Domenico Caldara – Pittore di Corte e ritrattista

Informazioni Evento

Luogo
FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DOMENICO SINISCALCO CECI
Via Arpi 152, Foggia, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Fondazione: dal lunedì al sabato, dalle 9 alle 12.30 e dalle 17 alle 20. Domenica e festivi chiuso; chiusa nei pomeriggi del 24 e del 31 dicembre.
Museo Civico: per tutta la settimana, la mattina dalle 9 alle 13. Martedì e giovedì anche nel pomeriggio dalle 16 alle 19.

Vernissage
15/11/2014
Patrocini

promossa ed organizzata dalla Fondazione Banca del Monte di Foggia, in collaborazione con il Comune di Foggia e con il patrocinio della Regione Puglia, della Banca della Campania – Gruppo BPER-Banca Popolare dell´Emilia Romagna.

Artisti
Domenico Caldara
Generi
arte antica, personale

Una mostra dedicata a Domenico Caldara, pittore di corte e ritrattista a Napoli.

Comunicato stampa

E’ stata presentata questa mattina alla Stampa la mostra intitolata “Pittore di Corte e ritrattista. Domenico Caldara, nel bicentenario della nascita 1814 -1897”, promossa ed organizzata dalla Fondazione Banca del Monte di Foggia, in collaborazione con il Comune di Foggia e con il patrocinio della Regione Puglia, della Banca della Campania – Gruppo BPER-Banca Popolare dell´Emilia Romagna.
Ad illustrare l´importanza della mostra c’erano il presidente della Fondazione Banca del Monte, Saverio Russo; il direttore generale della Banca della Campania Antonio Rosignoli; l’assessore del Comune di Foggia Sergio Cangelli; Gloria Fazia, direttrice del Museo civico di Foggia, e Francesco Picca, Francesco Picca, responsabile della Pinacoteca Civica “Michele de Napoli” di Terlizzi, uno dei due curatori della mostra (l’altro è Luisa Martorelli della Soprintendenza speciale per il Patrimonio storico artistico e etnoantropologico e Polo museale di Napoli, responsabile Ufficio vincoli e catalogo della direzione Museo di San Martino).
La conferenza stampa è stata programmata nei locali della direzione foggiana della Banca della Campania (già Banca del Monte e, ancora prima, dimora gentilizia della famiglia Siniscalco-Ceci) perché la decorazione del soffitto della stanza scelta è costituita da un affresco di Domenico Caldara, il “Parnaso”. Una rara occasione, per vedere dal vivo l’opera, custodita in un locale abitualmente chiuso al pubblico. Il “Parnaso”, comunque, sarà visibile anche in mostra, attraverso una riproduzione fotografica e alcuni “studi” per la realizzazione, disegnati dallo stesso Autore.

In apertura, il direttore Rosignoli ha sottolineato la sensibilità da sempre mostrata dalla Banca della Campania -che presto confluirà in BPER- per le iniziative di carattere culturale e sociale. Da questa sensibilità, spesso concretizzata con il finanziamento a iniziative in quei settori, è derivato il sostegno alla mostra su Caldara. «D’altra parte», faceva notare Rosignoli, «la nostra attenzione per questi aspetti è dimostrata anche dalla cura con la quale abbiamo restaurato il palazzo che ci ospita, rispettando arredi e decorazioni originali proprio in segno di rispetto per la cultura del territorio in cui operiamo». Rosignoli ha concluso assicurando che anche le modifiche di assetto della proprietà dell’istituto di credito non modificheranno l’atteggiamento riguardo agli interventi nel sociale e nel campo culturale.

Il presidente Russo ha accennato alla vita e all’opera di Caldara, nato a Foggia nel 1814, ricordando la sua fama di ritrattista, fedele alla tradizione dei modelli stilistici accademici appresi nel periodo della sua formazione artistica, iniziata a Napoli, nel 1839, grazie all’aiuto economico del conte Varo di Troia e perfezionata con il pensionato artistico a Roma, finanziato dalla Provincia di Capitanata.
Perfezionista del colore, Caldara fu chiamato ad eseguire i ritratti per le famiglie Vonwiller, Varo, Jannuzzi, Ceri e Spagnoletti Zeuli. Ottenne la stima e la protezione di diversi esponenti della nobiltà e persino di alcuni membri della stessa famiglia reale, grazie ai quali raggiunse l’ambito ruolo di pittore di Corte per i Borbone.
«Non abbiamo voluto realizzare una mostra localistica, celebrativa di un artista locale», ha sottolineato Russo. «Abbiamo, invece, coronato una approfondita ricerca scientifica sul pittore foggiano, inserendone l’opera nel panorama della cultura artistica dell’800». Il presidente della Fondazione ha espresso l’auspicio che la mostra possa uscire dai confini territoriali: «Abbiamo esaminato attentamente il panorama dell’offerta in tema espositivo e possiamo affermare che quella su Caldara sarà la mostra più importante dell’anno sull’arte dell’800, sicuramente in Puglia, e non abbiamo notizie di iniziative di rilievo per il 2015. Per questo speriamo che il nostro evento attragga a Foggia visitatori anche da altre regioni».
Il presidente Russo ha concluso ricordando il catalogo che sarà presentato in occasione dell’inaugurazione. Un volume pregiato, sia sotto il profilo dei contenuti che delle immagini, per non parlare della cura grafica che sempre caratterizza i volumi della Grenzi Editore di Foggia.

