Domenico Notarangelo – Il vangelo secondo Pasolini
La mostra documenta i sei mesi che Pasolini trascorse in Lucania per girare “Il vangelo secondo Matteo”.
Comunicato stampa
La mostra documenta i sei mesi che Pasolini trascorse in Lucania per girare “Il vangelo secondo Matteo”.
Per reclutare comparse a Matera, la produzione si fa aiutare da Domenico Notarangelo, pugliese di nascita ma lucano di adozione , dirigente del PCI, corrispondente per L’Unità negli anni in cui veniva “scoperta” la questione meridionale. Notarangelo fotografa per rafforzare la notizia, per testimoniare.
Si presenta l’occasione di fare il centurione romano e inizia a scattare.
Notarangelo vive a stretto contatto con il maestro: riprende dietro le quinte, racconta frammenti di lavorazione, costumi, sorrisi, perplessità, tanti volti, soprattutto quelli degli attori non professionisti.
Osserva Pasolini dare disposizioni, prendere appunti, far muovere gli artisti col megafono, guardare nella macchina da presa prima del ciak, discutere coi tecnici nei momenti di pausa, appartato, ma mai stanco, anzi sempre concentrato, chiuso in silenzi profondi.
Narra di passeggiate notturne tra i ruderi abitati di una città morente, dei dibattiti della sera, dopo il lavoro, con gli amici/attori che partecipano all’impresa (Natalia Ginzburg, Elsa Morante, Alfonso Gatto, Giorgio Agamben, Enzo Siciliano).
Ritrae Pasolini nell’atto di sistemare il velo di sua madre, presente nel film nelle vesti della Madonna; Pasolini senza occhiali, mentre osserva con Irazoqui (l’asttore che interpreta Gesù) lo struggente scenario dei Sassi.
E i tanti volti di donne e uomini stanchi, umili e autentici:persone prese dal popolo come l’apostolo Pietro, interpretato da Settimio Di Porto, uno “stracciarolo”romano.