Elisa Saggiomo – Uccelli
Era soltanto un incontro, un istante. Ha tentato di fermarlo in una fotografia. Non basta. Ricostruisce il suo incontro, lasciando che il suo gesto dica cosa vede. Sente vivo l’abbraccio su se stesso, l’intimità della solitudine di quello che non è che un istante.
Comunicato stampa
“Per quanto ci si sforzi a guardare il mondo di rado ci è possibile che i nostri occhi lo accolgano. Ogni volta lo sguardo tradisce, come se alla fine non avessimo potuto che chiuderli gli occhi; come se alla fine, a loro, altro non importasse che un incontro breve, un passare accanto, lasciando il mondo dietro alle spalle. Dice, lei, di avere camminato tanto, raccogliendo strada, cielo, albero, ponte, gatto perché non sapevano smettere di venirle incontro. Era sicura che ci fosse un obbligo segreto ad aspettarla. Così anche lei aspettava. Finchè ogni cosa è divenuta luogo, uno spazio per qualcosa d’altro e non si poteva più sapere quali realtà nascondessero le immagini che erano dentro. Le aveva perdute, maneggiate. Forse soltanto le aveva credute parole. Le aveva cancellate perché alla sua mano, pensava, non era consentito altro che rimuovere la luce. Restava negli occhi una parte, un particolare il cui senso vacillava nel perdere quel suo luogo. Era soltanto un incontro, un istante. Ha tentato di fermarlo in una fotografia. Non basta. Ricostruisce il suo incontro, lasciando che il suo gesto dica cosa vede. Sente vivo l’abbraccio su se stesso, l’intimità della solitudine di quello che non è che un istante”.
Elisa Saggiomo, nata a Firenze nel 1982, attualmente vive e lavora a Bologna. Laureata all’Accademia di Belle Arti di Carrara e di Napoli, molto spesso utilizza la base fotografica per la realizzazione delle sue opere. Vincitrice del Primo Premio d’arte Contemporanea Val di Sambro nel 2009 assegnatole dalla Giuria presieduta dalla Professoressa Vera Fortunati, nel 2010 presso la Galleria Spazio Testoni di Bologna ha presentato “ALTA/TENSIONE”, sua personale curata da Alberto Mattia Martini.
Nel suo ultimo lavoro “UCCELLI”, con le musiche di Carmine Onorati, tende al superamento della staticità del quadro sviluppando una fusione tra la proiezione digitale e il quadro stesso, figurativo e astratto si confondono in un processo di costante mutamento.