Dora García – La Eterna 

Informazioni Evento

Luogo
FONDAZIONE BARUCHELLO
Via del Vascello 35, 00152 , Roma , Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

30 aprile –  14 giugno 2024

ore 18.00 – 21.00

Vernissage
26/04/2024
Artisti
Dora Garcia
Curatori
Carla Subrizi
Generi
arte contemporanea, personale

La Eterna intende costituire un omaggio a Gianfranco Baruchello a cento anni dalla nascita, attraverso un progetto espositivo che prende spunto e prosegue un dialogo nato anni fa tra l’artista e Baruchello.

Comunicato stampa

La Fondazione Baruchello, per la programmazione del 2024, presenta il progetto 3 × 3 × 3 una serie di tre mostre, con tre artisti, in dialogo con tre opere di Gianfranco Baruchello. Nel periodo tra febbraio e luglio, Fiamma Montezemolo, Dora García e Fritz Haeg, si alterneranno con tre progetti appositamente pensati per gli spazi della Fondazione.

 

Venerdì 26 aprile inaugura presso gli spazi della Fondazione Baruchello la mostra di Dora García, dal titolo La Eterna, secondo appuntamento di questo ciclo di mostre.

La Eterna intende costituire un omaggio a Gianfranco Baruchello a cento anni dalla nascita, attraverso un progetto espositivo che prende spunto e prosegue un dialogo nato anni fa tra l’artista e Baruchello: nel 2011 in occasione della 54° Esposizione Internazionale d’Arte Biennale di Venezia, edizione nella quale García invitò Baruchello nel progetto dal titolo L’inadeguato da lei curato per il Padiglione Spagnolo.

 

La mostra di García riflette sulla funzione della narrazione, non soltanto dal punto di vista letterario. Flash back temporale e concettuale, il progetto riflette sulla novella di Fernandez Macedonio, Museo de la Novela de la Eterna, cominciata nel 1925 e pubblicata postuma nel 1967. La novella costituisce in realtà un esempio di anticonformismo letterario essendo articolata in 57 prologhi, discontinuità narrative, infinite derive da un centro possibile del racconto. La Eterna è il nome che lo scrittore assegna alla moglie scomparsa per farla diventare il punto di avvio e di continuo ritorno di un personaggio sempre vivo, tra fiction e realtà, tra fantasia e storie possibili. Proprio da questa idea di “infinito”, in maniera critica nei confronti di quanto si pone sempre come regola stabilita o prassi conforme a riferimenti indiscutibili, Garcia pone la domanda di che cosa sia l’infinito o l’eterno, e se sia possibile immaginare, come dice la stessa artista “una tensione verso l'infinito, verso un incessante rinvio, verso le pause eterne, verso la sospensione del senso, verso gossip del futuro, verso le profezie autoavveranti, verso la fine infinita”.

 

La mostra presenta dieci lavori realizzati tra il 2001 e il 2024 nella forma di video, installazioni, oggetti e performance. La prima opera che si incontra nel percorso espositivo è 100 Impossible Artworks (2001), che consiste in un elenco di cento opere d’arte impossibili da realizzare. L’artista, consapevole di tale impedimento, prova poi a sfidare questo aut aut: ogni opera proposta nell’esposizione è infatti, secondo le parole dell’artista, “l’ombra di un’altra che non può essere realizzata”.  Una simile impostazione ad elenco si ritrova anche nell’opera Les fins du monde (2006), in cui García presenta una serie di eventi che potrebbero portare all’estinzione della vita dal nostro pianeta, fino ad arrivare ad un reset temporale, a 290 milioni d’anni da oggi.

Sono poi presentate tre opere video: Hawthorne / Baruchello (2019, 45’54’’), opera dedicata a Baruchello, vede la lettura da parte di un performer, Michelangelo Miccolis, e un attore, Geoffrey Carey, di Una Settantina di Idee di Baruchello, e di American  Booknotes di Nathaniel Hawthorne, con un’associazione dell’impostazione paradossale degli appunti di entrambi gli autori; End, three prologues (2024, 40’), il concetto di “fine” tramite tre prologhi, con riferimenti alla crisi climatica, alla geografia, la narrativa, la memoria e il suono; ed, infine, La Eterna (2017, 49’). Un altro lavoro che presenta una riflessione sulla novella La Eterna è 58 Prologues and One End (2024). Qui García presenta tre libri: uno con molteplici prologhi (Museo de la Novela de La Eterna, di Macedonio Fernández), uno con numerose annotazioni (l’ultima pagina del libro Finnegans Wake, di James Joyce, con un famoso finale sospeso sulla parola “il”) e uno mutilato (l’Ulisse di Joyce). Un altro omaggio al lavoro di Baruchello è costituito dal lavoro archivistico Mad Marginal Archives (2011), ovvero un faldone in cui sono contenuti ventisette documenti che hanno accompagnato la ricerca di García, durante il processo di curatela del padiglione spagnolo del 2011. Sono presenti in mostra anche altri documenti relativi all'opera presentata da Baruchello, Multipurpose Object (1966). Anche The Prophets (2005-2020) consiste in un archivio, relativo in questo caso alla performance da lei realizzata per la prima volta nel 2005 e l'ultima nel 2020, “The Prophets”. I documenti consistono nelle varie profezie presentate durante i vari reenactments. L'opera The Bug (L’Insetto) (2022) consiste in una serie di disegni che prendono ispirazione dall’ultima opera teatrale di Vladimir Majakovskij. L’opera di García, come la pièce teatrale, si compone di nove episodi, ciascuno dei quali illustra una linea temporale del mondo, partendo dalla pubblicazione dei Tre saggi sulla sessualità di Freud e finendo con la teoria dell’estinzione umana, che avrà luogo tra diecimila anni. Durante l’inaugurazione, l’artista svolgerà l’azione dal titolo Instructions for the performance “The Bug: the future is behind us” (2024).

Narrazione e finzione, sogno e incomunicabilità, paradossi delle parole e difficoltà a capire, storie possibili continuamente da ricominciare sono alcuni degli aspetti che la mostra attraversa.

 

 

Dora García

Dora García (Valladolid, 1965) attraverso l'interazione e la performance, utilizza lo spazio espositivo come piattaforma per indagare il rapporto tra opera, il pubblico e il luogo. L’artista trasforma gli spazi in un'esperienza sensoriale alterando la percezione e creando situazioni di interazione, spesso utilizzando intermediari (attori professionisti, dilettanti o persone incontrate per caso) con il fine di sollecitare il pensiero critico. Operando tra realtà e finzione, Garcia pone i visitatori nel ruolo di protagonisti della costruzione di immaginario collettivi, reali o fittizi, dei quali non sempre sono consapevoli.