Doppio sogno – Daniela Balsamo / Rori Palazzo

Informazioni Evento

Luogo
RISO - MUSEO D'ARTE CONTEMPORANEA DELLA SICILIA
Via Vittorio Emanuele 365, Palermo, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Doppio sogno
Rori Palazzo. Metabole
a cura di Giulia Ingarao / testo critico di Giulia Ingarao
opening 5.01.2023, ore 18.30 - Museo Riso, Ala nuova II piano
Daniela Balsamo. Anomalie
a cura di Giulia Ingarao / testo critico di Caterina Spina
opening 5.01.2023, ore 18.30 - Museo Riso, Ala nuova I piano
biglietteria: da martedì a sabato 09.00 – 18.30; festivi 09.00 – 13.00
Ultimo ingresso 30 minuti prima dell’orario di chiusura. Lunedì chiuso, eccetto i festivi

Vernissage
05/01/2023

ore 18,30

Artisti
Rori Palazzo, Daniela Balsamo
Curatori
Giulia Ingarao
Generi
arte contemporanea, doppia personale

Due mostre individuali – Anomalie di Daniela Balsamo e Metabole di Rori Palazzo –, collocate nei due piani di Palazzo Belmonte Riso.

Comunicato stampa

Giovedì 5 gennaio alle ore 18.30 presso il Museo Riso, ruber.contemporanea presenta il progetto espositivo Doppiosogno, promosso dall'Assessorato dei Beni Culturali e Riso. Museo regionale d'arte moderna e contemporanea di Palermo.
Due mostre individuali - Anomalie di Daniela Balsamo e Metabole di Rori Palazzo –, collocate nei due piani di Palazzo Belmonte Riso che, a partire dall’ intreccio speculare di sogno e realtà, icasticamente raccontato da Arthur Schnitzler, tracciano due percorsi espositivi distinti che si muovono su binari paralleli.
Il tema dominante, sviluppato in modo personale da entrambe le artiste, è la rappresentazione inverosimile del reale, attraverso metamorfosi, effetti stranianti e immagini oniriche tanto presenti da sembrare reali. Una ricerca che risponde alla condizione effimera del momento storico che viviamo, nel quale il sogno si sostituisce alla vita reale, il confine tra scienza e mito diventa sempre più sottile e la condizione stessa dell’umanità si muove nell’incertezza. Il progetto è a cura di Giulia Ingarao e si compone di testi critici della curatrice e di Caterina Spina.

Daniela Balsamo. Anomalie
È un mondo che va oltre il nostro presente quello che Daniela Balsamo mette in scena in questo viaggio attraverso il tempo, in un futuro possibile e immaginifico. La natura mostra la sua potenza e la sua forza rigeneratrice mentre la figura umana sembra progressivamente scomparire.
In un processo inesorabile prende possesso prima dei manufatti umani trasformandoli, li conforma a sé stessa, si insinua negli spazi costruiti dall’uomo e ci si ambienta come un camaleonte assume le forme e i colori in cui si trova. Non è l’arte a imitare la natura, ma la natura a imitare l’arte per farla sua, definitivamente.
Ne scaturiscono le anomalie, irregolarità, difformità dalla regola e della struttura. I soggetti che l’artista rappresenta sembrano apparentemente usuali: raffigurazioni di oggetti, scorci, spazi umani che a ben guardare rivelano delle bizzarrie in stridente contrasto con la normalità.
Sculture barocche in cui insetti e piccoli animali si mimetizzano tra putti e ghirlande, fiori mostruosi e magnifici dentro vasi impalpabili si accompagnano a primordiali forme fluttuanti, e ancora vermi e molluschi irrompono anche sopra tavole imbandite. Comincia così l’invasione della natura, che sempre più prende campo fino ad occupare gli spazi umani: i luoghi rassicuranti e ormai disabitati che conosciamo, diventano lande e antri; l’acqua invade, gli uccelli occupano le case e fanno festa, agenti atmosferici si manifestano dentro ambienti chiusi e apparentemente tranquillizzanti. L’angoscia di un processo che sempre più temiamo in cui la natura può ingoiare tutto rivelando la nostra piccolezza, lascia il posto allo stupore di quello che la natura, terribile e meravigliosa può fare. Nascono paesaggi inediti in cui esseri marini e terrestri si fondono creando foreste rigogliose e conturbanti, dove convivono vulcani e forme vegetali aliene.
La pittura ad olio è materica e luminosa e allo stesso tempo precisa e attenta al dettaglio; nella rappresentazione di oggetti barocchi e di ambienti eleganti e raffinati, si respirano atmosfere intrise di decadentismo simbolista, mentre le nature morte guardano alla pittura di genere, al gusto di indugiare nel particolare. Nei paesaggi, invece, la tavolozza cromatica diventa sempre più connotata, gli accostamenti si fanno più forti e a volte quasi acidi: si diffonde una condizione di sospensione artificiale in cui forme e colori assumono un tono psichedelico.
In queste opere Daniela Balsamo materializza la minaccia di una natura che avanza ineluttabile mentre l’umano scompare, in un processo metamorfico in cui nulla si distrugge, ma la vita si trasforma ricreandosi incessantemente in forme sovraumane e strabilianti (dal testo critico di Caterina Spina).

Rori Palazzo. Metabole
Gettare lo sguardo oltre, μεταβάλλω, ovvero mutamento, trasferimento, variazione. Le fotografie di Rori Palazzo sono metabole del reale che raccontano ciò che non possiamo vedere ma che nel prendere forma sollecitano il desiderio di ambiguità e svelamento. Le composizioni immaginifiche messe in scena nei suoi tableaux photographiques appaiono radicate in un rigore estetico che ci consente di indugiare nel dettaglio di ciò che è rappresentato per andare oltre il limite della forma e accogliere la narrazione simbolica propria del mito.
I corpi dal volto trasfigurato e le figure femminili miste rimandano ad un immaginario mitologico ampio - Circe, Sibylla, Atena, Acanto, Proserpina, Dafne -, assunto come linguaggio in grado di indagare i valori chiave dell’esistenza, la complessità della condizione umana, il dramma psicologico dei ruoli e delle identità sessuali, la possibile trasmutazione in altro.
Il percorso espositivo presentato è un viaggio iniziatico che dall’origine - serie Metabole Alfa – passa attraverso le opere esposte nella seconda sala, intitolata Odòs, ovvero strada/cammino, per giungere alla morte avendo fatto esperienza del senso di perdita e negazione. Nell’ultima sala- serie Metabole Omega -, dopo una lotta con il corpo e i suoi limiti, la figura velata di bianco ritorna all’origine, appare in croce dentro una casa di velo che la avvolge come cavità amniotica. Il bianco che chiude il percorso diventa varco, luce: si trasfigurò davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime (La trasfigurazione, Marco, 9, v. 16).
Al centro della ricerca di queste ultime serie realizzate da Rori Palazzo tra il 2021 e il 2022 vi è il corpo femminile che assume forme e funzioni diverse attraverso la prospettiva di sguardo: è contenitore, luogo di metamorfosi, specchio dell’orrore, possibilità di cambiamento. L’identità è indagata attraverso il corpo sul quale l’artista proietta angosce, ricordi e desiderio di riscatto. L’assenza poi si sostituisce alla memoria e appende ad un filo sottile l’immagine di ciò che è stato, mentre una mano accarezza le lacrime e un’alta, più violenta, strappa i veli (dal testo critico di Giulia Ingarao).