L’assessore Cangelli ha portato il saluto della città a nome del sindaco Franco Landella e ha voluto esordire con un ringraziamento alla Fondazione per l’instancabile opera di promozione culturale e di sostegno sociale profusa sul territorio. Accanto al valore storico-artistico della mostra, Cangelli ha sottolineato il messaggio costruttivo di una iniziativa che mette in luce personaggi di rilievo del passato cittadino che possono rappresentare un esempio per le giovani generazioni ed innescare processi virtuosi di progresso per la comunità foggiana.

La direttrice Fazia ha ricordato l’importante mostra su Francesco Saverio Altamura, organizzata due anni fa dalla Provincia, che rivelò aspetti della vita e della produzione artistica del grande pittore foggiano sconosciuti in precedenza. «L’auspicio», ha detto,«è che anche la mostra su Caldara possa portare questi nuovi contributi di conoscenza, precisando meglio quella figura di pittore legato alla tradizione pittorica coeva, mite di carattere, che visse i fasti e il declino della dinastia dei Borbone cui era legato». La dottoressa Fazia ha ricordato che il Museo civico ha contribuito alla mostra con 19 tra tele e disegni che sono patrimonio dell’istituzione culturale da quando, negli anni ’30 del ‘900, prese ad acquistare in gran numero le opere dei suoi artisti più rappresentativi disperse in collezioni private o a disposizione sul mercato.

Francesco Picca ha raccontato tutto il suo orgoglio professionale per aver lavorato con Luisa Martorelli, «la più importante studiosa della pittura dell’800 che abbiamo in Italia», ha detto. Insieme, hanno allestito una mostra di profondo valore scientifico, che offre un significativo prospetto della concezione artistica dell’Autore e dei modelli di riferimento in voga nella Napoli pre-unitaria, legati ancora al classicismo di Guido Reni e del Domenichino.
Le ricerche, ha rivelato Picca, sono durate oltre un anno e hanno impegnato diversi collaboratori nella consultazione di documenti negli archivi storici di Foggia, Napoli, Lucera, oltre che negli archivi privati dei discendenti di Caldara: un lavoro che ha permesso di ricostruire dettagliatamente la sua attività e ha chiarito alcuni interrogativi che ancora esistevano sulle sorti dell’artista alla caduta del regime borbonico. «Non furono solo ragioni politiche a determinare il calo di interesse per l’opera di Caldara», ha sottolineato il curatore. «Contribuì anche il cambio dei gusti che, negli anni ’60 dell’800 vide imporsi nuovi canoni introdotti da artisti di valore come Domenico Morelli: non più soggetti stereotipati, di genere storico o mitologico, ma maggiore attenzione per temi sociali e politici legati all’attualità».
Eppure, ha ricordato ancora Picca, Caldara non fu completamente dimenticato, dopo l’Unità d’Italia. Ancora nel 1861 venne chiamato a rappresentare la pittura italiana nella grande esposizione di Firenze. Proseguì anche nella sua attività di ritrattista per la nobiltà e l’alta borghesia e rimase a Napoli fino alla morte, avvenuta nel 1897.

Per la mostra sono state selezionate poco meno di 70 opere -delle circa 200 che erano menzionate nelle carte private dell’artista- che saranno esposte dal 15 novembre 2014 al 17 gennaio 2015 in due sedi: la galleria della Fondazione Banca del Monte di Foggia (via Arpi 152) e il Museo Civico di Foggia (Piazza Nigri 1).

L’inaugurazione è fissata per sabato 15 novembre, alle ore 18, nella sede della Fondazione Banca del Monte (via Arpi, 152). In programma, i saluti di Saverio Russo, presidente della Fondazione; Franco Landella, sindaco di Foggia; Silvia Godelli, assessore al Mediterraneo della Regione Puglia, e Alberto Limone, Capo Area territoriale Foggia della Banca della Campania. Seguiranno gli interventi di Luisa Martorelli e Francesco Picca, curatori delta mostra.

L’ingresso alle sedi espositive sarà gratuito (presso il Museo civico di Foggia la gratuità è assicurata solo per la visita alle sale riservate alla mostra). Sarà anche possibile prenotare visite guidate, telefonando alla sede della Fondazione Banca del Monte di Foggia, in orari di ufficio, al numero 0881.712182 o inviando una mail a [email protected]