El Greco – Santi Pietro e Paolo
Sarà esposta l’opera di El Greco Santi Pietro e Paolo dalle collezioni dell’Ermitage di San Pietroburgo presso gli spazi di rhinoceros gallery nel Palazzo rhinoceros.
Comunicato stampa
La Fondazione Alda Fendi – Esperimenti promuove una nuova, affascinante iniziativa.
A partire dal 15 dicembre, con inaugurazione sabato 14, sarà esposta l’opera di El Greco Santi Pietro e Paolo dalle collezioni dell’Ermitage di San Pietroburgo presso gli spazi di rhinoceros gallery nel Palazzo rhinoceros, progettato per Alda Fendi da Jean Nouvel, sede delle proposte e delle sperimentazioni artistiche e culturali della Fondazione Alda Fendi – Esperimenti.
L’ingresso è libero. Ciò rappresenta una linea distintiva della Fondazione: l’accesso gratuito alle proprie iniziative è un messaggio simbolico e concreto, perché la cultura deve essere patrimonio dell’umanità.
L’esposizione che si terrà dal 15 dicembre 2019 al 15 marzo 2020, segna il secondo appuntamento di un accordo di collaborazione triennale tra la Fondazione Alda Fendi – Esperimenti e il celebre museo russo. Un accordo prestigioso che nasce dal desiderio di incrementare i rapporti culturali tra l’Italia e la Russia, tramite l’esposizione di capolavori provenienti dal Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo.
Dopo il grande successo dello scorso anno che ha visto l’esposizione de L’Adolescente di Michelangelo, con oltre 22.000 visitatori, la scelta di quest’anno è un vero e proprio tributo alla città di Roma.
I soggetti del capolavoro – i Santi Pietro e Paolo – sono patroni della Capitale d’Italia e la loro esposizione al Palazzo rhinoceros li pone come “numi tutelari” dello spazio e per estensione della città di Roma.
La mostra - promossa Fondazione Alda Fendi-Esperimenti e dal Museo Statale Ermitage ed organizzata da Il Cigno GG Edizioni in collaborazione con Ermitage Italia e Villaggio Globale International - è idealmente vicina alla retrospettiva dedicata a El Greco a Parigi, nelle sale del Grand Palais.
L'OPERA E L'AUTORE
Entrata nelle collezioni del Museo sulla Neva nel 1911, dono di Pëtr Pavlovič Durnovo, governatore generale di Mosca durante la Rivoluzione Russa del 1905, l’opera è esposta abitualmente nella sala dei capolavori dell’arte spagnola del museo di San Pietroburgo, accanto a una delle Skylight Halls che caratterizzano il cosiddetto Nuovo Ermitage, realizzato tra il 1839 e il 1851.
Un’opera emblematica dello stile ormai pienamente maturo di El Greco, “entrato nella storia della pittura come il più grande autore della Spagna del XVI secolo - scrive il curatore dell’esposizione Svyatoslav Savvateev nel saggio del catalogo de Il Cigno GG Edizioni - e divenuto uno degli artisti più conosciuti e celebrati di tutta la storia dell’arte europea”.
Domenico Theotokopoulos, noto come El Greco, nasce a Creta nel 1541. È uno dei pittori più innovativi della sua epoca, con il suo stile caratterizzato da scelte cromatiche inconsuete e innovative, le figure allungate, le pennellate ampie.
Inizia la sua attività come pittore di icone nel rispetto della tradizione bizantina, prima di completare la sua formazione a Venezia con Tiziano e a Roma. Si trasferisce in Spagna nel 1576 dove esegue opere di grande originalità tra Toledo e il complesso dell’Escorial a Madrid.
Le sue opere danno vita a uno stile tormentato e tragico, dove si scontrano attualità realistica ed evocazione visionaria, che unisce e rielabora il colore di Tiziano, il luminismo di Tintoretto ed elementi da Correggio, Parmigianino, Raffaello, Dürer.
Anche l’eccezionale dipinto dell’Ermitage, concesso in prestito alla Fondazione Alda Fendi - Esperimenti, è un’opera profonda e spiritualmente intensa, realizzata dall’artista probabilmente tra il 1587 e il 1592 durante la sua attività a Toledo.
I due apostoli vengono rappresentati insieme, secondo una consuetudine di antica origine, all’interno di uno spazio buio - cosa piuttosto eccezionale nell’opera del pittore greco - e con la propria tradizionale iconografia: Pietro con la chiave della Porta del Paradiso e Paolo mentre tiene in mano un libro aperto, in riferimento alle sue lettere scritte alle prime comunità cristiane.
Paolo, deciso e scapigliato, è in primo piano e con la mano sinistra compie un gesto fermo, con l’indice puntato su un volume; l’apostolo Pietro è in una posizione serena, eretta, ha uno sguardo contemplativo ma allo stesso tempo penetrante e riflessivo. Il suo sguardo è volto nella stessa direzione di quello di Paolo in modo da conferire alla composizione unità e finalità espressive, come suggerisce anche la dinamica della mano destra dei due santi, che sembrano muoversi l’una verso l’altra per dar vita a un insieme inscindibile.
Due figure differenti ma unite; apparentemente in contrasto per il diverso temperamento e carattere ma affiancate e accomunate a evidenziare “la dualità dei Principi degli Apostoli”.
