disUmanesimi
La Fondazione Biagiotti Progetto Arte presenta disUmanesimi una mostra concepita dagli studenti del Biennio di Arti Visive e Studi Curatoriali durante il secondo anno del corso nella Nuova Accademia di Belle Arti di Milano.
Comunicato stampa
La Fondazione Biagiotti Progetto Arte presenta disUmanesimi una mostra concepita dagli studenti del Biennio di Arti Visive e Studi Curatoriali durante il secondo anno del corso nella Nuova Accademia di Belle Arti di Milano.
disUmanesimi palesa le dinamiche secondo cui la storia costruisce e ricostruisce il senso dell'Umanesimo e la sua negazione, superando la dialettica che due termini opposti strutturano. Attualizzare un discorso, filosofico per sua natura e formazione, non significa infatti negarlo quanto piuttosto contestualizzarlo e connetterlo ad una pratica, quella artistica.
Volendo sviluppare un'esposizione prettamente legata al luogo che la ospita, i curatori e gli artisti, durante la fase embrionale del percorso di ricerca, si sono interessati al lavoro di Lara-Vinca Masini, in particolare alla mostra da lei organizzata e inaugurata nel capoluogo toscano il 20 settembre del 1980, intitolata Umanesimo, Disumanesimo nell'Arte Europea 1890/1980. Integrando una prospettiva storica ad interventi contemporanei installati nel tessuto urbano, l'esposizione si proponeva di "essere allo stesso tempo un test, un'ipotesi di lettura per componenti multiple di una storia che ritrova, nel presente, termini di confronto indiretti e ambigui, ma capaci, credo, a loro volta, di provocare e stimolare reazioni e far emergere relazioni".
Lara-Vinca Masini approccia la rappresentazione del disumanesimo in maniera onnicomprensiva, oltrepassando l'ambito della produzione artistica, includendo nel catalogo un'ampia rosa di estratti di testi filosofici in grado di fornire un'ulteriore chiave di lettura a questo concetto difficilmente semplificabile ad un unico punto di vista. Leggendoli, traspare anzi come questa stessa irriducibilità sia un dato costitutivo del discorso sul disumanesimo.
"Si è talmente pieni di logicità, che, tutto ciò ch'è contro l'abituale poltroneria dell'opinare, vien subito riguardato come il contrario da rigettare. Si butta tutto ciò che non è conforme a quel positivo noto e amato, nella fossa già preparata della semplice negazione, nella quale tutto è negato, e però tutto finisce nel niente, e conchiude così nel nichilismo: tutto finisce in un nichilismo che essi stessi hanno inventato con l'aiuto della logica". Queste parole di Martin Heidegger (citate nel catalogo) potrebbero non di meno aiutarci a comprendere una frazione fondamentale della pulsione che sottende la necessità di collocarsi al di fuori del discorso umanista, la critica ad una metafisica che appare sempre più disonesta e fallace.
La mostra fiorentina della Masini ha colpito l'attenzione degli studenti non solo per la portata e l'estensione del progetto (una settantina d'artisti che coprono quattro generazioni, dislocati in undici luoghi della città) quanto più per l'assenza di una compiuta documentazione visiva, posteriore all'evento, al di là di quella ufficiale del catalogo. Di, qui, la volontà di svelare la mancanza di una memoria storica.
Dopo trentatré anni, la mostra realizzata dai curatori, deriva da quest'assenza e con essa interagisce, inserendosi nella prospettiva delle possibili reazioni e relazioni auspicate da Lara- Vinca Masini.
Le tematiche che scaturiscono da queste logiche vengono incorporate nelle riflessioni dei diciotto artisti in mostra: vi è un superamento dell'uomo al centro del terreno culturale, tradotto ora in un territorio di spazio vissuto. Qui, le gerarchie estetiche e il controllo razionale dell'uomo sulle sue manifestazioni vengono sovvertiti e annullati, a favore della creazione e ricostruzione di immaginari e nuove immagini, attraverso gli strumenti della memoria e della decodificazione di linguaggi costituiti.
