Dissonanze Armoniche
Pittura, scultura, colori e forme che si incontrano e si scontrano, talvolta con arditi accostamenti, altre con i materiali più disparati.
Comunicato stampa
Pittura, scultura, colori e forme che si incontrano e si scontrano, talvolta con arditi accostamenti, altre con i materiali più disparati. Si intitola “Dissonanze Armoniche”, la mostra curata da Giuseppe Castelli, che inaugura sabato 28 settembre 2013, alle 17.30, negli spazi della Strada Sotterranea Nuova del Castello Sforzesco di Vigevano (PV). In esposizione, le opere di 9 artisti contemporanei, facenti parte del “Gruppo7”. Tale Gruppo, formatosi oltre due anni fa con lo scopo di riunire artisti differenti per stile, concezione, storia personale, ma con l’intento comune di vivere intensamente il confronto che solo può portare ad un affinamento del gusto e dell’espressione artistica, ha organizzato in questi anni varie manifestazioni espositive in diverse località delle provincie di Pavia ed Alessandria.
Gabriele Armellini propone una pittura sofisticata che, come spiega il curatore della mostra, è come “il gioco cromatico di un’immaginaria sinfonia musicale”. Gianni Bailo analizza il volto umano, interpretandone atteggiamenti e sentimenti. Augusta Bariona esprime “paesaggi di carte veline” stratificate sulla tela in una sorta di processo di trasformazione. Pietro Bisio realizza un incontro di colori con “ispirazione vigorosa e disordinata”. Niccolò Calvi lascia che le forme si liberino nello spazio, assemblandosi con oggetti dismessi di materiali differenti, con la tecnica del “deplacement”. Francesco Contiero unisce vecchio e nuovo, presente e passato, attraverso il riutilizzo di oggetti in cui l’uomo ha lasciato un segno. Sergio Fava crea una pittura “scontro tra ragione e passione” come in una “battaglia dall’esito incerto”. Pier Luigi Gualco immagina mosaici magici, “simboli di un racconto che dura nel tempo”. Gianna Turrin comunica con l’argilla, utilizzando materiali classici rielaborati con “eclettica padronanza” con opere che guardano al passato proiettato in un caotico presente.