Domenica Regazzoni
Il percorso espositivo della Paula Seegy Gallery grazie alla selezione di 25 opere fra cui disegni, pastelli, acquerelli, tecniche miste, incisioni e sculture pone in risalto la poliedricità di Domenica Regazzoni e la sua predilezione nell’esprimersi con media e tecniche molto differenti fra loro.
Comunicato stampa
La Paula Seegy Gallery riapre la stagione delle mostre martedì 24 settembre alle ore 18 con un doppio appuntamento: la presentazione della monografia di Domenica Regazzoni a cura di Luca Beatrice edita da Allemandi e l’inaugurazione della mostra dedicata all’artista, visitabile fino al 15 ottobre.
All’interno del volume monografico il testo critico di Luca Beatrice illustra approfonditamente le tappe della carriera artistica di Domenica Regazzoni, dagli anni ‘70, periodo in cui frequenta l’Accademia di Brera, fino ad oggi. Un percorso, ricco di evoluzioni, trasformazioni e sperimentazioni che mostra quanto l’arte sia parte integrante della sua vita. Dalla pittura figurativa e di paesaggio, la ricerca si muove, negli anni ’90, verso una visione più astratta; anche l’uso delle tecniche muta e, temporaneamente lasciati pastelli e acquerelli, assumono maggiore interesse collage, assemblage e tecniche miste.
Scrive il curatore: “L'essenzialità e il minimalismo espressivo sono la nuova cifra distintiva di Domenica, un minimalismo non di materiali ma che realmente riporta all'essenzialità e alla purezza dell'opera ove è possibile immergersi. Andare oltre la percezione della figura, la polimatericità del contenuto del quadro aumenta le possibilità della mente di spaziare verso gli universi onirici del subconscio”.
Grande attenzione è rivolta a un’importante componente che ha caratterizzato l’arte di Domenica Regazzoni: la musica, che l’ha spinta ad esprimersi con la scultura e la creazione di opere a tecnica mista, caratterizzate da una forte matericità. Essa costantemente l’accompagna sin dall'infanzia in ambiente familiare con il padre liutaio, il fratello compositore e oggi con il figlio violinista, accanto a stretti contatti con personaggi di spicco del panorama musicale fra cui Lucio Dalla e Mogol.
La ricca sezione di immagini delle opere presenti in monografia è affiancata dall’intervista di Luca Beatrice all’artista che offre in maniera più intima e dettagliata l’analisi di alcuni temi quali: l’autoritratto, la ricerca figurativa, la musica, la scultura e le serie dal titolo I colori del buio e Haiku.
Il percorso espositivo della Paula Seegy Gallery grazie alla selezione di 25 opere fra cui disegni, pastelli, acquerelli, tecniche miste, incisioni e sculture pone in risalto la poliedricità di Domenica Regazzoni e la sua predilezione nell’esprimersi con media e tecniche molto differenti fra loro.
Di particolare risalto è la serie Haiku, opere su carta realizzate a tecnica mista, a partire dagli anni Novanta ad oggi, che dedicate agli omonimi componimenti giapponesi, raccontano di universi naturali e meditazioni introspettive scaturite da essi. I colori spesso sfumati si alternano a toni decisi e accesi che lambiscono tutto lo spettro, dalle cromie fredde a quelle molto calde. Queste composizioni, dall’aspetto essenziale e minimalista, accompagnano a riflessioni intimiste legate sia al vissuto sia al quotidiano.
Ampio spazio è inoltre rivolto alle tempere su tela e agli acquerelli dedicati ai “paesaggi liguri della marina di Sestri Levante”, dove la narrazione è un’istantanea che riprende la bellezza dei luoghi, la semplicità delle vite dei pescatori e dei gesti comuni. Sono opere dal forte valore evocativo i cui tratti, i disegni e le macchie di colore richiamano sensazioni e percezioni che coinvolgono tutti i sensi. Lo si osserva in Tornando dal porto (1988), Ultime luci (1992) e Pescatore alla rete Sestri (1990).
