E trallerallera
E trallerallera è un titolo che ha origine dal quindicesimo episodio dell’Ulisse di Joyce, Circe.
Un episodio centrale, dove realtà e fantastico si confondono, o meglio, si compenetrano scavalcando io, tu e noi, in un destino presente e futuro.
Comunicato stampa
Progetto a cura di Susanna Baumgartner
per De Pietri Artphilein Foundation
Collaboratori: Marco Arrigoni, Carla Burani, Orio Vergani
Susanna Baumgartner, Martina Corà, Ermanno Cristini, Diana Dorizzi, Elena El Asmar, Luisa Figini, Cosimo Filippini, Giulio Lacchini, Elisa Macellari, Marco Andrea Magni, Piritta Martikainen, Concetta Modica, Mara Palena, Francesca Pinzari, Alessandro Rolandi, Carlo Rusca, Fosco Valentini, Serena Vestrucci
E trallerallera è un titolo che ha origine dal quindicesimo episodio dell’Ulisse di Joyce, Circe.
Un episodio centrale, dove realtà e fantastico si confondono, o meglio, si compenetrano scavalcando io, tu e noi, in un destino presente e futuro.
Il suono delle parole evoca e apre spazi incommensurabili, mantenendo un ritmo che risuona.
Nell’Ulisse di Joyce ogni ora, ogni organo, ogni arto, ogni persona, diventano città, universo umano. Lo smembramento di Dioniso rimanda alla scomposizione del corpo di ogni individuo che si lascia trasportare dall’esistenza stessa nella vita, con la lucida coscienza di ogni organo di quello stesso corpo abbandonato al flusso.
La parola fiore è un leitmotiv che torna più volte nell’Ulisse, come simbolo di un mondo femminile ispiratore
e creatore di un chaosmos. Un caos che è cosmo; una sola parola per esprimere non un’opposizione, una dualità, ma un’unione, a partire da quel bocciolo di carne che è l’ombelico. Un movimento orizzontale, una qualità fluida di tracce e collisioni.
La legge degli opposti si risolve in un tutto dove le idee, contenendo le immagini delle cose, ricreano un mondo. La vita è nella materia e la materia è infinita.
Il linguaggio descrive esperienze che rendono l’uomo libero di trovare il suo paradiso; un al di là di verità sostanziali, attraversando coraggiosamente l’inferno. Il giorno e la notte, la notte e il giorno, sono insieme il viaggio e la meta.
La libertà di Ulisse è al maschile e al femminile, anche se è il femminile a guidare nell’ombra la narrazione. Quel femminile che richiama l’acqua, fonte di vita e la capacità di adattarsi all’ambiente, seguendo il cambiamento costante e la sua legge.
Senza l’accogliente ambiente di Shakespeare and Company e la lungimiranza di Sylvia Beach l’Ulisse di James Joyce non sarebbe stato pubblicato; non sicuramente, come desiderava l’autore, in carta blu greco, il 2 febbraio 1922 (anche se quel giorno ne ricevette solo una prima copia). Il clima culturale e l’atmosfera della libreria parigina sono stati indispensabili alla vita di questo epico romanzo contemporaneo. In quel mitico, ideale luogo di scambi e novità creative, l’Ulisse di Joyce ha trovato il terreno per essere fiore tra i fiori.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo pubblicato da Artphilein Editions in occasione del finissage di martedì 28 febbraio 2023.
La mostra è visitabile su appuntamento scrivendo a [email protected]