Echi di esplorazioni. l’Etiopia oltre il tempo di Luigi Vigliotti

Una mostra che ripercorre iconograficamente la grande spedizione africana ottocentesca di Cecchi e Chiarini in chiave contemporanea, mantenendone però lo spirito vintage.
Comunicato stampa
Sabato 8 marzo, allo spazio bianco di via Zongo 45 inaugura la mostra Echi di esplorazioni, l’Etiopia oltre il tempo di Luigi Vigliotti a cura di Giancarlo Torresani. Una mostra che ripercorre iconograficamente la grande spedizione africana ottocentesca di Cecchi e Chiarini in chiave contemporanea, mantenendone però lo spirito vintage.
Una mostra singolare che ripercorre le fotografia delle avventure africane di due grandi esploratori ottocenteschi: Carlo Cecchi (Pesaro 1849) e Giovanni Chiarini (Chieti 1849). Le immagini riprendono le pose ed i paesaggi degli anni della Grande Spedizione in Africa, mantenendone l’estetica e le inquadrature, riportandole nel contemporaneo. Il curatore della mostra Giancarlo Torresani interviene affermando: “Questa mostra offre una geniale ricerca iconografica, svolta con spirito ottocentesco nel rispetto del linguaggio visivo dell’epoca, che colloca perfettamente queste immagini analogiche (da diapositive a stampe fine-art anticate) nell’atmosfera di quella “Grande Spedizione” e nello spirito dei suoi protagonisti. Un singolare dispositivo documentaristico che, nel riprodurre gli immaginati sguardi esplorativi, unisce la bellezza formale al senso storico-dialettico dei fatti rivenuti nei diari. Un’indagine iconografica dove la forma e il contenuto non si assoggettano alle regole fisse ma ricorrono al cuore, all’umanità e alla ricchezza interiore del fotografo. Pur consapevoli che il trascorrere del tempo può aver modificato quei luoghi, a quel tempo osservati dagli esploratori Cecchi e Chiarini, i paesaggi e i volti delle persone fotografate da Luigi Vigliotti, le pose, le espressioni e gli atteggiamenti colti attraverso il suo obiettivo, sembrano appartenere al passato. Sguardi di un attento fotografo-ricercatore, che riescono a trasmetterci l’amore per quelle terre e per quelle persone. Ritroviamo in queste fotografie gli stessi tratti di allora, la posa, la dignità, la gioia, l’usura del tempo all’interno di un presente etnografico; foto che ci raccontano la storia di quella generazione, delle sue particolarità etniche, dimostrando che l’umanità è sempre identica. In una generazione come la nostra, dove troviamo ancora chi studia il passato, questi “sguardi” possono comporre un’altra lezione; un invito a guardare con attenzione oltre schermo sottile del tempo per vedere che l’uomo non cambia.”
La mostra terminerà il 30 marzo e resterà aperta dal venerdì alla domenica dalle ore 17.00 alle ore 19.00.