Du Pasquier | Spranzi | Adnan | Eun-Mo
In mostra a Zuoz quest’inverno presenteremo quattro artiste che lavorano con l’astrazione: con forme essenziali e piani di colore, composizioni ritmiche e musicali.
Comunicato stampa
In mostra a Zuoz quest’inverno presenteremo quattro artiste che lavorano con l’astrazione: con forme essenziali e piani di colore, composizioni ritmiche e musicali.
Nathalie Du Pasquier eAlessandra Spranzi hanno scelto di collaborare in quest’occasione, accostando stampe fotografiche in bianco e nero di Spranzi a dipinti, disegni, elementi in legno di Du Pasquier. L’effetto è sorprendente e crea una poesia particolare tra queste due sensibilità. Le immagini di Spranzi raffigurano mani e gesti che vanno a giocare con gli spazi freddi dipinti da Du Pasquier. Questa collaborazione dimostra come due elementi messi insieme possano dare luogo, in particolari condizioni, ad un terzo, quasi come avviene nel mondo della chimica. La mostra si chiama Les jeux de mains, e potrebbe alludere anche a qualche magia che le mani delle fotografie operano sui dipinti.
Nathalie Du Pasquier (*Bordeaux 1957) dal 1979 vive a Milano e nel 1981 è stata tra i membri fondatori del gruppo Memphis. Nonostante il successo come designer, dal 1987 la pittura diventa la sua attività principale. Inizialmente i temi dei suoi dipinti ad olio sono composizioni di oggetti, nature morte realizzate dal vero in studio. Nel tempo la sua ricerca si sposta in territorio più astratto, si articola in dipinti e sculture che indagano costantemente il confine tra il rappresentativo e il non rappresentativo, il tangibile e l’intangibile, le forme bidimensionali e tridimensionali. Negli ultimi anni ha esposto in istituzioni importanti quali la Kunsthalle Vienna (2016), ICA Philadelphia (2017) e il Camden Arts Centre di Londra (2018). A breve avrà una mostra personale al MACRO di Roma a cura di Luca Lo Pinto.
La ricerca artistica di Alessandra Spranzi (*Milano 1962) è legata alla fotografia, alla costruzione
e al riuso delle immagini fotografiche proprie e altrui. Il suo lavoro denota una predilezione per i materiali poveri, le situazioni quotidiane e domestiche, i lavori manuali e i gesti che li accompagnano. Ciò che la interessa è segnalare una bellezza che esisteva già, non vista, in immagini preesistenti. Tramite queste appropriazioni e manipolazioni, si interroga sul mistero dell’esistenza e sulle forze che determinano il nostro destino come quello degli oggetti e degli ambienti che ci circondano. Ha partecipato in importanti mostre sia personali che collettive quali il Museo Marino Marini, Firenze e il MAMbo, Bologna (2013), il Centre Photographique, Ile de France (2015) e la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino (2020).
Etel Adnan (*Beirut 1925) è scrittrice e artista di origini libanesi che vive a Parigi. È considerata una delle figure più iconiche della diaspora araba e una delle pioniere dei diritti delle donne in tutto il mondo. Come la sua ricerca letteraria, anche il suo lavoro pittorico è libero da riferimenti culturali o imposizioni di forma: le sue composizioni sono paesaggi astratti che, attraverso l’uso di colori brillanti e dalle pennellate sicure, rappresentano la bellezza dell’universo e lo stretto legame che l’artista instaura con esso. Adnan concepisce i suoi lavori come dei poemi visivi: il linguaggio universale della pittura le permette infatti di non essere vincolata dai limiti della lingua. Ha esposto in numerosi musei, tra i quali ricordiamo l’lMMA a Dublino (2015), la Serpentine Gallery a Londra (2016), e il MoMa di San Francisco (2020).
Il lavoro di Chung Eun-Mo (*Seoul 1946) si basa su una profonda conoscenza delModernismo, in particolare del lavoro dei primi astrattisti. Come Malevič e Albers, è affascinata dalle armonie matematiche e cromatiche e dagli effetti mutevoli della luce su di esse. Nata a Seul nel 1946, a metà degli anni ‘60 si trasferisce a New York, dove nel 1980 consegue il Master of Fine Arts al Pratt Institute; da allora ha perfezionato costantemente il suo stile pittorico geometrico. Alla fine degli anni ‘80 vive fra l’Irlanda e Torre Orsina, in Umbria. Negli ultimi due decenni, Chung Eun-Mo ha avuto una ricca attività espositiva, tra cui mostre personali a New York, Roma, Monaco di Baviera e Seul, e un’acclamata installazione site-specific all’IMMA Irish Museum of Modern Art di Dublino nel 2003.