Domenico (Mimmo) Filardi – Black and white
La Galleria della Tartaruga ospita per la prima volta una mostra personale di Domenico Filardi composta da più di venti opere dipinte a tecnica mista ispirate all’astrazione.
Comunicato stampa
DOMENICO (MIMMO) FILARDI
BLACK AND WHITE
Oggetto: Mostra personale di Domenico (Mimmo) Filardi – dipinti
Mostra a cura di: Marco Pezzali e Giulia Spagnuolo
Catalogo: a cura di Maurizio Bonanni e Marco Pezzali
Luogo: Galleria della Tartaruga – via Sistina, 85/a – 00187 Roma
Telefono/fax: 06 6788956
Sito web: www.galleriadellatartaruga.com
E-mail: [email protected]
Inaugurazione: sabato 7 dicembre 2019 alle ore 18.00
Durata della mostra: dal 7 al 17 dicembre 2019
Orario d’apertura: 10-13 e 16.30-19.30 - Chiuso i festivi ed il lunedì mattina
La Galleria della Tartaruga ospita per la prima volta una mostra personale di Domenico Filardi composta da più di venti opere dipinte a tecnica mista ispirate all’astrazione.
Così l’autore spiega la motivazione che lo ha portato a realizzare questa mostra: “L'artista disegna con mano saggia e delicata, ma anche violenta e maleducata. Rispetta le linee, si confronta con le ombre, si intreccia con i paralleli, si perde con i circuiti emisferici, ruota intorno al perimetro di una tela incerta, prova a saggiare i contorni spietati dei colori. Ciascun quadro è un esemplare unico e irripetibile: nessuna altra mano può riprodurlo perché solo il suo Autore sa dove si nasconde il peccato all'origine della sua creazione. Le forme e i circuiti inseguono il mito e i concetti dei pensieri cominciano a intensificarsi, come se tutto si tramutasse nell'essenza immacolata di un metter fuori da sé, in modo naturale, la sua stessa persona. Tutto ruota intorno al perimetro di una tela in divenire: la Mente scandaglia i suoi attimi di frequenze sintomatiche per tessere il filo lungo che lega come una interminabile processionaria le linee guida dei pensieri. La tela vestale aspetta impaziente di perdere la sua purezza immacolata per rappresentare una fantasia di gioventù colorata di arte nuova. L'opera comincia così a prendere forma e la sua eccentricità chiama imbarazzo per chi si sente a disagio dinnanzi ai suoi segni misteriosi. Sulla sua superficie bianca si stendono progressivamente enciclopedie di colori come arcobaleni incarnati: la parvenza assume ora aspetti minuscoli ora giganti, aggiudicandosi una nuance forse straordinaria e pacatamente solitaria. Certo, la vera essenza è la vibrazione: lei unica e irripetibile dea, rara bellezza dal vezzo inimitabile. Uno storpio direbbe: “mi fa rilassare”. E questa è già una grande soddisfazione perché l'artista vive di emozioni e di sensazioni.”