Dono d’amore. La Sacra Famiglia di Maria Callas nella Casa Museo

Informazioni Evento

Luogo
CASA MUSEO FONDAZIONE PAOLO E CAROLINA ZANI
8Via Fantasina, 8 - 25060 , Cellatica, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

lunedì-venerdì 9-13. L’accesso è consentito solo con visita guidata su prenotazione da effettuarsi telefonando o sul sito. I visitatori possono accedere alla Casa Museo se dotati di mascherina e guanti. Il museo fornisce direttamente i copri scarpe. Lungo il percorso di visita sono a disposizione postazioni con gel disinfettante

Vernissage
09/02/2021

no

Biglietti

Intero: 10 euro, Ridotto: 7 euro, Scolaresche: 5 euro

Curatori
Massimiliano Capella, Angelo Loda
Generi
arte antica

Una riapertura speciale per i visitatori della Casa Museo della Fondazione Paolo e Carolina Zani. La collezione museale si arricchisce infatti per poche settimane di un piccolo gioiello: il dipinto raffigurante una Sacra Famiglia, attribuito al pittore veronese Giambettino Cignaroli (Verona, 1706-1770).

Comunicato stampa

Una riapertura speciale per i visitatori della Casa Museo della Fondazione Paolo e Carolina Zani. La collezione museale si arricchisce infatti per poche settimane di un piccolo gioiello: il dipinto raffigurante una Sacra Famiglia, attribuito al pittore veronese Giambettino Cignaroli (Verona, 1706-1770). Un’opera del Settecento coerente, da un punto di vista stilistico, con il corpus pittorico permanente della Casa Museo. Un dipinto che racconta una storia unica. Oltre al valore strettamente storico artistico, l’opera è intrisa di suggestioni legate alla storia professionale e personale di Maria Callas: come rivelano infatti molte fotografie che la ritraggono in camerino mentre si prepara ad entrare in scena o in momenti più intimi nelle sue case, da Verona a Sirmione, da Milano a Parigi, questo dipinto è una presenza costante, certamente l’opera che occupa il posto d’onore nella sua personale collezione d’arte, costituita anche da pezzi di primissimo ordine come le tele di Francesco Caroto e di Bonifacio Veronese.
La Sacra Famiglia del Cignaroli, per il suo valore simbolico, fu l’unica opera indissolubilmente legata alla Callas, proprio perché donatale da Giovanni Battista Meneghini la sera del 1 agosto 1947, alla vigilia del suo atteso debutto italiano, un momento sospirato da anni e carico di aspettative. L’esito trionfale della serata e il legame affettivo creatosi con Meneghini trasformarono così questo dipinto nel personale talismano di quella che possiamo ritenere l’unica vera cantante-icona del Novecento, per tutti semplicemente La Divina.

Maria Callas ha incarnato il ruolo della diva assoluta al pari di figure femminili del Novecento, da Marilyn Monroe ad Elizabeth Taylor e poche altre, protagoniste loro malgrado di vite che hanno mescolato gioie e drammi, trionfi e sconfitte, degne del copione di un vero melodramma. Le immagini che immortalano la Callas in occasioni pubbliche e private, soprattutto tra il 1954 e i primi anni sessanta, ci offrono scorci di un volto, di un’eleganza e di una personalità che esprimono perfettamente lo status di diva: una diva assoluta perché riesce a fondere come nessun’altra voce, tecnica, immagine, stile, recitazione, vita privata e pubblica. A differenza di altre protagoniste dello star system provenienti da un mondo intriso di cultura pop, la Callas appartiene però ad un mondo elitario, quello dell’opera lirica, ed è quindi ancora più sorprendente la forza con cui ha sedotto e continua a sedurre indistintamente anche chi in un teatro non è mai entrato ma, ascoltando semplicemente il colore così intimamente famigliare della sua voce, vi riconosce immediatamente quella personalità che ha diviso il mondo dell’opera in b.C. – a. C.: Before Callas e After Callas.

Giambettino Cignaroli (Verona, 1706-1770)
Sacra Famiglia
Olio su tela applicata su tavola, 13 x 19 cm
Collezione privata (Ilario Tammasia e Marco Galletti)
Iscrizioni, sul retro: Cignaroli G. B veronese / 1706 – 1770 / I Agosto 47 / 22 Luglio 51 / grazie gran Dio! / M C e B.

