Electric Heroes United – All in
Questa è la prima retrospettiva del collettivo Electric Heroes United™, coagulatosi attorno alla fantomatica figura di James Dylan Ray, giovane artista maudit, che si accompagna con il poeta Mercure Martini, lo scrittore Ezra Daedalus, il curatore Beniamino Stoppani, il cantante Jay Presley…
Comunicato stampa
ALL IN
JamesDylanRay feat. Electric Heroes United™ /// 1987-2016 The First Retrospective or the Future (3.33 mg)
Uno show che contiene shows di James Dylan Ray. 3D Atlas curato da Pietro Giovannoli, Ezra Daedalus, Beniamino Stoppani e Riccardo Lisi
5-13 August 2016
la rada, via della Morettina 2, Locarno
Vernissage: venerdì 5 agosto h 18
aperto tutti i giorni dalle h 17 a mezzanotte e oltre
party ogni notte dalle 23.59
ingresso libero
Esistono tanti tipi esistenziali di artista. Nel contemporaneo – ma anche in età classica – è diffusa una certa attitudine automitopoietica, volta alla creazione di una leggenda o di un megaimmaginario attorno alla propria figura. A volte ciò è stato rivelato in modo evidente e sincero, come nel caso delle NeesStars, i membri del movimento creato da Miltos Manetas a inizio millennio, con tanto di manifesto programmatico. Ma particolarissimo è il caso dell'artista protagonista dell'esposizione che si svolgerà quest'anno alla rada durante il Film festival: un giovane artista multiforme – è anche musicista, scrittore, studioso, curatore, biografo, filosofo e così via – il cui lavoro d'arte è in buona parte costituito proprio dalla creazione di un mito non attorno a se stesso, ma attorno a una costellazione di identità, tutte alla fine afferenti a lui – cui si aggiungono alcuni effettivi compagni di viaggio, in particolare nella sua ricerca musicale.
Dunque questa è la prima retrospettiva del collettivo Electric Heroes United™, coagulatosi attorno alla fantomatica figura di James Dylan Ray, giovane artista maudit, che si accompagna con il poeta Mercure Martini, lo scrittore Ezra Daedalus, il curatore Beniamino Stoppani, il cantante Jay Presley...
Tanta gente che vive tutta assieme, talvolta litigando, in un piccolo appartamento del Luganese. Quello di Pietro Giovannoli (Lugano, 1987), recentemente ristabilitosi in Ticino.
Tante identità non possono non creare un ambiente variegato, colorato, proteiforme, atto ad ospitare a sua volta gli show di performer, musicisti e dj, come in effetti avverrà ogni notte alla rada dalle 23.59 fino ad ore piccole e sempre con ingresso libero, fino ad esaurimento dei posti e degli ospiti.
James Dylan Ray è costretto a sanguinare parole, pennellate, sprayate e versi rap. La sua urgente pulsione a comunicare – a tutti, anche ai giovanissimi ed ai profani dell'arte contemporanea - appare istintiva e vulcanica. La rada, dopo alcune esposizioni che oggettivamente hanno seguito uno statement che forse poteva apparire freddo nella sua precisione ed algida compiutezza, lascia spazio per nove giorni e notti a un caos inquieto, scosso da retaggi di decenni di letteratura, arte, cinema, musica e critica d'arte.
Alcuni dei tanti riferimenti si notano già nell'immagine dell'invito: un ambiente domestico riempito di libri, dischi, dipinti, oggetti tra cui spiccano alcuni nomi e icone: Godard, Debord, Haeckel, Hirst e così via. E non senza motivi: nella ricerca di JDR ritroviamo infatti - oltre che la giovanile sfacciataggine di Bob Dylan - l'estremismo linguistico di Joyce, Malraux col suo museo immaginario, Warburg ed il suo atlante, il concetto di rizoma in Deleuze e Guattari, quello di comparazione in Elie Faure e innegabilmente anche la consapevolezza del delirio in Baudrillard.
Giovannoli-JDR è dedito alla citazione, ma pure ad un autocitazionismo labirintico, mai serioso, che con metodi di composizione che ricordano quelle di un atlante alchemico o di un album di figurine sembra riuscire a creare in continuazione nuovi sensi, n-sensi.
JDR colleziona e ordina oggetti, archivia materiali (propri e non), “détourna” o confronta icone, compone liste e mappe, crea altarini o tempietti (talvolta in modi iconoclasti e altre con intenti magico-feticisti), rielaborando spesso anche in modo apparentemente casuale i propri materiali, in una sorta di vortice permutativo e labirintico.
Globalmente, l'ambiente allestito da questo sfaccettato artista ricorda una rivisitazione giovanile ed attuale dell'intenzione di catalogazione universale di Borges, ma, sebbene il titolo della mostra prometta una retrospettiva, la maggior parte delle opere qui esposte sono nuove, e create in tempi brevissimi appositamente per la rada.
Del resto JDR naviga su onde possenti formate da segni, parole e suoni creati e diffusi da stili riconoscibili: jazz, beat, rock (nelle sue forme più spettacolari), punk, hip hop, noise, techno, cyber, glitch. Altrettanto variegata sarà la proposta musicale offerta ogni notte dai suoi ospiti alla rada: nulla di banale o commerciale, una musica volutamente differente rispetto alle solite etichette apponibili in passato a ciò che il pubblico del festival poteva trovare in giro per Locarno, dopo i film. Questa è una scelta spontanea, fortemente appoggiata dalla rada e che appunto non si limiterà a qualche serata: ogni notte il pubblico potrà trovare stimoli musicali ed artistici fino a ore piccole alla rada.
All In è un progetto supportato da Pro Helvetia; si ringraziano anche Tognetti Auto (Gordola e Ascona) e Discus Fantasy (Omegna-VB).
Il programma della rada durante il festival sarà visibile alla pagina www.larada.ch/allin, oltre che nell'apposita pagina facebook.
Informazioni si possono ottenere anche ai numeri +41 76 4391866, +39 320 4866373 e scrivendo a [email protected].