Eléonore Griveau / Running out
Mostra personale di Eléonore Griveau, esito della sua residenza artistica tra Bologna e Calderara di Reno per SWAP, programma di residenze e mostre internazionali a cura di Amerigo Mariotti e Giorgia Tronconi di Adiacenze e Manuel Portioli.
Comunicato stampa
Sabato 12 novembre dalle 18 inaugura ad Adiacenze RUNNING OUT, la mostra personale di Eléonore Griveau, esito della sua residenza artistica tra Bologna e Calderara di Reno per SWAP, programma di residenze e mostre internazionali a cura di Amerigo Mariotti e Giorgia Tronconi di Adiacenze e Manuel Portioli.
RUNNING OUT nasce dall’esplorazione del territorio bolognese, di cui l’artista ha indagato un aspetto particolare e rilevante rispetto alla sua ricerca artistica: si tratta del legame tra la città e l’acqua, a partire dai fiumi della zona e dai canali artificiali che nel corso della storia hanno garantito vita e prosperità economica al luogo e ai suoi abitanti, e che tutt’ora scorrono invisibili sotto le strade della città. Fondamentali in questo senso sono state le visite all’Opificio delle acque e al Museo del Patrimonio Industriale, dove l’artista ha potuto approfondire la storia di “Bologna città delle acque”, la sua tradizione dei mulini per la lavorazione della seta e delle fornaci per i laterizi. Griveau rilegge questa storia alla luce della corrente crisi climatica e idrica in particolare, in cui al surriscaldamento globale corrisponde, tra i tanti effetti collaterali, una sempre maggiore siccità del suolo e carenza d’acqua. Insieme alla consapevolezza dell’esaurimento di una risorsa così preziosa, cresce quella dell’esaurimento del tempo a disposizione per invertire la rotta di un cambiamento ormai irreversibile.
Attraverso l’uso di argilla naturale estratta dal letto del fiume Reno, installazioni che combinano ceramica e device elettronici interattivi, Griveau crea nello spazio di Adiacenze due ambienti che evocano l’esperienza di quella che il filosofo Glenn Albrecht ha definito solastalgia: il senso di malessere che ci invade quando l’ambiente che ci circonda è stato violato, distrutto, abbandonato. Ma “in un mondo connesso non esistono effetti che siano solo locali” (Bridle): ciò che per Albrecht nasce con valenza territoriale, in riferimento nello specifico a quelle comunità che hanno perso il proprio luogo di appartenenza a causa di disastri ambientali o altri fattori imposti, può in realtà riguardare tutti noi, nel momento in cui ci rendiamo conto di vivere in una catastrofe costante, pervasiva, e proprio per questo difficile da afferrare fino in fondo.
Quale possibilità, in questo scenario, per l’essere umano? Quale futuro per la sua specie? Griveau riflette sul nostro impatto sull’ambiente, sul nostro ruolo di forza geologica dominante negli ecosistemi moderni. Il rapporto di Bologna con l’acqua diventa filo conduttore di una ricerca che parte dall’indagine sul passato per analizzare il nostro presente. Riattualizzare e riscoprire il valore storico della risorsa idrica per la città per prendere maggiore consapevolezza del suo stato attuale.
BIO
Eléonore Griveau (Francia, 1994) ha conseguito la laurea Triennale presso l’Accademia di Belle Arti di Tours, in Francia, e il Master in Fine Art presso l’Accademia di Belle Arti di Bergen, in Norvegia, dove vive e lavora. E’ co-fondatrice e direttrice del laboratorio di ceramica Cone 7, di cui gestisce anche il programma di residenze.