Nel corpus delle opere esposte sono presenti sculture in legno e in alluminio, i cui soggetti sono legati al mondo della musica. Fra queste Fiore di violino (2019), realizzata in alluminio, è il bozzetto dell’installazione in permanenza a Barzio (Lecco), estremamente rappresentativa del tratto distintivo delle opere scultoree di Domenica Regazzoni, dove strumenti come viole, violini, contrabbassi vengono smembrati e riassemblati. La sperimentazione conduce l’artista a soluzioni originali sia per quanto concerne la forma sia nell’utilizzo dei materiali, come in quest’opera in cui la superficie molto riflettente genera un forte impatto visivo; aspetto ulteriormente amplificato nelle opere di dimensioni monumentali collocate in permanenza in spazi aperti e in aree urbane.
Cenni biografici.
Domenica Regazzoni nasce in Valsassina (Lecco) nel 1953 e inizia a dipingere nei primi anni ‘70 mentre frequenta l'Accademia di Brera a Milano.
Negli anni ’90 dalla pittura figurativa passa a un'impostazione più astratta e informale.
Nel 1992 illustra per la collana All'insegna del Pesce d'Oro di Vanni Scheiwiller Canto Segreto una raccolta di poesie di Antonia Pozzi. Ispirandosi alle più poetiche canzoni di Mogol e di Lucio Dalla, nascono così le prime mostre Colore Incanto (1996) e Regazzoni & Dalla (1998).
Tra il 1997 e il 2001 espone mostre personali a Tokyo e in numerose città italiane tra cui Milano alla Fondazione Stelline, Roma al Complesso del Vittoriano, Bergamo al Centro Culturale San Bartolomeo e Bologna nell'ex chiesa di San Mattia.
Nel 2000 pubblica una monografia ispirata alla poesia Haiku edita da Viennepierre.
A seguito della scomparsa del padre, realizza la mostra Dal Legno al Suono a cura di Gillo Dorfles con catalogo Skira, esposta a Palazzo Vecchio a Firenze (2003), al Teatro Dal Verme a Milano (2004), a Villa Manzoni a Lecco (2005) e all'Auditorium Parco della Musica di Roma (2006).
Del 2008 è la mostra a cura di Martina Corgnati, catalogo Skira, Scolpire la musica esposta presso l'Università Bocconi di Milano, il Museo Internazionale e Biblioteca della Musica a Bologna e la Galerie Miyawaki di Kyoto.
Dal 2007 inizia a lavorare nel campo dell’incisione presso la stamperia di Giorgio Upiglio.
Tra il 2010 e il 2011 è al Palazzo comunale di Sestri Levante con la mostra Ultime luci: Sestri 1980 – 1990 curata da Stefano Crespi.
Partecipa nel 2011 alla 54' edizione della Biennale di Venezia e nell’anno successivo espone una serie di opere ispirate a Milano con le fotografie di Gabriele Basilico nell'ambito del progetto “La fabbrica e la città”. Nello stesso anno collabora con le istituzioni culturali governative di Shanghai, presentando mostre personali presso l'Italian Shanghai Center e presso la facoltà di Architettura della Tongji University. Nel 2014 e nel 2017 partecipa alla seconda e terza Triennale di Roma.
Nel 2015, nell'ambito di Milano Expo in Città, è al Palazzo della Permanente di Milano con la personale Convergenze Parallele, a cura di Ivan Quaroni, con catalogo Allemandi.
Nel 2020 espone Domenica Regazzoni & Lucio Dalla a 4 mani a cura di Silvia Evangelisti presso Palazzo d'Accursio a Bologna, su invito del Comune di Bologna e della Fondazione Dalla. Un'ampia selezione di queste opere viene riproposta a Roma Arte in Nuvola nel 2021.
Dal 2009 una sua grande scultura in bronzo, Violino spaccato, è esposta in permanenza nella piazza dell'Università di Bucarest. Dal 2019 la scultura monumentale Fiore di violino, presentata da Angelo Crespi, viene collocata a Barzio (Lecco) di fronte alla sede della Comunità Montana. Altre opere pubbliche sono presenti in permanenza a Segrate (Milano) in piazza San Francesco e a Vieste (Foggia) nella Corte dell'Élite sita all'interno del Municipio.
www.regazzoni.net