Elias Hansen & The Reader / Alan Reid
Per questa mostra, The Reader, noto anche come Read More Books, Read Up, Mr. Bones, Rancor, e Open Your Eyes, ha creato una scelta rappresentativa di opere grafiche. Lo stile di design grafico in bianco, nero e rosso e gli assiomi socio-politici ricordano Barbara Kruger, ma con maggiore grinta. Invece i dipinti percettivamente leggeri di Reid sono caratterizzati da un cast di figure immaginarie.
Comunicato stampa
L’approccio di Hansen e The Reader scaturisce da una filosofia condivisa ma con risultati completamente diversi. Notevole è la cura e l’attenzione ai materiali, dall’oggetto scartato al manufatto artigianale, e nulla è dato per scontato. Un gioco di parole attraverso titoli e frasi letti come codici e messaggi segreti scambiati tra loro, ma sufficientemente profondi da coinvolgere il pubblico. L’amicizia tra questi due artisti si è consolidata in anni di dialogo continuo e di visione condivisa.
Per questa mostra, The Reader, noto anche come Read More Books, Read Up, Mr. Bones, Rancor, e Open Your Eyes, ha creato una scelta rappresentativa di opere grafiche. Lo stile di design grafico in bianco, nero e rosso e gli assiomi socio-politici ricordano Barbara Kruger, ma con maggiore grinta. L’uso sapiente della tecnica serigrafica, dello stencil, della vernice a spruzzo, del collage, degli adesivi, della stampa tipografica, dei francobolli e persino i pacchetti di sigarette lucenti costituiscono materiali provenienti dalla e per la strada e, trasformati in opere d’arte per la galleria.
Nell’opera di Elias Hansen viene messa in gioco anche la metodologia dell’“essere pulito e grintoso allo stesso tempo”. Per questa mostra, Hansen espone una serie di bicchieri in vetro soffiato a mano, tubi di plastica, lampadine CFC, acciaio saldato e legno appena spezzettato. Questi componenti vengono assemblati per simulare l’interconnessione, la dipendenza ed il completamento all’interno di un sistema chiuso. Assumono la forma di una fontana d’acqua a sé stante, tavoli in metallo e ripiani a muro. Il vetro è soffiato a mano da Elias ed il legno proviene dal cortile di casa dell’artista.
Negli ultimi 10 anni, Alan Reid ha perseguito una linea di pensiero nella pittura che incorpora un interesse per la storia del medium, l’eco della pittura nella cultura, la modalità del desiderio, e l’instabilità linguistica della presenza del dipinto.
I dipinti percettivamente leggeri di Reid sono caratterizzati da un cast di figure immaginarie, in grandezza naturale in continua evoluzione, soprattutto donne, apparentemente provenienti dal mondo del cinema e dalle pagine delle riviste di moda. In contrasto con la bellezza dei soggetti ritratti, i dipinti di Reid presentano spesso elementi aggiuntivi incollati sulla superficie, con funzioni varie come abbigliamento o scenari assurdi o una pellicola linguistica.
Le sue opere sono studi nell’ambiguità, che oscillano tra la familiarità e l’oscurità. Volti inizialmente registrati con chiarezza e sicurezza, ma che portano rapidamente alla perplessità. Reid preferisce rimanere vago e passivo nel ruolo di generatore di significato, spostando l’attenzione alle capacità interpretative dello spettatore.
Per The Chameleon, Reid ha creato una serie di dipinti con figure che prendono come punto di partenza l’immagine astratta di una foglia di fico. In aggiunta, un nuovo aspetto del suo lavoro, le figure saranno accompagnate da astrazioni basate su testi.