Elio Marchegiani – Transcultura
In mostra l’opera di Elio Marchegiani, un artista che, da anni, fa del suo lavoro la “colonna sonora” del nostro tempo a spasso nei decenni, si racconta con fare elastico e disinvolto, per essere artista senza il peso di una tecnica opprimente e inutilmente coerente.
Comunicato stampa
Elio Marchegiani (Siracusa, 1929) usa la realtà per concedersi quella «libertà di comunicazione che obbliga al pensiero, a una costante e attenta valutazione dell’Idea, per una conseguente sua realizzazione». Il reale è poiché diventa: la natura è anche oggetto; perfino l'artificiale appartiene al soggetto umano. «La sperimentazione si lascia definire quale "religione del progresso", affinché la tecnologia possa decantarsi, trasformandosi in poesia».
La Sala S.Ignazio di Arezzo, ospita dal 26 gennaio al 24 febbraio 2013 l'opera di Elio Marchegiani un artista che, da anni, fa del suo lavoro la "colonna sonora" del nostro tempo a spasso nei decenni, si racconta con fare elastico e disinvolto, per essere artista senza il peso di una tecnica opprimente e inutilmente coerente. Tale libertà per liberazione sta in una logica del superamento che, figlia di confronti e relazioni, diventa assenza di vincolo e di appartenenza. Marchegiani marcia nel gusto degli usi e dei costumi: a esprimere tematiche iconiche o aniconiche capaci di riferire, senza alludere ad alcun tema del riferimento. L'artista attraversa mezzo secolo di quel "presente" che, dalla fine degli anni Cinquanta, fra le avanguardie dell'informe romano e milanese, scrive la storia dell'Italia in seguito concettuale, con ironica arguzia e velata denuncia culturale, nell'incedere verso una socialità più compiuta, ora brillante e slanciata. L'artista lavora per contaminazione; sullo sfondo di «attitudini etiche» cresce una ricerca di principio, spesso manifesta in titoli letterari o comunque narrativi. Ecletticamente enciclopedico, talvolta perfino elegantemente fuorviante, Elio Marchegiani assiste alla comprensione del proprio sentire, con sorrisi ammiccanti e muta profondità, accettando di evolvere insieme a tutti noi: visitatori distanti ma conquistati dalle mille forme della sua decorazione allusiva. Il mondo dell'espressività programmata, quello dell'evasione pop, la via delle musiche gommate e del colore pesato, la trasparenza del vetro, il mistero dell'ombra, la tassidermia… tutto conduce a una naturalità oggettuale riscoperta; all'affermazione della mutevolezza linguistica che è già criterio di stabilità, di ferma incursione nelle forme materiali di serrature, intonaci, lavagne, vernici preziose (coscienza morale così applicata alla metafora civile). Un artista, Marchegiani, che adesso, da Arezzo, per la cura di Fabio Migliorati, si fa guidare nel proprio destino - come se la conoscenza dovesse giungere da lontano: e se ne dichiari l'efficacia, il successo, secondo il non-metodo della non-vicinanza. Da più lontano, quindi, si sa guardare perché non si può vedere…
Transcultura è voluta e realizzata dall'Assessorato Cultura e Spettacolo del Comune di Arezzo, con la collaborazione di Galleria Giraldi. Sarà inaugurata alla presenza dell'artista; di Dario e Marco Giraldi, dell'omonima Galleria; del Prof. Pasquale Giuseppe Macrì, Assessore alla Cultura e allo Spettacolo; di Fabio Migliorati, Critico d'arte e Direttore per le Attività Espositive di Arezzo.