eL Seed – Tradizione Proverbiale
La Galleria Patricia Armocida è orgogliosa di annunciare Tradizione Proverbiale, la prima mostra personale italiana dell’acclamato artista franco-tunisino eL Seed.
Comunicato stampa
La Galleria Patricia Armocida è orgogliosa di annunciare Tradizione Proverbiale, la prima mostra personale italiana dell’acclamato artista franco-tunisino eL Seed, in galleria dal 24 marzo al 30 giugno 2017; inaugurazione giovedì 23 marzo ore 19.
L’artista presenta una selezione di lavori di nuova produzione creati per l’occasione: diciannove tele e quattro opere su carta.
La tradizione araba racconta che nella penisola arabica, quattordici secoli fa, un vasto villaggio chiamato Okaz, non distante dalla Mecca, fosse noto nella regione come luogo d’incontro e di competizione di poeti. Ogni anno, questi uomini dall’abile dialettica si riunivano presso una fiera commerciale e artistica, dove si misuravano in una gara di eleganza ed eloquenza poetica. Si tramanda che in seguito a queste battaglie di arguzie, le poesie vincitrici fossero ricamate su tessuti, per poi essere sospese sui muri della Kaaba; tuttavia solo sette sono rimaste sui muri sacri. Sono questi i componimenti che hanno dato origine all’arabo classico ad alcune delle sue regole e alla sua struttura. I Mu’allaqat sono storie di uomini anonimi appartenenti alla tradizione proverbiale, che hanno influenzato il futuro riformulando, in modo semplice ma eloquente, gli eventi della loro quotidianità. Nello spirito della tradizione proverbiale, l’arte di eL Seed racconta la realtà e la società del suo tempo, e si propone di influenzarne il futuro.
Un proverbio è spesso definito come un modo di dire saggio o un messaggio universalmente compreso. Per el Seed “Non c’è nulla di più malleabile di un proverbio, non tanto nella sua formulazione quanto nel suo significato. Esso esprime la realtà di un’esperienza, e tali esperienze sono tanto varie quanto il genere umano. Alla luce di ciò, mi permetto di interpretare la tradizione proverbiale come un invito universale a interrogarsi e riflettere su di sé. I messaggi di cui mi servo non solo creano ponti tra le persone che si riconoscono in uno specifico immaginario collettivo, ma intessono anche connessioni tra la schietta realtà dalla quale partono e le differenti forme di comprensione metafisica.”
Le sue intricate composizioni, infatti, miscelano la poesia della calligrafia araba e la scabra immediatezza dell’arte urbana francese, in uno stile distintivo che l’artista stesso definisce Calligraffiti. Confrontandosi principalmente con temi che sembrano in contraddizione, l’arte di eL Seed riflette la realtà dell’uomo e del mondo in cui vive oggi. Le sue opere, dinamiche e dai colori vibranti, richiamano l’attenzione non solo sulle parole in sé e sul loro significato, ma anche sul movimento che ammalia lo spettatore, conducendolo a un nuovo modo di percepire.
“L'artista contemporaneo trova nel proprio messaggio i limiti della propria lingua – sostiene eL Seed – L’arabo classico è lo strumento che ho scelto per comunicare dal momento che si tratta, a mio parere, di una delle lingue meno discriminatorie attualmente in uso. Anche quanti non leggono l’arabo possono farsi un'idea del suo significato dalle curve e dalle forme delle parole. È questa doppia natura all'interno della calligrafia che mi ha attratto e ispirato. Quando creo la mia arte, scrivo, e quindi dico qualcosa esprimendomi a parole, ma, allo stesso tempo, disegno, e quindi dico la stessa cosa esprimendomi anche per immagini.
L’estetica e lo stile di un’opera d’arte prendono parte alla trasmissione di un messaggio e possono essere tanto influenti quanto il messaggio stesso. Qualificherei i miei lavori come proverbiali nel senso che essi costituiscono, sul piano estetico, il più profondo messaggio proposto.”
I messaggi universali di pace, di tolleranza, di convivenza e di dialogo tra i popoli e le culture che stanno alla base della poetica di eL Seed vogliono semplicemente avere un impatto estetico ed emotivo sugli spettatori: il suo scopo è far scaturire una nuova percezione e visione della realtà, sfidando pregiudizi e luoghi comuni.
Ne è un esempio l’imponente opera dal titolo Perception, realizzata nel marzo 2016 al Cairo, la cui immagine è stata immediatamente condivisa in modo virale sui social media in tutto il mondo: una vista sui tetti disgregati di una città affollata ed evidentemente degradata, al centro un’installazione monumentale d'arte pubblica che unisce più di 50 facciate di edifici per creare un’unica opera anamorfica. Un progetto ambizioso che il pubblico ha accolto con entusiasmo consacrando eL Seed al successo internazionale.
