Elena El Asmar – L’esercizio del lontano

Informazioni Evento

Luogo
SRISA GALLERY OF CONTEMPORARY ART
Via San Gallo 53/r, Firenze, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
15/03/2013

ore 18,30

Biglietti

ingresso libero

Artisti
Elena El Asmar
Curatori
Pietro Gaglianò
Generi
arte contemporanea, personale

Elena El Asmar (Firenze, 1978) presenta un progetto inedito, pensato per l’architettura di SRISA Gallery, che mette in campo i materiali e i processi della sua più recente ricerca. Le opere dell’artista si disporranno nel volume della galleria in una sintesi formale che procede da una visione organica della materia, delle immagini e dello spazio.

Comunicato stampa

Elena El Asmar (Firenze, 1978) presenta un progetto inedito, pensato per l’architettura di SRISA Gallery, che mette in campo i materiali e i processi della sua più recente ricerca. Le opere dell’artista si disporranno nel volume della galleria in una sintesi formale che procede da una visione organica della materia, delle immagini e dello spazio.
L’esercizio del lontano è una rappresentazione impossibile. È quello che resta della fatica di coniugare il ricordo e la memoria, e di scomporli, per ricavare dalla fissità eidetica del primo la natura vitale e porosa della seconda. Tra ricordo e memoria c’è un pendolo in perpetua oscillazione, senza ordine, lungo immagini che appartengono al passato principalmente per una questione di spazio, solo perché nel momento presente ci troviamo in un luogo che non le contiene. Il ricordo è, però, anche l’unica condizione in cui continuano a esistere in quella forma precisa, mentre nel loro luogo, nel loro presente, sono già altro. Il ricordo trattiene queste immagini, la memoria invece le trasforma in una vita nuova, con la materia prima (anche quella dall’aspetto più ordinario) che trova a disposizione, e le rende a se contemporanee.
Alla fine, nella sospensione del pendolo, al punto più alto della sua curva, quando si può immaginarlo fermo per un tempo infinitesimo, in quel punto e in quel momento, l’esercizio del lontano diventa plausibile. E si costruisce, fatica dopo fatica, come una città sfavillante vista sullo sfondo di un orizzonte litoraneo, e intanto, come scrive W.H. Auden, “il tempo osserva dall’ombra”.
Pietro Gaglianò