Nel momento di apogeo dell’Impero Spagnolo, El Greco si pone come uno dei grandi pittori del Siglo de Oro, quel periodo di splendore artistico e culturale che va dalla nascita dell’Impero alla metà del Seicento.
L’originalità della sua sintesi artistica fa di El Greco il grande precursore del primo modernismo e il padre nobile delle nuove generazioni artistiche, secondo la definizione dello storico dell’arte tedesco Julius Meier-Graefe.
L'ALLESTIMENTO
La potenza immaginifica dell’arte del grande Maestro spagnolo è accompagnata nell’esposizione dalla proiezione delle immagini di film a lui dedicati, entrambi dal titolo “El Greco” con la regia rispettivamente di Luciano Salce (1966) e Iannis Smaragdis (2007).
Alcune riproduzioni in formato 1:1 di altre importanti opere della collezione spagnola dell’Ermitage, al piano superiore della rhinoceros gallery, permetteranno invece al pubblico di contestualizzare il grande capolavoro di El Greco giunto eccezionalmente a Roma da San Pietroburgo.
In particolare si incontreranno Francisco de Zurbarán ammirato per un naturalismo tipicamente caravaggesco e un “realismo drammatico” e Luis de Morales, attivo soprattutto in Estremadura, ma apprezzato in tutta la Spagna e soprannominato «El divino Morales» per la spiccata predilezione per i soggetti religiosi.
RHINOCEROS
Palazzo storico del Seicento, è il nuovo spazio per la cultura voluto da Alda Fendi e progettato dall’architetto francese Jean Nouvel, prospicente l’Arco di Giano e alle pendici del Palatino. Con una superficie di 3.500 metri quadrati e sei piani dedicati all’arte, dal segno forte e non convenzionale, questa architettura sempre in tensione è un motore di creatività. Ispirato ai Passages di Parigi di Walter Benjamin, propone una modalità innovativa e straordinaria, con mostre, creazioni multimediali, action, interferenze artistiche che vanno dalle arti visive a quelle performative, e rappresenta un quartiere ideato per vivere l’arte e nell’arte, a partire dalla galleria diffusa in tutti i piani del palazzo.
ALDA FENDI
Palazzo storico del Seicento, è il nuovo spazio per la cultura voluto da Alda Fendi e progettato dall’architetto francese Jean Nouvel, prospicente l’Arco di Giano e alle pendici del Palatino. Con una superficie di 3.500 metri quadrati e sei piani dedicati all’arte, dal segno forte e non convenzionale, questa architettura sempre in tensione è un motore di creatività. Ispirato ai Passages di Parigi di Walter Benjamin, propone una modalità innovativa e straordinaria, con mostre, creazioni multimediali, action, interferenze artistiche che vanno dalle arti visive a quelle performative, e rappresenta un quartiere ideato per vivere l’arte e nell’arte, a partire dalla galleria diffusa in tutti i piani del palazzo.
FONDAZIONE ALDA FENDI - ESPERIMENTI
Creata da Alda Fendi con le sue figlie Giovanna e Alessia, il concetto di Esperimento è la vera anima e la forza della Fondazione, che dà spazio alla ricerca coniugando arte e spettacolo, passato archeologico e tecnologia, con l’intento di sfidare le definizioni e le formule per essere liberi dagli schemi e dalle regole. Da sempre la scelta è di rendere l’accesso agli Esperimenti libero e gratuito, un gesto insieme simbolico e concreto per rendere la cultura patrimonio della comunità. Ideatore della linea artistica della Fondazione è Raffaele Curi.
Al primo Esperimento, lo scavo dell’abside della Basilica Ulpia, nello spazio Foro Traiano 1, si sono susseguiti undici anni di teatro multimediale che, nel 2014, sono stati oggetto di uno studio della Sapienza Università di Roma e di una pubblicazione,
Circolarità. Percorsi tra le performance di Raffaele Curi. Un percorso dall’antichità al contemporaneo, con incursioni alla Festa del Cinema di Roma, alla Peggy Guggenheim Collection, alla Biennale di Venezia con il Laboratorio Internazionale di Teatro e la 54. Esposizione Internazionale d’Arte.
Nel 2006 nello spazio Foro Traiano 1 è stata esposta l’opera di Antonio del Pollaiolo, Ercole e Anteo, proveniente dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze. Ideale prosecuzione di questo eccezionale prestito, l’accordo di collaborazione culturale con il Museo Statale dell’Ermitage di San Pietroburgo, iniziato nel 2018 con l’arrivo negli spazi espositivi di rhinoceros della scultura L’Adolescente di Michelangelo e che ora prosegue con El Greco, Santi Pietro e Paolo. Dopo il contemporaneo e l’antico, la Fondazione crea Istantanee dell’assurdo, una ricognizione attraverso immagini, suoni, parole, sulla surrealtà come punto di vista sul mondo. Protagonisti Eugène Ionesco, Samuel Beckett, e un Doppio singolare tra Luis Buñuel e Man Ray. L’installazione Rhinoceros AT Saepta (Premio ADI Compasso d’Oro 2019) di Raffaele Curi, davanti l’Arco di Giano, si trova oggi all’interno di rhinoceros gallery. Nel dicembre 2019 la Fondazione è stata incaricata dalla Saudi Commission della direzione artistica e del concept design della mostra Roads of Arabia – Tesori archeologici dell’Arabia Saudita, alle Terme di Diocleziano.