Dittico – Guglielmo Castelli / Giuseppe Gonella

Informazioni Evento

Luogo
MAC - MUSEO D'ARTE CONTEMPORANEA
Viale Elisa Ancona, 6 20851, Lissone, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Mercoledì e Venerdì h10-13
Giovedì h16-23
Sabato e Domenica h10-12 / 15-19

Vernissage
06/02/2016

ore 18

Biglietti

ingresso libero

Artisti
Guglielmo Castelli, Giuseppe Gonella
Curatori
Alberto Zanchetta
Uffici stampa
CLP
Generi
arte contemporanea, doppia personale

Annoverati tra le fila dei giovani vessilli della disciplina pittorica, nel corso degli ultimi anni Castelli e Gonella si sono distinti sia a livello nazionale sia Oltralpe, riscuotendo l’attenzione della critica e del pubblico.

Comunicato stampa

Il Museo d'Arte Contemporanea di Lissone rinnova il suo interesse e impegno nel diffondere le ricerche più attuali della pittura contemporanea. In concomitanza con il settantesimo anniversario dello storico Premio Lissone, che nel 1946 inaugurava la prima di una lunga serie di edizioni assurte agli onori della cronaca e della storia dell'arte italiana, il MAC ne prosegue la gloriosa tradizione, dedicando una bipersonale a Guglielmo Castelli [Torino,1987] e Giuseppe Gonella [Motta di Livenza, 1984]. Annoverati tra le fila dei giovani vessilli della disciplina pittorica, nel corso degli ultimi anni Castelli e Gonella si sono distinti sia a livello nazionale sia Oltralpe, riscuotendo l'attenzione della critica e del pubblico.

Entrambi gli artisti intendono ridefinire i codici della pittura figurativa, in cui l'immagine giunge a un progressivo grado di dissoluzione formale, più evocativa che descrittiva. Nelle opere di Guglielmo Castelli ritroviamo un'inconfondibile cifra stilistica, dettata da sfondi monocromi e figure slavate. In apparenza adamantini, i corpi dipinti dall'artista sono tutt'altro che anodini: covano dentro di sé l'insofferenza d'essere stati abbandonati a se stessi. Sospesi nel tempo e nello spazio, l'indefinitezza delle loro anatomie li fa sprofondare in un silenzio opprimente, laddove aleggia un'inquieta armonia, una perdita del centro e dell'identità: il disagio esistenziale viene infatti attenuato - e non già lenito - dalle nuance del colore, diluito fino a perdere ogni grado di intensità. Se le pennellate sono fuggevoli e sintetiche, i toni appaiono eterei, lirici, quasi che la pittura sfumasse in parallelo alle figure che tenta di rappresentare.

Diversamente, Giuseppe Gonella concentra la sua attenzione sulla carica espressiva ed emotiva del colore. L'impasto pittorico, sempre denso e gravido di invenzioni, deforma le figure, gli oggetti e i paesaggi per renderci partecipi di sentimenti e suggestioni che attingono alla vita quotidiana, benché finiscano per disincarnarsi sul supporto pittorico. Anziché rappresentare il mondo così come appare ai nostri occhi, l'artista cerca di costruire e demolirne la struttura iconica, immergendosi in un universo di segni, tocchi, pigmenti che trasmettono allo spettatore le infinite sfaccettature della realtà, e dell'atto stesso del dipingere. Energica, concitata, la pittura di Gonella è mossa e scossa internamente, i soggetti deflagrano sulla tela, si confondono con le livide atmosfere del fondo; è come se in questi quadri non fosse solo la massa cromatica a doversi stratificare, ma anche il significato delle immagini.