico Piraina, Direttore Polo Mostre e Musei Scientifici di Milano; a Francesca Alfano Miglietti, docente del dipartimento di Comunicazione e Didattica dell’arte di Brera, a colloquio con Lea Vergine.
Motivazione:
La Direzione dell’Accademia di Belle Arti di Brera, il Collegio dei Docenti e il dipartimento di Comunicazione e didattica dell’Arte, conferiscono il Diploma Accademico di Secondo Livello a:
LEA VERGINE, critico d’arte, scrittrice e studiosa dei linguaggi artistici di eccezionale spessore culturale.
Rigorosa, anticonformista, raffinata, sagace, ironica, originale, capace di dialogare da più decenni con la cultura nazionale e internazionale, le sue mostre e i suoi saggi percorrono la contemporaneità e offrono l’occasione di riflettere su comportamenti, passioni, riti, mode. I suoi saggi svelano le trame complesse delle azioni umane: interagiscono con la cultura del passato, parlano del presente e lasciano intravedere il futuro.
Quello di Lea Vergine è un percorso conoscitivo accompagnato da una presenza intellettuale che la vede sempre impegnata in prima linea.
Fra gli interpreti più fecondi e significativi del dibattito artistico, le sue riflessioni sull’arte contemporanea hanno aperto nuovi orizzonti di comprensione, e continuano ed essere tra le più incisive e autorevoli.
A Lea Vergine, l’Accademia di Belle Arti di Brera, riconosce la particolare unicità, tipica di ogni artista, di rendere consapevoli.
Biografia sintetica
Lea Vergine è scrittrice, critico d’arte e collaboratrice delle più importanti testate italiane. Collabora sin dal 1973 con quotidiani come Il Manifesto e Il Corriere della Sera e molti periodici.
E’ stata uno dei primi critici ad occuparsi della Body Art, pubblicando nel 1974 Il corpo come linguaggio, il libro che ha creato uno scandalo simile a quello delle opere che analizzava.
Ha posto in rilievo in L'altra metà dell'avanguardia 1910-1940. Pittrici e scultrici nei movimenti delle avanguardie storiche, 1980, la funzione delle donne nei fenomeni artistici della prima metà del 20° sec., apportando un contributo fondamentale nell'approccio critico e nella scoperta dell'opera artistica femminile.
Ha organizzato numerose mostre tra cui ricordiamo:
L’altra metà dell’Avanguardia (Milano, Roma, Stoccolma, 1980-1981), Arte programmata e cinetica (1953-1963). L'ultima avanguardia. (Milano, 1983-1984), Gina Pane. Partitions. Opere multimedia 1984-85. (Milano, 1985-86), Omaggio a Carol Rama (Milano 1985), Geometrie dionisiache (Milano, 1988). Quando i rifiuti diventano arte. Trash rubbish mongo, (Trento e Rovereto 1997-1998), Il Bello e le bestie (Trento e Rovereto, 2004- 2005; D’Ombra, (Siena, Nuoro, 2006-2007), Un altro tempo. Dal Decadentismo al Modern style, (Trento e Rovereto 2012-2013)
Nel 1990 è stata commissario per la Biennale di Venezia.
Nel 1991 ha curato a San Marino il convegno Arte: utopia o regressione? Nel 1996 ha organizzato alla Galleria d’Arte Moderna di Torino il convegno La scena del rischio.
Tra le sue numerose pubblicazioni si segnalano:
Il corpo come linguaggio. (La "Body-art" e le storie simili) (1974); Attraverso l'Arte/Pratica Politica (1976); Dall'Informale alla Body Art. Dieci voci dell'arte contemporanea: 1960/1970 (1976); L'arte ritrovata (1982); L'arte in gioco (1988); Gli ultimi eccentrici (1990); L'arte in trincea. Lessico delle tendenze artistiche 1969-1990 (1996); Ininterrotti transiti (2001); Schegge. Ester Coen intervista Lea Vergine sull'arte e la critica contemporanea (2001); L'altra meta dell'avanguardia 1910-1940 (2005); Parole sull'arte 1965-2007 (2008). Capri 1905-1940. Frammenti postumi (2011); Un altro tempo. Dal Decadentismo al Modern style (2012); La vita, forse l'arte ( 2013)
Scrive di se: ”Non mi sono mai sentita un critico, piuttosto una persona che scriveva di cose che non erano e potevano essere.”