Duet – Riccardo Baruzzi e Alberto Trucco
Con la mostra Duet. Riccardo Baruzzi e Alberto Trucco, Villa Croce intende mettere a confronto la ricerca di due artisti di generazioni diverse, accomunati dalla centralità nella pratica della pittura e il disegno.
Comunicato stampa
Con la mostra Duet. Riccardo Baruzzi e Alberto Trucco, Villa Croce intende mettere a confronto la ricerca di due artisti di generazioni diverse, accomunati dalla centralità nella pratica della pittura e il disegno.
Alberto Trucco (Roma, 1952; vive e lavora a Genova) lavora sul confine tra la sintesi dell’astrazione e della poesia della gurazione in una costante ricerca di nuove modalità espressive, così Riccardo Baruzzi (Lugo, 1976; vive e lavora a Bologna) articola la sua poetica attraverso dipinti, disegni e sculture che sono al contempo rappresentazioni del reale e materia reale. Comune ai due artisti è l’indagine profonda della materia pittorica alla base del lavoro: Alberto Trucco adotta tecniche e materiali che si rifanno a un sapere antico, legato alla storia della pittura murale, spesso tradotte in ritratti, architetture e paesaggi che rimandano alla sua parallela ricerca scultorea e installativa; Riccardo Baruzzi sembra invece procedere in senso inverso, utilizzando medium non tradizionali, come pennarelli, tele da sartoria e spray, per realizzare soggetti classici della storia pittorica, come nature morte, ritratti di cavalli, nudi.
Duet si articola in diversi spazi del museo, aprendosi con un’installazione site-specific di Riccardo Baruzzi al piano terra e presentando un corpus di opere di Alberto Trucco al secondo piano. Il dialogo diretto tra i due artisti prende forma nella project room, dove saranno presentati una selezione di disegni effettuata dagli artisti, guardando uno al lavoro dell’altro.
La mostra si configura quindi come una bi-personale, la prima per entrambi in un’istituzione museale e mette a fuoco due nuclei centrali della ricerca dei due artisti: l’indagine di Baruzzi intorno alla figurazione pittorica che investe, come nel caso dell’installazione ideata per l’occasione, altre dimensioni sensoriali oltre a quella visiva, in particolare quella musicale; il carattere invece sottrattivo, di allontanamento dalla figurazione, dell’analisi pittorica di Trucco, rappresentato dal ciclo di opere inespresse presentato in mostra, che comprende anche disegni, collage e opere scultoree, oltre ai dipinti realizzati a partire dagli anni ottanta.
Un andare verso la rappresentazione e un distanziarsi da essa che trovano un punto d’incontro ideale nella stanza dedicata ai disegni dei due artisti in mostra, che porterà all’attenzione del pubblico le due modalità diverse di misurarsi con temi come il nudo, il sacro e il paesaggio.
Grazie a: Rebecca Container (Genova) e P420 (Bologna)