Elisa Padovani – Messa in scena
Messa in scena. Il mondo è un palcoscenico dalle infinite scenografie in cui ognuno è attore di se stesso mentre recita inconsapevolmente la parte della sua vita. È tra queste scene il luogo in cui svolgo il mio gesto creativo per catturare la rappresentazione, interpretandola e ricostruendola con l’aiuto del mio essere.
Comunicato stampa
Messa in scena, la personale di Elisa Padovani, presso PopUpDesignGallery Regenesi in via Pontaccio, 2 a Milano, è la quinta di una serie di esposizioni dedicate alla fotografia su pellicola.
Regenesi, con il Conservatorio della Fotografia apre le porte a piccole mostre, I giovedì di Regenesi, che da gennaio a fine marzo ci racconteranno nuovi autori che per la loro ricerca espressiva utilizzano tecniche di stampa e di ripresa artigianali.
Messa in scena. Il mondo è un palcoscenico dalle infinite scenografie in cui ognuno è attore di se stesso mentre recita inconsapevolmente la parte della sua vita. È tra queste scene il luogo in cui svolgo il mio gesto creativo per catturare la rappresentazione, interpretandola e ricostruendola con l’aiuto del mio essere.
È in quest’opera, guidata da personali scelte tecniche ed estetiche, che trova sintesi il mio fine ultimo, la mia esigenza, il mio bisogno di fotografare, di impressionare il supporto con frammenti di vita di cui sono spettatore, assimilando tutto l’immateriale che emanano.
Lo scatto è immateriale in quanto frammento di tempo e il risultato è incurante di ciò che è accaduto prima e di quanto verrà dopo.
È una rappresentazione senza storia che poi evolve nei giochi della mente di chi la costruisce, ma anche di chi poi la ammira.
Questa sua proprietà di rimanere sospesa tra il prima e il dopo, crea una via di fuga dagli aspetti cupi della vita, disegnando percorsi di serenità tra pensiero e fantasia. In questo modo, porta l’immaterialità ad essere cura, antidoto alle pesantezze della vita.
Elisa Padovani è nata a Verona. Incuriosita fin da piccola dal mondo della grafica, ha seguito gli studi del settore, per poi coltivare la passione innata per la fotografia, che ha scoperto come forma espressiva e di studio della personalità e socialità. Ha trasformato la passione in un lavoro, studiando da autodidatta le tecniche e le basi della fotografia analogica, seguendo i consigli dei professionisti del settore.
Lavora quasi esclusivamente con fotocamere a pellicola e completa il lavoro nella camera oscura, dove le immagini prendono vita, convinta che il vero valore della fotografia analogica è la possibilità di plasmare l’immagine con dettagli unici nel momento stesso in cui essa si forma sul supporto.
Regenesi è un’azienda nata nel 2008 dall’intuizione e dalla passione di Maria Silvia Pazzi, che crea, produce e commercializza oggetti di design innovativi - di elevato standing qualitativo - realizzati con materiali di riciclo post-consumo.
L’idea è quella di promuovere un nuovo stile di vita dove il bello si sposa con il rispetto per l’ambiente e soddisfare così un’esigenza sempre più diffusa e condivisa nel mondo contemporaneo.
Il Conservatorio della Fotografia nasce dalla passione per la fotografia su pellicola e ha lo scopo di mantenere vive le tecniche e le conoscenze artigianali di stampa e di ripresa. Diffonde la cultura della fotografia tradizionale attraverso corsi, incontri a tema e mostre promuovendo “l’atto fotografico sostenibile”.
Le affinità fra Regenesi e il Conservatorio della Fotografia
L’evoluzione tecnologica applicata alla fotografia può avere come effetto collaterale la perdita, e quindi lo spreco, di una enorme quantità di competenze e di possibilità espressive. Il Conservatorio della Fotografia intende continuare la tradizione delle tecniche fotografiche pre-numeriche per offrire a fotografi e artisti tali
straordinari supporti espressivi, e per trasferire ai giovani le competenze necessarie a non perdere la ricchezza culturale cresciuta negli ultimi due secoli. Acquisendo le attrezzature usate da laboratori fotografici di massimo livello, che sarebbero altrimenti finite al macero, le fa rivivere nella pratica quotidiana di sviluppo e stampa dei materiali fotosensibili. Una sorta di riciclo per applicare le “antiche tecniche” alle idee dei nuovi autori.
Risulta naturale accostare il lavoro del Conservatorio della Fotografia alla produzione degli oggetti d’autore prodotti da Regenesi.
Rimedi contro l’entropia, materiale e culturale, che caratterizza ancora oggi gran parte del sistema di consumo.