Elena Hamerski – La carta e il territorio
La mostra personale di Elena Hamerski alla Galleria Marcolini analizza questi due elementi, carta e territorio, nel tentativo di mostrare due modi di descrivere la possibilità di una relazione con il mondo.
Comunicato stampa
«Il mio interesse è di lunghissima data, è una delle
cose più autentiche del libro. Le carte Michelin
sono bellissime, senza pari al mondo, e continuano
a migliorare, le ultime sono sublimi. Da bambino
guardavo in continuazione le cartine geografiche
e cercavo di indovinare, a seconda della posizione
della città, se la gente di quel villaggio fosse felice
o no».
Michel Houellebecq
La carta e il territorio èil titolo di un romanzo di Michel Houellebecq pubblicato nel 2010, la storia, tra le altre, di un uomo ossessionato da carte Michelin, che lui fotografa e colleziona nel tentativo di ridurre il territorio, tutto il territorio, il territorio-mondo, ad un’astrazione leggibile, ad una carta-mondo più interessante del territorio. Nel romanzo leggiamo questo:
«…aveva attaccato fianco a fianco una foto satellitare scattata nei dintorni del Ballon de Guebwiller e l’ingrandimento di una carta Michelin “Départements” della stessa zona. Il contrasto era sorprendente: mentre la foto satellitare lasciava apparire solo una mescolanza di verdi più o meno uniformi disseminata di vaghe macchie blu, la carta sviluppava un’affascinante intrico di provinciali, di strade pittoresche, di punti di vista, di foreste, di laghi e di colli. Sopra i due ingrandimenti, in maiuscole nere, figurava il titolo della mostra: ‘LA CARTA È PIU’ INTERESSANTE DEL TERRITORIO’».
La mostra personale di Elena Hamerski alla Galleria Marcolini analizza questi due elementi, carta e territorio, nel tentativo di mostrare due modi di descrivere la possibilità di una relazione con il mondo. Il territorio è rappresentato dai suoi oggetti elettivi, piante, fiori, che l’artista rappresenta su carta cercando una nuova relazione con il canone dell’erbario e della collezione botanica, estetizzando e inscenando un theatrum florae in cui il pigmento (pictura) cancella, fino a renderla illeggibile, la subscriptio, la ‘lettera’ della descrizione naturalistica. La carta, l’equivalente della cartina Michelin nel romanzo di Houllebecq, esprime invece il fallimento di ogni tentativo di rappresentare in maniera completa e comprensiva un territorio: per quanto ‘interessante’, la carta evoca il dilemma della rappresentazione, della rappresentabilità del territorio-mondo, e per questo viene decostruita attraverso la sua distruzione e il riassemblaggio dei suoi frammenti, a comporre una nuova carta, completamente inutile al viaggiatore, ma capace di annunciare per specula un mondo senza-territorio, un non-territorio che richiama le isole e le terre dei grandi utopisti. Si tratta di carte-mondo approssimative ed epistemologicamente infelici, attraverso le quali Elena Hamerski evoca il lavoro per tentativi, con effetti grotteschi e pseudo-rappresentativi, dei primi cartografi, i primi uomini a negoziare la distinzione tra rappresentazione e realtà, tra carta e territorio.