Elena Franco – Hospitalia

Informazioni Evento

Luogo
SPAZIO EVENTA
Via dei Mille 42 , Torino, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Martedì-Venerdì dalle h. 15.00 alle h.19.00 e su appuntamento

Vernissage
30/09/2016

ore 18,30

Artisti
Elena Franco
Curatori
Gigliola Foschi
Generi
fotografia, personale

Il primo appuntamento autunnale 2016 di ArtPhotò propone, attraverso Elena Franco, un’autrice riflessiva e perseverante, la fotografia come medium di indagine e come strumento culturale dell’epoca contemporanea.

Comunicato stampa

Il primo appuntamento autunnale 2016 di ArtPhotò propone, attraverso Elena Franco, un’autrice riflessiva e perseverante, la fotografia come medium di indagine e come strumento culturale dell'epoca contemporanea. Arriva così a Torino una selezione di immagini tratta da un impegnativo e continuo lavoro in progress sugli “ANTICHI OSPEDALI IN EUROPA” a cura di Gigliola Foschi. Un’ulteriore tappa espositiva iniziata a Milano e che a Torino prosegue con le nuove immagini di Arles e Lessines.
Una ricerca di Elena Franco sugli antichi ospedali europei, con l’obiettivo di proporre un progetto che coniuga fotografia, architettura e paesaggio, in un interessante lavoro a cavallo tra documentazione, indagine e nuove progettualità. Ad ArtPhotò ha convinto proprio la sua dichiarazione come stimolo a proporre percorsi nuovi “Credo che la mia fotografia possa essere definita autoriale, perché indipendente, frutto di progetti personali di ricerca, capace di far emergere dei temi, di costruire un racconto e di stimolare azioni progettuali, penso che il mio modo di fotografare racchiuda in sé l’aspetto documentale, ma senza pretesa di neutralità, forse superato da quello di indagine”.

“HOSPITALIA, alla scoperta di tesori da valorizzare”
UN VIAGGIO FOTOGRAFICO LUNGO UN PERCORSO DA TORINO A PARIGI IN OTTO SECOLI DI STORIA, PASSANDO DA VERCELLI, TORINO, ARLES, LIONE, BOURG EN BRESSE E NON ULTIMO LESSINES.
La fotografia di Elena Franco ci trascina in un racconto storico, sociale, estetico senza uomini eppure, in punta di piedi, la presenza umana si avverte, è sempre lì nella scelta dei materiali, delle geometrie, degli spazi, dei colori, degli archivi, delle donazioni, dei percorsi nelle campagne
a dirci “ecco cosa è stato fatto”, “ecco cosa si potrà fare”. L’esposizione è frutto di una ricerca avviata nel 2012 dalla torinese Elena Franco, architetto e non solo fotografa, sul patrimonio edilizio ospedaliero che va dal Medioevo all’Ottocento inoltrato sia italiano che europeo. Una ricerca, la sua, che risulta di particolare importanza perché proprio oggi – così com’era avvenuto per le fabbriche fotografate dai Becher e da Basilico – tali edifici stanno progressivamente cambiando le loro finalità di utilizzo e rischiano di trasformarsi in puri involucri deprivati della loro storia. Chi si ricorda, infatti, che il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino era in origine un ospedale così importante che il suo progetto venne affidato ad Amedeo di Castellamonte, autore anche del Palazzo Reale e della Reggia Venaria di Torino? Quanti sanno che gli edifici della sanità costituiscono un patrimonio in dismissione, ma che spesso hanno rappresentato un polo simbolico, artistico e sociale importantissimo delle nostre città e comunità? OSPEDALI, PER ALTRO, PROGETTATI DAI PIÙ IMPORTANTI ARCHITETTI DELL’EPOCA E SPESSO COSTRUITI COME CITTÀ IDEALI. A partire da una precisa consapevolezza e sensibilità rispetto a tali edifici, le immagini di Elena Franco s’impegnano a evidenziare similitudini e differenze, strutturali o funzionali, tra i vari ospedali da lei presi in esame. SERIE E VOLUTAMENTE DESCRITTIVE, LE SUE FOTOGRAFIE SONO IL FRUTTO DI UNA LUNGA E TENACE INDAGINE FOTOGRAFICA: CI RIVELANO QUANTO L’AUTRICE SIA STATA CAPACE DI ENTRARE IN PROFONDA SINTONIA CON I LUOGHI, TANTO DA OFFRIRCI UN PERCORSO DI CONOSCENZA.
Un passato dove il prestigio di una città (dal XIV al XIX secolo) veniva valutato anche sulla base della bellezza, della grandiosità e dell’efficienza del suo ospedale “maggiore”. Grazie ai responsabili degli enti - che hanno sostenuto e permesso di avere accesso a luoghi normalmente inaccessibili e ad archivi pressoché inesplorati, conosciuti solamente da studiosi e addetti ai lavori – Elena Franco ha potuto fotografare campagne e fattorie un tempo (ma in parte anche attualmente) beni di proprietà degli enti ospedalieri che li avevano ricevuti grazie a lasciti e donazioni. Tali possedimenti erano lo specchio della società dell’epoca e hanno influenzato lo sviluppo agricolo che sino al secolo scorso ne ha disegnato il paesaggio. Per trovare in questi paesaggi campestri le tracce di quel legame, i segni di una microstoria importante e significativa, l’autrice ha consultato archivi silenziosi, scovato antiche mappe dimenticate, studiato percorsi. Elena Franco è riuscita a RIDARE VOCE ALLA MEMORIA URBANISTICA, ARCHITETTONICA E SOCIALE DI QUESTI ANTICHI LUOGHI DI ACCOGLIENZA E CURA MA, COME RACCONTO CHE SUGGERISCE SOLUZIONI PROGETTUALI RISPETTOSE E CAPACI DI VALORIZZARLI. I riscontri avuti sia in Italia che all’estero sono stati subito positivi come, ad esempio, la proiezione pubblica al Musée dell’Elysée di Losanna o la mostra a Milano. Per la fiera MIA è stata presentata una serie tratta dal progetto entrando a far parte di collezioni in Italia e Gran Bretagna. Un apprezzamento confermato anche dalla giuria del Combat Prize 2016, che ha inserito un’immagine della Ca’ Granda di Milano fra le opere finaliste del premio. L’INTENZIONE DI ARTPHOTÒ È PROPORRE LA NUOVA LETTURA DEL PROGETTO DI ELENA FRANCO su questo immenso patrimonio che ha la necessità di trovare il giusto equilibrio tra sostenibilità economica e funzionale ed esigenze di tutela come chiave per mettere in risalto l’immensa ricchezza, da noi spesso misconosciuta, rappresentata da questi monumentali complessi ospedalieri e PORTARE A CONOSCENZA DI UN PUBBLICO VASTO, E NON SEMPLICEMENTE DI ADDETTI AI LAVORI, GRAZIE AL LINGUAGGIO FOTOGRAFICO, l’entità di questo patrimonio, primo passo di un possibile percorso di valorizzazione.