Con Perception l’artista mette in discussione il pregiudizio che una società può formarsi su una comunità per via delle differenze che la caratterizzano, usando – nascoste nel calligraffito– le parole di Sant’Atanasio di Alessandria, vescovo copto del III secolo: “Chiunque voglia vedere chiaramente la luce del sole deve prima pulire i propri occhi”.
Tradizione proverbiale porta una prospettiva letterale a tutti quei messaggi che hanno l'umile pretesa di aprire un dialogo tra popoli, culture e generazioni. Questi messaggi sono rilevanti per il luogo o la comunità in cui si trovano le opere di eL Seed, ma sono comunque portatori di una dimensione universale e quindi comprensibili a tutti. Ogni opera in mostra racconta la storia di un’esperienza umana, in cui l'arte diventa il pretesto per un viaggio di scoperta, da New York a Parigi, da Città del Capo a Mumbai.
BIOGRAFIA
Nato da genitori tunisini nei sobborghi di Parigi, eL Seed propone con il suo stile la riconciliazione delle identità culturali sui muri del mondo intero. Crescendo, sperimenta in prima persona la sensazione di essere diviso tra il rifiuto della sua provenienza e la consapevolezza del suo status di figlio di immigrati. Per scoprire la sua cultura di origine, decide di imparare l’arabo letterario come riappropriazione e legittimazione della sua identità. In ciò, la calligrafia diventerà veicolo identitario e strumento di espressione artistica.
Oggi le opere di eL Seed si sviluppano su due mondi in collisione, due culture che si scontrano e si miscelano l’una nell’altra.
eL Seed ha installato i suoi lavori in spazi pubblici, gallerie e istituzioni in tutti i continenti. Dalle strade di Parigi e New York, alle favelas di Rio de Janeiro alle baraccopoli di Città del Capo, il suo approccio contemporaneo vuole ricongiungere tramite l’arte le persone, le culture e le generazioni.
Tra le mostre personali ricordiamo Zaraeeb, ArtTalks, Il Cairo 2016; Declaration, Tashkeel Gallery, Dubai 2014; The Walls, Interrance Gallery, Parigi 2012; Arabesque, Chicago Public Library, Chicago 2011.
Tra le principali mostre collettive: Codici sorgenti. Visioni urbane contemporanee, Museo Palazzo Platamone, Catania 2015; Gewissheit, Vision: Francke von heute aus gesehen, Franckesche Stiftungen, Halle Saale, Germania 2013; Calligraffiti: 1984-2013, Leila Heller Gallery, New York 2013; Arab Graffiti, Pergamon Museum, Berlino 2012; Essencia, San Paolo, Brasile 2012; Community Cafe, Chicago Urban Art Society, Chicago 2011; Hurouf Al Nour, Taskeel Gallery, Dubai 2011; Fresh Paint; Fresh Paint Gallery, Montreal 2011; Arabic Graffiti, Common Ground Gallery, Berlin 2011; Real Colors Show, Al Khobar, Arabia Saudita 2010; Zero Stigmata, Napoli 2010.
eL Seed ha preso parte a progetti pubblici a livello internazionale, e presso istituzioni culturali di rilievo mondiale. Tra questi: Perception, il Cairo 2016; Coney Island Art Walls, New York 2015; Pannelli per il Pont des Arts, Parigi 2015; Bank Street, Arabic Art Festival, Sharjah EAU 2015; Institut du Monde Arabe di Parigi, Decorazione della facciata , 2014; Lost Walls, Tunisia 2014; Tour 13 Project, Parigi 2013; Salwa Road, Doha 2013; Writing the city, Melbourne 2012; Minareto di Gabès, Tunisia 2012; A cultural revolution, Tunisia 2011; Fakie Deck Show, Dubai 2010; Dhahran Summer Festival, Arabia Saudita 2010; Muslimfest 2010; Mississauga, Ontario 2010; FIMA – Festival International Montreal en Arts, An open air art gallery, Canada 2010.
Le sue opere sono entrate nella collezione della Barjeel Art Foundation di Sharjah negli Emirati Arabi Uniti. eL Seed ha inoltre collaborato con la maison Louis Vuitton e dal 2015 è stato nominato TED Fellow.
El Seed e Bahia Shebab hanno vinto il 14° Premio UNESCO-Sharjah 2017 per la Cultura Araba.