Elena Modorati – Crossing the water
Crossing the Water è una mostra che cresce sulla sedimentazione di elementi e accumuli culturali maturati da Elena Modorati nel corso di una ricerca teorica esplicitata con l’oggetto arte e l’impertinenza fisica dell’opera. In aggiunta, l’installazione di Gianni Moretti, concepita apposta per la project room di Fabbri.ca
Comunicato stampa
Crossing the Water è una mostra che cresce sulla sedimentazione di elementi e accumuli culturali maturati da Elena Modorati nel corso di una ricerca teorica esplicitata con l’oggetto arte e l’impertinenza fisica dell’opera. La cera, il metallo, la carta giapponese, i reperti da archivio reinterpretati in una pratica installativa raffinata e meticolosa, attenta e virata alla bellezza quanto straordinariamente equilibrata nelle tonalità e nella densità degli elementi rappresentati, sono un abecedario recuperato per stratificazioni e raccolte.
Crossing the Water si esplicita e si srotola in una serie di lavori dedicati a La biblioteca di Ur, probabilmente la prima biblioteca della storia, un’architettura simbolo di un’epoca in cui la scrittura si evolve dall’impiego funzionale inaugurando la letteratura; Kit-corredi, piccole bacheche sulla tipologia delle teche di un museo archeologico; Onphalos, installazione dedicata a Pizia, sacerdotessa di Apollo, sul tema della veggenza e della centralità in quanto Onphalos, luogo in cui si trovava il santuario di Delfi, reputato l’ombelico del mondo; Dolmen, archetipo di costruzione, luogo di sepoltura e struttura che delimita uno spazio sacro, nella dialettica del dentro e del fuori; Senza una sola cifra - citazione di un verso di Rilke - lavoro emblematicamente dedicato a Philippe Petit.
La ricerca di Elena Modorati va nella direzione orizzontale e rizomatica di consapevolezza e innocenza. L’artista cerca le radici identitarie, ecco il rizoma, prova a decifrare orme e indizi.
Come afferma l’artista: “Vado verso un nucleo di senso che so già essere vuoto, potenziale. In questo sono archeologa e frugo il passato personale e collettivo; raccolgo exempla, paradigmi, distribuiti in un ritmo di anomalie, rotture e ripetizione. Più che "origine" archetipo, ogni incontro lampeggia di rimandi, mi fa dire io sono qui mentre mi trascina lontano.”
“Per applicare lo sforzo l’esercizio è ginnico, costante, un allenamento dei muscoli del pensiero allertati anche all’equilibrio, come accade per il funambolo, il trapezista che studia e si esercita, l’archeologo che conserva e si prende cura. “(…) perché la visione non sia solo un'esternazione estemporanea, perché sfidare il limite è un atto straordinario, ma che se li porta dietro tutti, responsabilità compresa.... “
Crossing the Water è il titolo di una poesia di Sylvia Plath del 1971
Martina Cavallarin
GIANNI MORETTI
Il trentacinquesimo anno
a cura di Martina Cavallarin
opening: martedì 7 maggio 2013
dalle 18.30
project room Fabbri c.a. Milano
Con Il trentacinquesimo anno Gianni Moretti ci pone di fronte ai temi più caldi e intensi del cammino dell’uomo e dello stato di crisi presente.
La sua installazione, concepita apposta per la project room di Fabbri.ca, apre il pensiero sui rapporti di potere, su soggettivo e collettivo, privato e pubblico, minimo e massimo espressi dalla potenza di un’opera che condiziona la percezione e dialoga in sussurrata e misurata polemica sui pesi che determinano le leggi interne ed esterne dell’universo e della sua ordinata o preordinata struttura.
La mostra prosegue fino a sabato 8 giugno 2013.