Elena Quarestani – All’inizio non era un’isola
Assab One Cantiere: all’inizio non era un’isola. 64 studenti di arti visive e non solo – e un libro – in uno spazio non protetto.
Comunicato stampa
ALL'INIZIO NON ERA UN'ISOLA
Elena Quarestani
Roland Ultra 1969/20111
Era un’efficientissima macchina da stampa quattro colori che, insieme ad altre che le stavano accanto, sfornava ogni giorno migliaia di fogli stampati formato 100x140.
Oggi, silenziosa e immobile nel capannone vuoto, campeggia – unica – sul vasto pavimento di cemento verde increspato dal tempo, come un grande scoglio, un faraglione.
I visitatori la osservano, le girano attorno. I più intraprendenti si avventurano sui gradini di legno e sulla pedana per esaminarne da vicino i meccanismi esausti e, dalla postazione raggiunta, scrutano il paesaggio a 360°che li circonda: muri segnati dal tempo, dalle comunicazioni di servizio degli operai prima, dalle tracce lasciate dagli artisti poi, tubi colorati, grandi finestre che affacciano sulla città.
Roland Ultra, vista come isola dopo una conversazione con Remo Salvadori, si trova a Milano ad Assab One, ex Gea fabbrica di libri, oggi spazio espositivo indipendente, porto di mare che prende il nome dalla strada d’accesso - il nome di un porto vero - dove da dieci anni approdano e salpano artisti e progetti. Fuori, l’orizzonte è la città.
Al largo di quest’isola, che è anche il totem e il genius loci per chi lavora nello spazio, prende forma la sapiente e singolare iniziativa di Salvadori, cantiere che mi riporta alla memoria Il Cantiere di San Quirico d’Orcia nel 2003, per offrire agli studenti del Biennio di Arti visive della Accademia di Brera un’esperienza – individuale e corale – che conclude un percorso pratico-teorico e invita ad aprire lo sguardo per cimentarsi in spazi non protetti. Per me è una nuova ondata di energia in cui sono lieta di immergermi.