Elisa Bortolussi – Thea Kuta
Thea Kuta è il titolo di questa esposizione. Un termine sconosciuto alla cultura europea, ma vivo in altre realtà: “una forma di artigianato tessile appreso in un viaggio in Sud America nel 2008”.
Comunicato stampa
Thea Kuta è il titolo di questa esposizione. Un termine sconosciuto alla cultura europea, ma vivo in altre realtà: "una forma di artigianato tessile appreso in un viaggio in Sud America nel 2008". Thea in greco significa Dea e Kuta deriva da Wirikuta, che, in dialetto indigeno Huichol, è il nome del deserto di San Luis Potosi nel nord del Messico. Questo è uno dei cinque luoghi sacri degli Huicholes, i quali tessono gli Ojo de Dios che, nell'annuale pellegrinaggio a Wirikuta, offrono ai loro dei. E non è difficile individuare, nelle successioni cromatiche delle opere di Bortolussi, i colorismi artigianali delle popolazioni indigene del Centro America."Thea Kuta e' una forma di "pittura sperimentale" che riconosce il filato come mezzo espressivo di un' arte geometrica che fa dell' effetto ottico il suo movimento organico".
"Thea Kuta nasce dall'esigenza di sperimentare il filato come forma alternativa alla pittura.
La scelta di disegnare soggetti geometrici si concilia con il fatto che la geometria ha il potere di creare un' illusione ottica con effetto di movimento capace di rendere lo spettatore parte integrante del quadro.
I filati e i materiali utilizzati sono frutto di una ricerca sul campo internazionale che spaziano dall'Italia al Messico, dalla Nigeria al Ghana.
La tessitura era considerata una discipilina sacra in tutte le culture Mesoamericane ed e' tuttora praticata oggi non solo dalle donne Maya ma dalle donne di tutto il mondo.
Thea Kuta si dimostra essere un' arte sperimentale che abbraccia elementi di diverse culture, sapendo mescolare la contemporaneita' della geometria alla tradizione del filato". (Elisa Bortolussi)
La mostra sarà presentata dal critico d'Arte Diego Collovini e gode del patrocinio dei Club Unesco di Venezia e di Udine.