E quindi uscimmo a riveder le stelle. Dove sono?
Mostra dei vincitori del Premio Arti Visive San Fedele che propone una comunione tra l’incanto naturale dei luoghi e i linguaggi artistici contemporanei.
Comunicato stampa
Sabato 17 settembre alle ore 18.00, nel contesto del Festival Internazionale di Musica e Cinema A. F. Lavagnino di Gavi, si inaugura presso la Chiesa del Monastero di San Remigio, parodi Ligure (AL), la mostra dei vincitori del Premio Arti Visive San Fedele di Milano 2010-2011, dal titolo “E quindi uscimmo a riveder le stelle.” Dove sono?
Frutto di una accurata selezione di opere realizzate da giovani artisti under 35, l’esposizione, promossa dalla Galleria San Fedele di Milano diretta da Andrea Dall’Asta S.I., curata da Ilaria Bignotti e Matteo Galbiati, tra gli otto tutors del Premio (insieme a Daniele Astrologo, Chiara Canali, Chiara Gatti, Massimo Marchetti, Kevin Mc Manus, Michele Tavola), propone una affascinante comunione tra l’incanto naturale dei luoghi e i linguaggi artistici contemporanei.
Come sottolinea infatti Mirco Marchelli, tra gli organizzatori del Festival: "Quando è stato messo a disposizione lo spazio costituito dalla chiesa del monastero di San Remigio, già al primo sopralluogo si è pensato a un progetto di ampio respiro. L'antichità del luogo e la bellezza dei campi coltivati nel quale è immerso ispirano progetti importanti. […] Conoscendo il lavoro che il Premio Arti Visive San Fedele conduce con giovani artisti è venuto naturale pensare che sarebbe stato interessante collegare il Festival con l'importante galleria del centro culturale che i Gesuiti hanno nel cuore di Milano. […] Portare questa esposizione nel monastero di San Remigio, trasferendo un'esperienza cittadina in mezzo ai campi di grano, può essere l'occasione per verificare il valore delle opere dei giovani artisti in un diverso contesto, ma anche per arricchire il Festival, di anno in anno, di una interessante finestra su uno dei più stimolanti laboratori dell'arte contemporanea internazionale”.
Il senso del tema proposto per il Premio - E quindi uscimmo a riveder le stelle. Dove sono? – viene ben delineato dalle parole di Andrea Dall’Asta S.I. nella sua introduzione al catalogo: “ […] Rivedere le stelle: è un invito a ricercare la luce, l’assoluto, una verità che possa dare senso alle cose, al mondo che ci circonda. Tuttavia, occorre mettersi in ricerca, percorrere un cammino. […] Tutti i grandi personaggi della storia avvertono l’urgenza di intraprendere un cammino. È sufficiente pensare ai grandi “viaggiatori” del passato come Abramo, Ulisse, Enea… Anche Gesù non si ferma mai. L’uomo ha sempre guardato alle stelle, al cielo come meta del proprio desiderio. Di fatto, “de-siderare” significa etimologicamente “smettere di guardare alle stelle” e di conseguenza sentirne la mancanza. Le stelle sono punti di riferimento essenziale per ogni uomo, se è vero che il navigatore che guarda alle stelle per orientarsi in un mare indifferenziato è il simbolo stesso dell’uomo alla ricerca di un porto sicuro, di un approdo. […] Il desiderio implica un movimento, una tensione che spinge verso un luogo e un tempo originari, verso la nostra origine celeste (non veniamo forse dalle stelle?), da cui trae origine e senso ogni aspetto della realtà”.
Nel silenzio della chiesa di San Remigio, ecco allora stagliarsi, in una litania ammaliante, i nomi delle stelle che si diffondono nello spazio, grazie all’installazione audio realizzata da Emanuela Ascari, tra i due artisti che hanno ricevuto la menzione speciale dei curatori del Premio. L’altro è Francesco Arecco, autore di un Sidereus munus, un dono del cielo diventato cassa armonica di pregiato ebano, nella quale fissare lo sguardo, alla ricerca di delicate trame di luce che filtrano da apposite aperture realizzate nell’opera scultorea. Al centro della chiesa sconsacrata, è l’Osservatorio di Daniele Salvalai, vincitore del Premio Arti Visive San Fedele: una scultura che diventa ambiente, un luogo in cui è possibile non solo alzare lo sguardo, nell’attesa di riveder le stelle, ma anche guardarsi negli occhi, riscoprendo il valore del dialogo. In costate bilico tra un qui e un altrove, è l’opera In between di Marco La Rosa, vincitore del Premio Paolo Rigamonti e secondo classificato del Premio San Fedele, un’installazione dove la luce al neon si confronta con la trama pittorica e interagisce con il passaggio dello spettatore. In un costante rimando l’una all’altra, le opere si chiamano e confrontano, sollecitando il pubblico a stimoli differenti e invitandolo in un percorso affascinante e molto evocativo, grazie anche all’identità dello spazio espositivo, un luogo sconsacrato eppure, come sempre, carico di metafisiche profondità. Ecco allora che anche l’idea di EXIT proposta da Elisa Leonini, terza classificata, ci suggerisce di uscire a riveder le stelle con occhi nuovi, invitandoci alla riflessione sulla complessità dei messaggi del mondo e delle cose, se visti con lo sguardo dell’arte.
Il 29 settembre, alle ore 21, sarà possibile assistere ad una serata di cinema e musica nella chiesa abbaziale, con la mostra d'arte allestita. Il Festival che ospita la mostra, infatti, presenterà la sonorizzazione dal vivo, effettuata dall'Orchestra Classica di Alessandria, di alcuni spezzoni di film la cui colonna sonora è stata scritta da Nino Rota, del quale si celebra il centenario della nascita, e da Franco Piersanti, autore tra l’altro delle musiche del recente film Habemus Papam. Nel corso della stessa serata si conferirà il Premio alla Carriera allo stesso Piersanti e al musicologo Sandro Cappelletto, autore per La Stampa e Le Monde.
Testi di: Ilaria Bignotti, Matteo Galbiati, Chiara Gatti, Massimo Marchetti, Kevin Mc Manus