L’AUTRICE
Elena Franco (Torino 1973) è architetto e si occupa di valorizzazione urbana e del territorio e fotografa con idee molto chiare: i suoi riferimenti non si limitano allo studio dell’opera di Gabriele Basilico e del lavoro degli autori che, con lui, hanno partecipato alla missione DATAR, primo fra tutti Raymond Depardon, o all’approfondimento dei progetti della Scuola di Düsseldorf e dei componenti del New Topographics, fra cui l’opera di Stephen Shore, alla lettura del paesaggio di Ghirri e degli altri importanti autori emiliani o alla conoscenza delle immagini di autori quali Wim Wenders o Pentti Sammallahti, ma si integrano con un’attenta riflessione sulle indagini a cavallo fra architettura, urbanistica e fotografia e un’apertura verso autori che si interrogano sulla trasformazione contemporanea del medium fotografico.
Della sua formazione in restauro al Politecnico di Torino conserva la capacità di leggere gli edifici e comprenderne le trasformazioni, anche grazie a un’attenta ricerca storica. Collabora con Il Giornale dell’Architettura, è autrice di articoli e saggi sul tema della rivitalizzazione urbana ed è spesso invitata a intervenire in convegni e workshop in Italia e all’Estero.
Dal 2016 è, inoltre, direttore artistico della Fondazione Arte Nova, per la valorizzazione della cultura Liberty e Art Nouveau.
La fotografia – di documentazione e ricerca – occupa una gran parte della sua attività e viene spesso utilizzata nei suoi progetti, anche a supporto del lavoro di costruzione dell’identità locale e di percorsi di messa in rete di potenzialità territoriali.
La sua principale ricerca fotografica sugli antichi ospedali e sugli archivi e paesaggi della cura, in corso dal 2012, dopo essere stata esposta in sedi istituzionali a Milano, Napoli, Vercelli, Venezia, Firenze, accompagnata da convegni e workshop ispirati dal suo lavoro, è ora oggetto di pubblicazione. Il primo volume a riguardo, "La rinascita dell'ex ospedale di Sant'Andrea a Vercelli", è stato edito nel febbraio 2016 da Silvana Editoriale. Nel 2015, dopo aver partecipato alla proiezione pubblica dei migliori portfolio dell’anno al Musée Elysée di Losanna, con la serie “Hospitalia”, ha vinto a Venezia la prima edizione del “Premio Mediterraneo” e una selezione di opere è entrata a far parte dell’Archivio del Fondo Malerba per la Fotografia, mentre nel 2016 è stata selezionata quale finalista per il Combat Prize al Museo G. Fattori di Livorno.
Ha partecipato alle edizioni 2014 e 2016, con la galleria Made4Art, della Fiera MIA.

ARTPHOTÒ
Artphotò è una realtà torinese che promuove e valorizza la professionalità di autori noti ed emergenti del circuito fotografico, ed ambisce a riproporre una nuova visione dei canonici spazi espositivi e degli eventi di fotografia.
ArtPhotò è un progetto di Tiziana Bonomo, libera professionista con ventennale esperienza nel campo del marketing e della comunicazione, mossa da una forte passione per questa forma espressiva; la fotografia come linguaggio di comunicazione ed espressione d’arte, come occasione di dialogo e di incontro.
Il concetto della “home gallery” viene qui riproposto; in location dalle atmosfere più intime, dove artisti e pubblico possono avvicinarsi e confrontarsi, si ha modo di comprendere più a fondo le storie, le idee e la natura intrinseca e progettuale che vive nelle immagini.
ArtPhotò ha ri-trovato, per questa esposizione, la giusta atmosfera e senso dell’ospitalità nello Spazio Eventa - Gruppo Immobiliare.

RINGRAZIAMENTI
Per la collaborazione e ospitalità i più sinceri ringraziamenti a Elena Mondino e Gianna Torta di Eventa - Gruppo Immobiliare.