In una scena notturna si delinea uno spazio chiuso sul fondo da un drappo con le figure di Maria col bambino e San Giuseppe in primo piano, accompagnate da due luminosi cherubini. L’iconografia è dunque quella di una Sacra Famiglia, soggetto assai diffuso anche grazie a piccole immagini per la devozione privata come questa tavola di Cignaroli che replica in miniatura il soggetto di un’altra tela attribuita al suo maestro Antonio Balestra (olio su tela, 76 x 114 cm), oggi conservata all’Eli and & Edythe Broad Art Museum (Michigan State University, East Lansing), e di altri esemplari, sempre attribuiti a Balestra, a Fabrizio Cartolari o allo stesso Cignaroli, tra i quali quello al Museu de Montserrat (olio su tela, 80 x 111 cm) e l’esemplare in collezione privata a Venezia inserito in una raffinata cornice con cimasa (olio su tela, 76 x 113 cm). La storia del piccolo dipinto che appartenne a Maria Callas è certamente la più affascinante: la leggendaria cantante trasformò infatti l’opera donatole da Meneghini nel suo personale talismano, immortalato in una serie di scatti particolarmente suggestivi, tra i quali quelli del gennaio del 1950 al Teatro la Fenice di Venezia e del febbraio 1951 a Palermo in cui una giovane e imponente Maria Callas si prepara ad andare in scena nei panni di Norma. Appoggiato allo specchio del suo camerino si scorge il dipinto di Cignaroli ancora inserito nell’originale cornice sagomata, poi sostituita da una custodia in velluto rosso, certamente più pratica per i continui spostamenti della cantante. Già nella fotografia del 7 dicembre 1951, che ritrae Maria Callas in camerino al Teatro alla Scala di Milano per I Vespri Siciliani, la Sacra Famiglia è inserita nell’astuccio in velluto rosso nel quale è ancora oggi custodita ed è così che appare nei suggestivi scatti in cui la cantante si prepara ad andare in scena al Teatro Regio di Parma (La Traviata, 1951), al Maggio Musicale Fiorentino (Medea, 1953), al Teatro Donizetti di Bergamo (Lucia di Lammermoor, 1954), al Teatro alla Scala di Milano (Ifigenia in Tauride, La Sonnambula e Anna Bolena, tutti del 1957), a Chicago (novembre 1954 e 15 gennaio 1957), a Lisbona (La Traviata, marzo 1958) e anche al Claridge’s Hotel di Londra (giugno 1958). La Sacra Famiglia di Cignaroli fa bella mostra nel camerino della Callas anche in occasione del suo atteso debutto, nel 1956, sul palcoscenico del Metropolitan di New York ed è immortalata durante il leggendario incontro con Marlene Dietrich, celebrato da tutta la stampa (They Met at the Met, Chicago America, 30 ottobre 1956). In un articolo apparso sulla rivista Grazia (1 dicembre 1957) è la stessa Callas che mostra con orgoglio il dipinto di Cignaroli, custodito insieme ai suoi gioielli nella casa milanese in via Buonarroti 38. L’importanza di questo dipinto è tale che il 9 giugno del 1955 Maria Callas, che si trova a Vienna per interpretare Lucia di Lammermoor alla Staatsoper, chiede all’amica Giovanna Lomazzi di portarglielo urgentemente da Milano, dove l’aveva dimenticato. Il quadro è infatti il suo personale talismano e così lo definisce lei stessa anche in un’intervista televisiva all’Ed Murrow Show il 24 gennaio 1958 e nell’articolo apparso sul Toronto Daily Star (21 ottobre 1958) quando lo mostra orgogliosa ai giornalisti e ricorda che senza il dipinto non sale in palcoscenico: “…ho dimenticato di portarlo nel mio camerino soltanto in due occasioni e due volte la mia voce si è incrinata a tal punto da dover sospendere lo spettacolo”[1]. La piccola tavola di Cignaroli appare furtivamente anche in un breve video-intervista nel camerino dell’Opera di Dallas (6 novembre 1958) in cui la Callas, assediata dai cronisti, commenta con tono infuocato la rottura del suo contratto con il MET di New York, evento che suscitò grandi polemiche in quello che sembrava essere l’annus horribilis della cantante, iniziato con lo scandalo al Teatro dell’Opera di Roma per l’interruzione di una recita di Norma, ma poi concluso in trionfo con il debutto all'Opéra di Parigi. Maria fu pagata ben 5.000.000 di franchi, devoluti alla Légion d’Honneur, e anche in questa occasione volle accanto a sé il piccolo dipinto di Cignaroli, così come rivela un suggestivo scatto in cui è ritratta nel camerino intitolato alla leggendaria Fanny Heldy mentre si prepara per cantare il secondo atto di Tosca, indossando l’elegante abito che Biki le aveva creato per l’evento.
Accanto alle numerose documentazioni fotografiche e ai video, il legame tra la Callas e la Sacra Famiglia di Cignaroli è ulteriormente avvalorato dall’iscrizione di suo pugno che appare sul retro della tavola in cui sono riportati il nome del pittore (Cignaroli G. B veronese / 1706 – 1770), la data in cui Meneghini le regalò l’opera (I Agosto 47) e la data di uno dei suoi grandi trionfi dopo una recita di La Traviata a Mexico City (22 Luglio 51 / grazie gran Dio! / M C e B.).

Giambettino Cignaroli (Verona, 1706-1770)
Formatosi alla scuola di Antonio Balestra e, in seguito al trasferimento a Venezia, sui capolavori dei grandi maestri, da Tiziano al Veronese, divenne uno degli artisti più richiesti non solo a Verona ma in molte altre città quali Milano, Brescia, Parma, Ferrara, Bologna e Torino. La sua fama travalicò i confini italiani grazie ad opere destinate all’Elettore di Sassonia, al re di Polonia, alla regina di Spagna e alla zarina di Russia. Oltre ai soggetti religiosi il Cignaroli si distinse per opere di soggetto storico come il Pomponio Secondo riceve gli onori trionfali in Campidoglio, oggi al Museo di Castelvecchio.
Nel 1770 eseguì il ritratto del tredicenne Wolfgang Amadeus Mozart che, durante una tournée in Italia suonò anche a Verona.