DiversaMente
Racconto-incontro di sensibilita’ parallele in dialogo tra pittura, scultura e fotografia.
Comunicato stampa
Racconto-incontro di sensibilita’ parallele in dialogo tra pittura, scultura e
fotografia. Quattro personalità a confronto in uno scenario atemporale, tra mura
millenarie, in mostra nel cuore di Bologna. Quattro artiste, quattro ‘’menti’’
insieme per parlare d’arte. La differenza come particolarita’ dell’Essere
Maddalena Barletta - “del Sacro e dell’ Umano’’ Frammenti di sculture sacrali e
umane realtà si contrappongono e narrano della classicità e della
contemporaneità. E mentre nella materia si realizza il pensiero e il sentire
dello scultore attraverso una lenta elaborazione progettuale, lo scatto
fotografico e’ il risultato di una istintiva fulminea intuizione che blocca l’
attimo irripetibile della vita in corsa.
Simona Ragazzi - “Oltre il tempo” Sculture contemporanee già erose da un tempo
non vissuto, sono le opere Archeologiche “Reperti del XXI sec. d.C.”
dell’artista bolognese. Riscoperte, restaurate e catalogate a testimonianza di
un consumismo divorato troppo in fretta; tessono un filo diretto coi codici
figurativi contemporanei e gli elementi culturali arcaici riflettendo sul
rapporto tra presente, passato e futuro e fornendo suggestioni, letture e
narrazioni nuove. I lavori della Ragazzi svelano un alto profilo concettuale e
comunicativo, che intrecciano con sensibilità e ironia le dimensioni del tempo e
dello spazio.
Roberta Serenari – Pittura, nient’ altro che pittura. Dipingere è un atto
eversivo. Per me è intingere il pennello nel veleno del sottile malessere che la
nostalgia della Bellezza m’impone. E’ un’aprirsi al linguaggio silenzioso di
un’emozione che dall’interno proietta la sua luce su tutto, divenendo padrona
del pensiero e dilatandosi poi nell’immagine dipinta che è la sua unica
estensione possibile.
Myriam Cappelletti - L'abito si fa fa "vita",cambia volto...si fa trasparente,
si fa tessuto leggero, si fa materico, si fa "scrittura,perché contiene la
storia scritta del proprio vivere. Diventa cattedrale di carta, frammenti di
esistenza, sovrapposizioni di esperienze, di momenti, di quotidiani respiri. Il
persistente fruscio del silenzio.