DNA Abate (Di Notte Abate)
Giulia Abate è lieta di annunciare l’apertura della nuova location nel centro storico di Roma, adiacente a Piazza del Popolo, in Via Laurina 31 con la mostra DNA Abate (Di Notte Abate).
Comunicato stampa
Giulia Abate è lieta di annunciare l’apertura della nuova location nel centro storico di Roma, adiacente a Piazza del Popolo, in Via Laurina 31 con la mostra DNA Abate (Di Notte Abate) che verrà inaugurata mercoledì 28 settembre dalle ore 18.00 alle 20.00.
Il progetto è sviluppato in collaborazione con l’Archivio Claudio Abate come indagine che ragiona sul valore della trasmissione artistica che tiene salde le opere del pittore Domenico Abate Cristaldi (1891-1949) e gli scatti fotografici di Claudio Abate (1943-2017) generando un percorso espositivo che si articola sul tema del senso di appartenenza, storia e memoria fotografica. Da questa mostra si origina un racconto intimo nato dall'esigenza di unire e mettere a confronto tre generazioni della famiglia Abate, a chiusura del quale sarà in mostra un'opera fotografica di Riccardo Abate (1975).
Il titolo dell’esposizione è acronimo della frase Di Notte Abate, nata dall’abitudine di Abate a lavorare durante le ore notturne. Tale pratica permetteva al fotografo di trarre dalla notte delle inaspettate energie nascoste, per poi trasporle negli scatti fotografici secondo una esperienza visiva dove l’attesa e l’introspezione erano la quintessenza.
La mostra raccoglie una selezione di opere del pittore catanese Domenico Abate Cristaldi, ritrattista dal carattere contemplativo e solito ad utilizzare velature di colore dagli intensi accordi pittorici. Dalle opere affiora una pittura coscienziosa, espressa dalle fusioni dei toni e degli impasti essenziali e solidi, un’indagine che isola le figure all’interno di simulacri privi di sfondo ed in cui la sola luce sfiora sensibilmente i soggetti.
Inoltre, il progetto intende restituire un inedito ritratto di Claudio Abate, come fotografo continuamente caratterizzato da una instancabile attività inventiva. Da qui la scelta di esporre per la prima volta dei disegni autografi degli anni Sessanta, dal carattere automatico e surreale, assieme ad una selezione di scatti dagli anni Settanta ai Novanta che rivelano il suo carattere di vivo sperimentatore della tecnica fotografica.
Il percorso si muove a partire da un gruppo di polaroid che svelano il rapporto di Abate con la fotografia in quanto strumento d’amore, rivelazione ed indagine. A seguire, una selezione di opere fotografiche sul tema del ritratto con la serie degli anni Ottanta intitolata Giro, girotondo, metto un bimbo al mondo, soggetto carico di profondità e raffinatezza, costruito fotograficamente su valori visivi, formali e tonali. Ad esprimere il suo interesse verso il corpo in relazione ad altre figure, la serie del Il punto G risalente agli anni Settanta, che intende lo scatto come partecipazione, relazione e presenza fisica, tale da svolgersi in racconti fotografici dal bagliore intimo. Proprio dal continuo intreccio tra arte e vita nasce la serie del Il bevitore, anch’essa in mostra e sviluppata attorno ad unico soggetto raffigurante un temperamento umano in continua fase cangiante. Oltre ciò, alcuni scatti relativi agli anni Settanta, ovvero la serie sperimentale intitolata Contatto con la superficie sensibile in cui Abate concepisce l’atto fotografico come “impronta”, riportando direttamente il soggetto raffigurato sulla tela emulsionata.
In questo sviluppo espositivo la fotografia di Claudio Abate è un incitamento a fantasticare sulla realtà quotidiana, ma pur sempre con intenzioni proprie e soggettive, attraverso un occhio acuto, mai imparziale, capace di restituirci una valutazione poetica del mondo.
In esposizione anche Riccardo Abate, la cui tecnica fotografica è intesa come un esercizio di sperimentazione e osservazione dissociativa, svelatrice di discrepanze visive tra lo strumento ed il fotografo stesso. Ne emerge una esperienza meditata rivelante che l’atto del vedere è complesso e niente affatto lineare.
La mostra è accompagnata da una pubblicazione della Mucciaccia Contemporary Edizioni, con testi di Giulia Abate, Christine Ferry, Rossella Fumasoni, Giuseppe Gallo, Daniela Lancioni, Luisa Laureati, Piero Pizzi Cannella, Oliviero Rainaldi e Fabio Sargentini.