Elisa Montessori – Le pantofole di Pari Banù
Tutto nell’opera di Elisa Montessori dà il senso di una ricerca che ha le proprie radici nelle profonde vicissitudini dell’anima e nella intensa, prosaica, operosità dell’artista “fattore”. Attraverso le tecniche più disparate, traspare una manualità, una sapienza costruttiva che riesce ad affastellare le
forme più varie come calligrammi di un mondo intimo e mai risolto.
Comunicato stampa
Paesaggi immaginari, giardini della memoria, riflessi di suoni, luci e colori. Trasposizioni su carta, su
veline o tela di farfalle, foglie e fiori, palme, babbucce, origami di segni, come trasportati da brezze
orientali. Tutto nell'opera di Elisa Montessori dà il senso di una ricerca che ha le proprie radici nelle
profonde vicissitudini dell'anima e nella intensa, prosaica, operosità dell'artista “fattore”. Attraverso le
tecniche più disparate, traspare una manualità, una sapienza costruttiva che riesce ad affastellare le
forme più varie come calligrammi di un mondo intimo e mai risolto.
Elisa ha conosciuto e convissuto l'arte dei maestri del ventesimo secolo e il sapiente uso che fa della
sua tecnica raffinata risente di questi influssi e si riflette su una ricerca tutta personale sempre volta
a nuovi risultati e ancora nuovi confini per le sue linee, colori, materiali, segni. Il suo modo di affrontare
il piano di lavoro ha qualcosa che l'avvicina al monaco amanuense, al sapiente calligrafo, all'artigiano
cosmatesco e, su un piano più umile e nobile allo stesso tempo, al lavoro del contadino che semina e
vede sotto i suoi occhi germogliare e fiorire il frutto del proprio operare. Trasparenza. Passi, percorsi
felpati, come alito di vento a scompaginare pagine scritte di pura, poesia. Musica e Poesia. Una lievità,
una presunta leggerezza nell'opera di Elisa che sottende profonda padronanza e consapevolezza dei
mezzi, sì, ma soprattutto rapporto con il proprio presente e passato e conoscenza come ispirazione
vissuta e sofferta della Poesia, della Musica, della Letteratura. Dobbiamo vedere perciò questi pezzi
esposti per l'occasione, che coprono un arco di attività di venti anni, non come affermazione di già
visto, ma come bellissima, anche se piccola, cronistoria di un percorso, meglio, l'affermazione di una
donna-artista che ha fatto proprie le strade del mondo, della conoscenza, dell'animo umano,
trasformando quello che vede e sente in pagine di semplice, divertita sorpresa, pergamene di intensa
espressività.Per finire, attraverso la mia esperienza anche di regista mi avvicino ed oriento nella
complessità dell'opera di Elisa descrivendola come io la vivo, per quello che mi dà in forma di
emozione o per la sua capacità di intrigare, penetrare e colmare i miei sogni con i suoi viaggi sospesi
nel tempo, quelli di un viandante, di un viaggiatore incantato in un cammino immaginario tra
Samarcanda e Timbuctù. Tra paesaggi ideati e concepiti, pensati e costruiti come stratificazioni di
vissuto reinventato, come cataloghi di note, impronte, tracce. Tra memoria e solitudine. Un teatro, uno
spettacolo, non solo di versi ma di suono, luce e ancora musica e colore... colore...colore. COLORE.
Gianfranco Evangelista
Catalogo in galleria.
COMUNICATO STAMPA