Elena Cologni – Pratiche di cura, o del cur(v)are
L’esposizione propone un percorso attraverso la pratica artistica di Cologni (Bergamo – vive e lavora a Cambridge; UK) a partire da una serie di opere – disegni, sculture, installazioni e coreografie performative – afferenti a momenti diversi della sua ricerca, fino ad arrivare al progetto appositamente realizzato in relazione al contesto Veneziano.
Comunicato stampa
Dal 17 maggio al 4 luglio 2021 Fondazione Bevilacqua La Masa presenta negli spazi di Palazzetto Tito la mostra Elena Cologni. Pratiche di cura, o del cur(v)are, a cura di Gabi Scardi.
L’esposizione propone un percorso attraverso la pratica artistica di Cologni (Bergamo - vive e lavora a Cambridge; UK) a partire da una serie di opere – disegni, sculture, installazioni e coreografie performative - afferenti a momenti diversi della sua ricerca, fino ad arrivare al progetto appositamente realizzato in relazione al contesto Veneziano.
Il progetto espositivo si articola intorno a un concetto caro all’artista: l’elaborazione dello spazio della separazione; un “intraluogo” che unisce e separa, che è distanza, ma anche terreno comune; che è intessuto di legàmi e può essere colmato attraverso pratiche di cura. Il lavoro di Elena Cologni, infatti, è legato a una spiccata sensibilità spaziale, all'idea di legame affettivo e sociale, alla consapevolezza dell'interdipendenza tra individuo, collettività e ambiente. Più in particolare, l’artista si concentra sul tema della cura intesa sia come impegno relazionale personale, sia nella sua dimensione territoriale, storico-sociale, antropologica, di genere.
I suoi interventi comprendono un'esplorazione dello spazio pubblico e privato a partire da indagini storiche che toccano in molti casi i temi dell'emancipazione femminile in relazione al patrimonio sociale e culturale del passato. La tendenza a realizzare azioni partecipate e ad inserire opere nello spazio pubblico sono espressioni del valore che Cologni attribuisce alle richieste collettive. Nello stesso tempo però le forme delle sue opere, seppur radicate nella realtà fisica e sociale, attraversano un processo di riduzione, in molti casi fino all'astrazione. Il ricorso a un andamento curvo, frequente nei disegni, nelle sculture, nelle installazioni e nelle coreografie di gesti nello spazio pubblico, suggerisce la necessità di sottrarsi alla linearità riconducendo il pensiero all'idea del cerchio, metaforicamente associata a idee di equità, di partecipazione, di continuità.
La mostra Elena Cologni. Pratiche di cura, o del cur(v)are vive di riferimenti diversi. Da un lato è radicata nella storia dell’arte del Novecento: vi compare un richiamo diretto a Barbara Hepworth, che nel 1950 prese parte al Padiglione Britannico della Biennale d’Arte e che lascia delle osservazioni sulla gente in Piazza San Marco, ai quali Cologni si ispira per suoi esercizi coreografati. Dall’altro l’artista si connette al contesto sociale veneziano di cui indaga mestieri tradizionali in via di estinzione e ambienti di lavoro quotidiano al fine di comprendere la relazione che intercorre tra spazio domestico e spazio lavorativo.
La mostra funge da punto di riferimento per una serie di eventi live in Italia e all’estero previsti durante i mesi di apertura.
A Venezia:
• 5 giugno: The Body of/at Work esercizi esperienziali nell’ambito di comunita’ resilienti, Padiglione Italia, Biennale di Architettura 2021, La Biennale di Venezia
• 18 maggio – 3 luglio: The Body of/at Work esercizi esperienziali partecipati con sculture dialogiche nella citta’
A Londra:
• 24 giugno: Care(less). On invisibility; 25 giugno: Care(less). On forgetting; 26 giugno: Care(less). On discarding, sono parte del London Festival of Architecture
Live streaming e aggiornamenti https://www.facebook.com/thebodyofatwork/
Collaborazioni: Padiglione Italia, Biennale Architettura, La Biennale di Venezia; London Festival of Architecture; Laboratorio PRIDE, IR.IDE, Università Iuav di Venezia; Comune di Venezia, Settore Cultura - Biblioteca civica VEZ, Fondo Archivio Giacomelli; Comune di Venezia, Direzione Sviluppo del Territorio e Città Sostenibile AFU - Archivio Fotografico di Urbanistica; Municipalita’ di Casteverano; The Hepworth Collection, UK; Moleskine Foundation Collection; Homerton College, University of Cambridge; East Anglian Film Archive; Luigi Bevilacqua Tessiture; Anemotech theBreath. Associazione Crespi d’Adda, Comune di Capriate San Gervasio
Il progetto ha ricevuto il sostegno di: Artist International Development Fund, British Council; Emergency Fund 2020, Arts Council England; A-N Artist Bursary; Faculty of Arts Humanities and Social Sciences, Anglia Ruskin University. Con il supporto di Wysing Arts Centre.
Elena Cologni
Elena Cologni crea strumenti per facilitare la comprensione delle nostre relazioni reciproche, del luogo e dell'ambiente, attraverso un approccio interdisciplinare in cui la ricerca artistica si interseca con la psicologia ambientale, l'etica della cura, la filosofia e gli studi di genere. I suoi progetti sono stati sviluppati in collaborazione con molte istituzioni tra cui: New Hall Art Collection (Università di Cambridge), Freud Museum (Londra), Centre for Contemporary Art Glasgow (Scozia), Yorkshire Sculpture Park (UK), MuseumsQuartier Vienna (Austria), Wysing Art Center (UK), neon (Bologna), MAMBo (Bologna, Italia), GAMeC (Bergamo, Italia), Vessel (Bari, Italia), CAA (New York e Chicago). Cologni ha conseguito una laurea in Belle Arti presso l'Accademia di Belle Arti Brera di Milano, un Master in Scultura presso l'Università di Leeds e un PhD (2004) in Belle Arti e Filosofia presso London University of the Arts, Central Saint Martins College, Londra. Cologni è ora Senior Research Fellow presso la Cambridge School of Art (Anglia Ruskin University, UK) e Docente la HOME OF PERFORMANCE PRACTICES (ArtEZ, University of the Arts, NL).
Gabi Scardi
Gabi Scardi è curatrice e critico di arte contemporanea.
La sua ricerca si focalizza sulle ultime tendenze artistiche e sulle relazioni tra arte e discipline limitrofe quali fashion design, antropologia, architettura.
Da anni è impegnata nell’ambito di progetti pubblici.
Ha lavorato con musei e istituzioni in Italia e all’estero.
Dal 2011 è direttrice artistica del progetto nctm e l'arte, avviato da Nctm Studio Legale.
Tra i progetti curati: ripristino del Teatro Continuo di Alberto Burri, Parco Sempione, Milano, 2015; Padiglione Greco della 56. Biennale di Venezia 2015, Maria Papadimitriou, Why look at animals AGRIMIKÁ.