Presentano le loro opere: Claudia Antelli, Emre Baloglu, Chiara Balsamo, Ruth Berah, Filippo Bisagni, Claudia Caldara, Marco Ceroni, Irene Coppola, Gaetano Cunsolo, David Michel Fauyek, Roberta Garieri/Marco Ornella/Gaia Valentino, Cecile Hjelvik Andersen, John Quintana, Daniele Marzorati, Orestis Mavroudis, Jacopo Rinaldi, Stefano Serretta, Camilla Topuntoli
disUmanesimi
Coordinator: Marco Scotini
A project curated by: Eleonora Castagna, Claudia Castaneda, Roberta Garieri, Giulia Mengozzi, Vittoria Pavesi, Giulia Polenta, Gaia Valentino
Graphics: Lilia Di Bella
Display: Filippo Bisagni, Lilia Di Bella, Giulia Mengozzi, Giulia Polenta
Opening October 30, 6.00 pm
Biagiotti Progetto Arte Foundation presents disUmanesimi, an exhibition realized by the second year students of the Masters in Visual Arts and Curatorial Studies at the Nuova Accademia di Belle Arti di Milano.
disUmanesimi reveals the dynamics according to which history constructs and reconstructs the meaning of Humanism and its negation, overcoming the dialectic structured by two opposing terms. Realizing a discourse, which is philosophical by nature and formation, it does not mean to deny it, but rather to contextualize and connect it to a practice, an artistic one.
In order to develop an exhibition purely linked to its host city, the curators and artists, during the embryonic stage of the research, focused on the work of Lara-Vinca Masini, particularly her exhibition organized and inaugurated in the capital city of Tuscany on September 20, 1980, entitled Umanesimo, Disumanesimo nell'Arte Europea 1890/1980. By integrating a historical perspective with contemporary works installed in the urban fabric, the exhibition "aims at being both a test and a hypothesis for the key in which to read the multiple components of a history which finds indirect and ambiguous terms of comparison in the present, though capable, I believe, of provoking and stimulating reaction and of bringing out those relationships."
Lara-Vinca Masini approaches the representation of 'in-humanismus' in a comprehensive way, going beyond the scope of artistic production, by including in the catalog a broad range of extracts of philosophical texts which provide a further key to understanding this concept, which can hardly be simplified to a single point of view. Reading them, it shines even as this same irreducibility is a constitutive elements of the discourse on 'in-humanismus'.
"We are so filled with 'logic' that anything that disturbs the habitual somnolence of prevailing opinion is automatically registered as a desbicable contradiction. We pitch everything that does not stay close to the familiar and beloved positive into the previously excavated pit of pure negation, which negates everything, ends in nothing, and so consummates nihilism. Following this logical course we let everything expire in a nihilism we invented for ourselves with the aid of logic. "
These words of Martin Heidegger (four in the catalog) nevertheless help us to understand a fraction of the fundamental impulse that underlies the need to place themselves outside of the humanist discourse, the critique of metaphysics that appears more and more dishonest and deceptive.
It is not the scope and extent of Masini's Florentine show (which included seventy artists spanning four generations, located in eleven places in the city) which has grabbed the attention the curators and artists, but rather the total absence of visual documentation, after the event, apart from the show's official catalog. Hence, the desire to reveal the lack of a historical memory.
After thirty-three years, the exhibition proposed by the curators, comes from this absence and interacts with it, inserting itself in the perspective of the possible reactions and relationships advocated by Lara-Vinca Masini.
The issues arising from this reasoning are incorporated in the reflections of the eighteen artists in the exhibition: there is an overcoming of mankind at the center of the cultural terrain, translated in un a territory of lived space. Here, the aesthetic hierarchies and rational control of man over his manifestations are subverted and canceled in favor of the creation and reconstruction of imaginary and new images, using the tools of memory and the decoding of found languages.
Works presented by: Claudia Antelli, Emre Baloglu, Chiara Balsamo, Ruth Berah, Filippo Bisagni, Claudia Caldara, Marco Ceroni, Irene Coppola, Gaetano Cunsolo, David Michel Fauyek, Roberta Garieri/Marco Ornella/Gaia Valentino, Cecile Hjelvik Andersen, John Quintana, Daniele Marzorati, Orestis Mavroudis, Jacopo Rinaldi, Stefano Serretta, Camilla Topuntoli