Disobedience Archive (The Republic)
La mostra, che al Castello di Rivoli è allestita nelle sale del terzo piano, si propone come una grande sintesi delle edizioni precedenti. Con il nuovo titolo di Disobedience Archive (The Republic), l’esposizione vede affiancata la produzione di una grande struttura a forma di Parlamento alla pubblicazione del volume “La Costituzione”, fase conclusiva dell’intero progetto.
Comunicato stampa
Dopo le tappe al Van Abbemuseum di Eindhoven, Nottingham Contemporary, Raven Row diLondra, Massachusetts Institute of Technology di Boston e al Bildmuseet di Umeå, Disobedience Archive viene presentata al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea con un format e un concept del tutto nuovi e ideati espressamente per il Museo.
Il progetto curatoriale risale al 2005 quando, a Berlino, Marco Scotini concepisce un’esposizione itinerante di video, materiali grafici ed ephemera. La mostra-archivio indaga le relazioni esistenti tra pratiche artistiche contemporanee, cinema, media tattici e attivismo politico. Ideato come un archivio di immagini video eterogeneo e in evoluzione, il progetto si pone come una user’s guide attraverso le storie e le geografie di quattro decenni di disobbedienza sociale: dalla rivolta italiana del 1977 alle proteste globali, prima e dopo Seattle, fino ad arrivare alle insurrezioni in corso nel Medio Oriente e nel mondo arabo. Dagli storici videotape di Alberto Grifi ai film di Harun Farocki, dalle azioni performative del gruppo americano Critical Art Ensemble a quelle del collettivo russo Chto Delat?, dalle inchieste di Hito Steyerl a quelle di Eyal Sivan, l’archivio Disobedience ha raccolto negli anni centinaia di materiali documentari.
La mostra, che al Castello di Rivoli è allestita nelle sale del terzo piano, si propone come una grande sintesi delle edizioni precedenti. Con il nuovo titolo di Disobedience Archive (The Republic), l’esposizione vede affiancata la produzione di una grande struttura a forma di Parlamento alla pubblicazione del volume “La Costituzione”, fase conclusiva dell’intero progetto. Il Parlamento è opera dell’artista architetto Céline Condorelli (1974) con un contributo di Martino Gamper (1971) e i wall-paintings che l’accompagnano sono dell’artista messicano Erick Beltran (1972). Oltre al Parlamento, destinato a ospitare l’archivio video, due sale fungono da anticamere tematiche. La prima, dedicata agli anni Settanta in Italia, presenta, tra le altre, opere di Joseph Beuys, Mario Merz, Jean-LucGodard, Gianfranco Baruchello, Piero Gilardi, Gordon Matta-Clark, Laboratorio di Comunicazione Militante, Enzo Mari, Nanni Balestrini e Living Theatre; la seconda, che prende in considerazione la prima decade del 2000, ospita opere di, tra gli altri, Nomeda & Gediminas Urbonas, Superflex, Chto Delat? Oliver Ressler, Arseniy Zhilyaev, Critical Art Ensemble, Rene Gabri e Ayreen Anastas. Nelle due sale saranno inoltre presentati props e strumenti tecnici, editoriali e scenici prodotti dalla cultura antagonista di quegli anni.
Disobedience Archive (The Republic) è un work in progress che riflette la Storia nel suo divenire, nel quale contenuti e forme mutano in ogni sede espositiva. La mostra è un atlante delle tattiche antagoniste contemporanee: dall’azione diretta alla controinformazione, dalle pratiche costituenti alle forme di bio-resistenzaemerse dopo la fine del modernismo, inaugurando nuovi modi di essere, di dire e di fare. L’archivio è strutturato in nove sezioni: 1977 The Italian Exit, Protesting Capitalist Globalization, Reclaim the Streets, Bioresistence and Society of Control, Argentina Fabrica Social, Disobedience East, Disobedience University, The Arab Dissent e, in occasione della mostra al Castello di Rivoli, Gender Politics che si aggiunge al progetto.
L’Archivio include materiali di 16 beaver, Atelier d'Architecture Autogérée (AAA), Mitra Azar, Gianfranco Baruchello, Pauline Boudry, Brigitta Kuster e Renate Lorenz, Bernadette Corporation, Black Audio Film Collective, Ursula Biemann, Copenhagen Free University, Critical Art Ensemble, Dodo Brothers, Marcelo Expósito, Harun Farocki and Andrei Ujica, Rene Gabri e Ayreen Anastas, Grupo de Arte Callejero, Etcétera, Alberto Grifi, Ashley Hunt, Sara Ishaq, Kanal B, Khaled Jarrar, John Jordan e Isabelle Fremeaux, Journal of Aesthetics & Protest, Silvia Maglioni e Graeme Thomson, Mosireen, Carlos Motta, Non Governamental Control Commission, Wael Noureddine, Margit Czencki/Park Fiction, R.E.P. Group, Oliver Ressler and Zanny Begg, Joanne Richardson, Roy Samaha, Eyal Sivan, Hito Steyerl, The Department of Space and Land Reclamation, Mariette Schiltz andBert Theis, Ultra-red, Nomeda & Gediminas Urbonas, Trampolin House (Morten Goll e Tone O. Nielsen), Dmitry Vilensky e Chto Delat?, James Wentzy.